Nella due giorni della festa contadina del 12 e 13
agosto hanno vinto i bambini. Sono stati
i veri protagonisti di una maratona che ha avuto il merito di riportare alla
memoria usi e costumi di un secolo come il 900 ancora così vicino per molti e
lontanissimo agli occhi dei piccoli.
Come i grandi, i bimbi indossano vestiti del secolo scorso, pantaloncini,
calzettoni e fazzoletto in testa o cappellino in paglia, fieri, sorridenti,
calati in un mondo fiabesco e divertente, una sorta di paese dei balocchi dove
per due giorni si gioca, si tira tardi e si balla.
Attorno a loro i grandi; genitori e
nonni impegnati con fatica a cambiare
volto al paese, spostando il tempo e
pronti a farci vivere un'altra storia, un tuffo nel passato.
Hanno accolto la gente offrendo il meglio della nostra cucina e delle nostre
tradizioni.
Mi trovavo alla piazzetta, nella bella terrazza
di Fiammetta e Marco; Enry
serviva i taglierini ai fagioli, buonissimi -
ascoltavo curioso le impressioni
di alcuni Massesi ; erano stupiti
per la bellezza della festa, e di come
fosse così ben organizzata. Poco importa se per arrivare hanno dovuto tribolare
–dicono- non si sarebbero mai aspettati una roba così!
Bello sentire questi apprezzamenti, bello rivedere un paese unito anche nella
gioia, bello sarebbe che tutti possano
sentirsi utili.
Alle associazioni della Proloco e dell’ANSPI
tutti i nostri ringraziamenti, quelli veri e sentiti. Hanno lavorato
come matti, ripulito vecchie cantine e stalle, recuperando antichi ricordi,
dagli attrezzi da lavoro dei campi sino ad antiche fotografie, un lavoro
davvero straordinario.
Un pensiero infine personale, un ricordo di quella serata
che mi porterò sempre nel cuore che mi porta a Walter, alla sua felicità nel
vedere il suo paese in festa, con i bambini Elia, Adele, Gianma e la piccola
Anita incollata alle spalle di Laura o sul collo di Gabriele, uno sguardo ad Elena sempre di corsa con i
volontari della festa con il suo Gabri che c’è sempre anche se si nasconde, la
Fiò che dall’uscio non lo perde un secondo di vista e lui ricambia con occhiate
che dicono più di molte parole… e poi noi, con Giuseppe a finire un buona birra
seduti sulla panchina a raccontarci le cose che possono raccontarsi tutti i
fratelli del mondo.
Ci manchi tanto