1°NOVEMBRE 2016 - Tutti i Santi : Mt 5,1-12
Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù nel momento in cui
ribadisce l’Alleanza tra Dio e il popolo portando a compimento il patto stabilito sul Sinai. Con le
Beatitudini si realizza la profezia di Geremia che nel cap. 31, versetti 31-34,
riporta la promessa del Signore “Porrò la mia legge nel loro animo, la
scriverò sul loro cuore. Allora sarò il loro Dio ed essi il mio popolo”.
In un mondo in cui sono sempre i forti, i ricchi, i potenti e i violenti al centro della scena Gesù fa una promessa ai poveri, ai miti, ai
pacifici, a chi ricerca la giustizia:
essi saranno “felici” ( il termine greco che viene tradotto con “BEATO” è macarios che vuol dire “colui che è felice perché ha
raggiunto uno scopo”)
Le Beatitudini non rappresentano un’ utopia ma sono un canovaccio sul quale
scrivere la propria originale vita .
Dio non spaventa più l’uomo con quei “Non “ scritti sulle fredde Tavole
della Legge fatte di pietra: chiede all’uomo di vivere nella logica di Gesù,
che è la logica dell’amore. Non lo circonda di divieti ma lo invita all’azione,
al fare con il cuore, fatto di carne,da sempre considerato la sede dei
sentimenti.
Se poniamo Dio al centro della nostra vita perché lo amiamo “con tutto il
cuore, con tutta l’anima,con tutta la mente”, diventa una normale conseguenza
cercare di essere come Lui:
misericordiosi, puri,coraggiosi, cercatori della pace e della giustizia.
6 novembre 2016 – XXXII°Dom
T.O. ( Anno C ) – Lc 20,27-38
L’evangelista Luca ci
presenta lo stralcio di un’articolata catechesi pronunciata da Gesù nel tempio
di Gerusalemme in uno dei giorni precedenti la Sua Passione e Morte.
Molte delle persone che sono intorno a Lui sono scandalizzate dalle Sue parole e cercano di trovare degli errori
nelle Sue affermazioni per poterlo presentare come eretico alle autorità
religiose ebraiche.
Alcuni Sadducei, persone appartenenti ad un
gruppo politico vicini all’alta classe sacerdotale, ironizzano
sull’ipotesi di una vita dopo la morte.
Essi accettavano soltanto la Legge di Mosè e pertanto negavano la resurrezione
poiché ne parlano testi dell’A.T. successivi al Pentateuco ( per es.
la storia dei fratelli Maccabei).
Pongono un quesito a Gesù utilizzando la
norma del “levirato” che, nella cultura ebraica, per assicurare la continuità
nella memoria e nell’eredità ad un marito morto senza prole, imponeva al
fratello del defunto di prendere in moglie la cognata rimasta vedova.
Gli chiedono di chi sarà moglie nell’aldilà
una donna rimasta vedova per ben
sette volte dopo aver sposato, per la
legge suddetta, ben sette fratelli.
Gesù risponde alla provocazione spiegando che la vita dopo la morte è pienezza
di comunione con Dio. “I figli della resurrezione” (espressione semitica
che significa “coloro che hanno parte alla resurrezione”, “quelli che
risorgono”) non vivono un prolungamento della vita terrena, ma una vita nuova
che non ha né limiti né condizionamenti .
“Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per Lui” (v. 38). In queste parole sono
contenute alcune verità di fede:
- Gli uomini vivono perché è Dio che lo vuole;
- Gli uomini vivono se hanno Dio come
meta, se sono orientati verso di Lui
13
novembre 2016 - XXXIII
Dom. T.O. (Anno C ) : Lc 21, 5-19
Per comprendere meglio il
vangelo di oggi è necessario premettere che
Gesù era infastidito da qualsiasi
domanda sulla fine di Gerusalemme e del
mondo, perché attendere tali catastrofi e discuterne manteneva un’ idea di Dio
vendicativo contro gli uomini peccatori. Vuole inoltre allontanare l’idea che
la fine del mondo sia collegata alla distruzione di una città.
Immaginiamoci le espressioni dei volti dei discepoli di Gesù quando disse che
Gerusalemme sarebbe stata distrutta e che il Tempio ,che per loro era motivo di
orgoglio, segno della loro devozione a Dio e dell’unità del popolo ebreo,
sarebbe stato ridotto ad un cumulo di macerie!
Gesù dice “… non sarà subito la fine” . Infatti la distruzione di
Gerusalemme sarà uno degli avvenimenti che accadranno: ci saranno eventi diversi che si succederanno
nella storia prima che il Figlio dell’uomo ritorni nella gloria ( = Parusia).
Vengono elencate le persecuzioni che i cristiani dovranno subire, le sommosse,
le insurrezioni, le catastrofi naturali e fatti che susciteranno terrore e
stupore prima della “ liberazione” ( 21,28).
Il Maestro ci dice che la fine del mondo sarà il punto di partenza di una vita
nuova, finalmente a misura di “uomo figlio
di Dio”.
20 novembre 2016- XXXIV Dom. T.O. (Anno C ) : Lc 23, 35-43
L’anno liturgico si conclude
con l’immagine drammatica di Gesù che inchiodato alla croce riceve le
provocazioni dei suoi aguzzini che, come ha fatto Satana nel deserto ( Lc 4,
1-13), lo invitano a manifestare la sua divinità con un miracolo( “Scenda
dalla croce ora e gli crederemo”).
Il Vangelo di oggi ci presenta la regalità di Gesù che , com’è evidente,
non ha nulla a che vedere con l’idea umana di regalità.
Il Re che viene tradito, arrestato, crocifisso, deriso ed insultato è la
risposta più forte che Dio dà a tutte quelle persone che credono che ciò che
conta è il successo immediato.
La Chiesa sa, e si deve ricordare,
che ciò che è accaduto al suo Re accade
e accadrà a lei nel futuro. I Cristiani non devono avere la prospettiva del
trionfo nella loro missione, ma la certezza che saranno contestati, derisi,
traditi, umiliati e crocifissi come il loro Signore.Gesù non è soltanto Re
della Chiesa ma è anche Re dell’Universo.Lo dimostra portando con sé in paradiso il malfattore che lo riconosce
come sovrano di un regno.
La parola “oggi “ è riportata da Luca in tutte le occasioni in cui si parla di
salvezza: l’angelo annuncia ai pastori “ Oggi vi è nato ..un
Salvatore” (Lc 2,11), Gesù dice a Zaccheo :“Oggi la
salvezza è entrata in questa casa” ( Lc 19,9) .
L’evangelista ci dice che nell’incontro con Gesù la salvezza è possibile
già ora, nel nostro“oggi”. Cerchiamolo.
27 novembre 2016 - I Dom. Avvento (Anno A) : Mt 24, 37-44
La scorsa domenica il
Vangelo ci presentava Cristo che viene riconosciuto Re quando era
inchiodato alla croce e quindi stava vivendo il momento della massima
impotenza , oggi iniziamo un nuovo anno
liturgico con il Tempo dell’Avvento, che significa Venuta, la Sua prima
venuta nel mondo.
L’evangelista Matteo ci riporta il discorso escatologico ( = riguardante le ultime cose ) e nel brano
offerto oggi alla nostra riflessione ci parla del paragone che fa Gesù tra i
tempi precedenti il diluvio e la fine del mondo. Gesù ci invita a non
trastullarci sempre nel soddisfacimento dei nostri bisogni primari ( “ mangiavano
e bevevano, prendevano moglie e marito”) , a non essere superficiali e
distratti. La fine del mondo sarà una sorpresa,
accadrà quando saremo presi dalle nostre quotidiane occupazioni, sarà
simile alla inattesa “visita” di un ladro, “nell’ora che non immaginate”(24,44).