Domenica 2 ottobre (Lc 17, 5-10)
Tra la domanda dei discepoli
e la risposta di Gesù c’è un evidente contrasto.
Essi chiedono a Gesù di
aumentare la loro fede, mentre Gesù fa capire loro che evidentemente non ne
hanno proprio. Se si considera, infatti, la grandezza di un granello di senape,
ci viene da pensare che gli Apostoli, in fatto di fede, erano messi davvero
male.
Ma, forse, il messaggio che
Gesù vuol dare loro è un altro.
Essi non hanno ancora la fede giusta in Lui: la fede non è tanto un’esperienza
intellettuale, ma piuttosto qualcosa che incide profondamente nella nostra vita
e ci apre davvero alla novità di Dio.
Domenica 9 ottobre (Lc 17, 11-19)
In genere siamo poco
abituati a esprimere la gratitudine, convinti che nella vita le cose che si
conquistano con la propria fatica non abbiano bisogno di ringraziamento.
Così, con questa mentalità, diventa difficile essere grati a Dio, ed è un vero
peccato, perché chi non ringrazia Lui vive nella lamentela e quando Dio ci
regala grandi grazie non siamo in grado di vederle.
Domenica 16 ottobre (Lc 18, 1-8)
Per molti cristiani
l’esperienza della preghiera si riduce a qualche minuto della giornata.
L’insegnamento di Gesù è
chiaro: la preghiera va fatta con insistenza e senza stancarsi.
Del resto quando noi
vogliamo qualcosa continuiamo ad insistere con chi sappiamo che può darci
quanto ci necessita.
Lo stesso vale con la preghiera, con l’unica differenza: che Dio non ha bisogno
di essere convinto dalle nostre parole. Egli ci dà quello che veramente ci
serve per la nostra salvezza e per il nostro vero bene.
Domenica 23 ottobre (Lc 18, 9-14)
Questa pagina evangelica si
allinea molto bene con la prima lettura di questa domenica, offrendoci un
esempio concreto di preghiera fatta con un cuore povero.
La preghiera del fariseo in realtà è solo un’autocelebrazione dove al centro
c’è un io talmente grande e superbo da oscurare completamente Dio.
La preghiera del pubblicano è invece una preghiera vera, fatta di poche parole,
ma di tanta umiltà e sincerità.
Questa parabola ci fa riflettere sull’atteggiamento nei confronti di Dio e sul
nostro rivolgerci a Lui nella preghiera.
Domenica 30 ottobre (Lc 19, 1-10)
La pagina evangelica di
Zaccheo è una delle più conosciute.
Eppure è una pagina che non finisce mai di sorprenderci. Ognuno di noi è
invitato a specchiarsi in Zaccheo per rendersi conto di essere stato come lui,
lontano da Dio e interessato solo a se stesso, per poi arrivare ad accoglierLo
nella propria vita e decidere un radicale cambiamento.
La vicenda di Zaccheo ci è presentata dal Vangelo come il manifesto della
missione di Gesù venuto a chiamare a salvezza proprio le persone più lontane da
Dio.
Impariamo da quest’uomo il coraggio e la gioia della conversione.