“Graffiaturine” del tempo
che fu
Rileggendo
durante l’estate i miei scritti del passato, ho scoperto concetti validissimi
ancor oggi su temi che allora cominciavano a presentarsi all’attenzione, mentre
oggi sono decisamente incancreniti e amplificati nelle loro dimensioni. Così ho
chiesto a Walter, sempre molto sensibile e puntuale nel riproporre articoli
degli anni addietro, come quello del prof. Franciosi (L’otto settembre a
Ortonovo), di far leggere una delle mie ‘graffiaturine’ del tempo che fu.
INTERVENTO
Riflessioni in
margine al nuovo Catechismo per gli adulti
La nostra è una
società evoluta, tecnologicamente in rapido progresso, ma non civile. Ignoro se
l’equivoco terminologico, che rende sinonimi le parole “evoluta” e “civile”,
sia consapevole o meno, sta di fatto che l’uomo più si impadronisce di nuovi
successi, più arretra sul piano dello spirito. Il succo del recente viaggio del
Papa (Giovanni Paolo II) in Polonia
sta, a mio giudizio, nel drammatico appello rivolto ai suoi connazionali,
affinché non rinuncino alla fede dei padri per
una esasperata rincorsa dei beni materiali.
Del resto, nessuno ha notizia di qualche intervento brusco del buon Dio verso i
tiepidi e gli agnostici. Il Padre Eterno non ha mai preso nessuno per le
orecchie, condotto a forza in chiesa o sulla retta via, mentre ho sentito
esclamare da taluno: “In ottant’anni non ho mai trovato per terra una Messa
persa“, in risposta a chi affrettava il passo per evitare un ritardo.
E poi, è o non è il Padre buono del “Domandate e vi sarà dato?” Ovvero, il Dio
della misericordia?
Così, per molti uomini del nostro tempo, è molto meglio l’uovo oggi del
godimento materiale, che la gallina domani di una ipotesi di salvezza eterna.
Perché preoccuparsi del vicino, fare sacrifici, rinunciare al successo e a
raccogliere quanto più possibile o ragionare di un futuro eterno da cui nessuno
è tornato a raccontarci? “Carpe diem”,
prendi oggi anche in modo frenetico, “del
doman non v’è certezza”, declamava Lorenzo dei Medici, detto il Magnifico.
Il Padre Eterno non vorrà mica il Paradiso vuoto e l’Inferno con problemi di
spazio?
Almeno una sanatoria si renderà pure indispensabile…
La Conferenza episcopale italiana, nel presentare poche settimane fa il nuovo Catechismo per
gli adulti, ha reso noti i risultati di una approfondita indagine sullo stato
della fede: superficialità, scarsa conoscenza e preparazione, interpretazioni
arbitrarie, individualistiche, ed anche di comodo, dei contenuti dogmatici,
indifferenza verso le esigenze dello spirito.
Il ritratto dell’uomo moderno mi pare allora così condensabile: aridità,
egoismo, indifferenza, opportunismo, relativismo etico.
L’intelligenza sforna benessere e potere, mentre lo spirito sa generare la vera
civiltà. Ecco due valori inconciliabili, soprattutto per l’arroganza
dell’intelligenza. Solo la mediazione di una fede profonda può rendere
possibile l’impossibile.
(da AVVENIRE del 25giugno1995)