Da: “Luni-Ortonovo e il Santuario di N.S. del
Mirteto” di don Luciani Pesce Maineri-1969
Nel
1954 ricorreva il 750° anniversario della traslazione da Luni a Sarzana delle
pietre sacre, oggetti di valore e reliquie, tra le quali quella dell’ampolla
del Preziosissimo Sangue.
Questa ricorrenza veniva celebrata nella Cattedrale di Sarzana con
straordinaria solennità. Nel Natale dello stesso anno, dopo il pontificale
celebrato dal Pastore della Diocesi, si recavano nel vasto salone
dell’Episcopio per porgere gli auguri al Vescovo, il Capitolo della Cattedrale,
il Consiglio di amministrazione della stessa e i presidenti delle Associazioni
Cattoliche. Nel breve discorso che l’Arcidiacono-parroco mons. Giacinto
Bertonelli, ora Abate di S. Maria in La Spezia,
rivolgeva al Vescovo e ai presenti, auspicava che, a conclusione delle
celebrazioni in onore del Preziosissimo Sangue, la reliquia fosse riportata
solennemente a Luni, per riaffermare la perpetuità della Fede che, da quella
estinta città, si era propagata in tutto il nostro territorio e per richiamare
a un ripensamento molti che, nel momento attuale, pare avessero dimenticato
questo singolare dono della Provvidenza e indurli a ritornare, nel segno del
Sangue di Cristo, a quell’unità di Fede di cui si sente bisogno.
Il 21 febbraio 1955, il consiglio di amministrazione della Cattedrale dava il
via alla preparazione immediata del ritorno a Luni della Sacra reliquia.
I preparativi di questi festeggiamenti venivano affidati a un Comitato
rappresentativo dell’intera città, che accoglieva nel suo seno persone amanti
delle tradizioni civiche e religiose, appartenenti a qualsiasi tendenza. E’
noto infatti che, nel culto del Sangue di Cristo, la città di Sarzana si
trovava sempre unita, e nello stesso tempo orgogliosa di possedere così insigne
reliquia.
La popolazione si entusiasmava e gli organizzatori trovavano un campo propizio
alla loro metodica, costante opera di propaganda e di illustrazione dell’alto
significato che tale manifestazione assumeva di fronte alla storia. Foglietti
volanti col programma della festa, l’invito a tutti i possessori di auto di
Sarzana, Arcola, Ameglia, S. Stefano, Castelnuovo, Ortonovo, di intervenire con
i loro mezzi al corteo, facevano sì, come descriveremo, che la partecipazione
riuscisse così compatta e sentita da parte dei borghi della Val di Magra, che
non se ne ricorda una uguale.
Il 30 maggio, secondo giorno di Pentecoste, verso le 17, la Piazza della
Cattedrale e tutte le vie adiacenti erano rigurgitanti di macchine e di popolo.
S.E. mons. Giuseppe Stella su un camioncino, circondato da alcuni canonici,
portando la Sacra reliquia, preceduto da numerose motociclette quale scorta
d’onore, iniziava il corteo, seguito da centinaia di auto, avviandosi verso
Luni per la via Aurelia, il cui traffico era stato sospeso.
All’arrivo della reliquia, l’anfiteatro di Luni era già gremito
all’inverosimile, in modo che parecchio popolo doveva trovar posto nelle strade
e nei viottoli adiacenti e fin nei campi.
S.E. mons. Vescovo - eravamo al tramonto -, presenti S.E. mons. Baiardo,
vescovo di Massa, S.E. mons. Fenocchio, vescovo di Pontremoli e tutto il
seminario al completo oltre a numeroso clero affluito da tutta la vallata del
Magra, in uno scenario quanto mai suggestivo, celebrava la Santa Messa e al
Vangelo iniziava il suo discorso con queste parole: “Mai come in questo momento
mi sono sentito il vescovo di Luni”. Rievocava poi brevemente la storia
dell’antica gloriosa città, ne ricordava la Fede apostolica di cui ancora oggi tutta la Lunigiana gode il beneficio;
faceva riferimento a Eutichiano, papa lunense, e all’antichissimo culto al
Preziosissimo Sangue. Nelle parole del Presule si sentiva la convinzione
profonda di un Vescovo che metteva in evidenza con parole commosse il suo
amore, la sua Fede nel sangue di Cristo, di cui la Provvidenza ha voluto
arricchire di un’ampolla la nostra regione. Si sentiva quanto stesse a cuore al
Vescovo che per questa “peregrinatio sanguinis” da lui voluta, si riaffermasse questo
culto e si approfondisse sempre più.
Il ritorno da Luni a Sarzana era stato un vero inimmaginabile trionfo.
L’Arcidiacono mons. Bertorelli, che aveva ricevuto dal Vescovo per un singolare
privilegio la reliquia, doveva ininterrottamente, a richiesta del popolo che
faceva ala al corteo, benedire e benedire la folla che si prostrava al
passaggio della reliquia. L’incontro con Sarzana avveniva all’incrocio di Viale
Mazzini, Via S. Bartolomeo e Via San Francesco. Qui il Sindaco Paolino Ranieri
con la Giunta comunale al completo, il gonfalone e numerosa folla, attendevano.
Il Vescovo riprendeva la reliquia e si proseguiva a piedi. La Cattedrale era
incapace di contenere tutto il popolo intervenuto.
Questa funzione è stata l’inizio del settenario in preparazione alla festa che
si concludeva il 6 giugno, presente il card. Celso Costantini, cancelliere di
Santa Madre Chiesa e del fratello Giovanni, Arcivescovo di Colosse, già Vescovo
di Luni, e di altri Presuli.