Avevo spesso sentito nominare San
Ceccardo: “Fermata di San Ceccardo!”. Allora, tanti anni fa, quando ragazzetta
con la mamma andavo in città (a Carrara)
al mercato del lunedì per qualche acquisto. La corriera della “Lorenzini”
faceva servizio di linea e quella del lunedì era sempre gremita perché si
spostava quasi tutto il paese. Vicino a Carrara il bigliettaio diceva appunto:
“Fermata di San Ceccardo!”.
Ma San Ceccardo è il patrono di Carrara (anche se la festa più grande è
Sant’Andrea) e così, finalmente, partecipo a questa festa approfittando dell’invito e del passaggio di
Stefania. Alle 11 siamo in chiesa (quella nuova); al suono del canto d’ingresso
ecco il vescovo Giovanni che entra preceduto da un nutrito numero di sacerdoti,
con i paramenti rossi, come si addice nelle feste dei Martiri. Non avevo mai
visto il Vescovo di questa diocesi; la prima impressione è stata di un
uomo burbero; ho pensato: “Questo è uno
che ci mette in riga tutti!”, invece
ascoltando l’omelia mi sono ricreduta.
Intanto la sua bella toscanità nel parlare, con parole semplici che vanno
dritte al cuore della gente, intercalate da esempi di vita vissuta come il
ricordo di quand’era bambino, un po’ monello, e la mamma che lo richiamava
all’ordine lanciandogli dietro qualche oggetto, ma in modo benevolo, per
insegnargli il modo di comportarsi: quegli ammonimenti sono ancora per lui, ci
dice, un ricordo indelebile. “Cari fedeli, ci ha detto, vi siete mai chiesto se
siamo sulla via giusta? Si nasce, si cresce con tanti problemi, si diventa
vecchi pieni d’acciacchi, per poi morire… E tutto finisce lì! No, noi tutto
questo lo viviamo per prepararci alla vita eterna! Per questo bisogna vivere al
meglio il tempo che ancora ci appartiene…”.
Una brava Corale ci ha allietanti con canti anche in latino: hanno cantato
anche il ‘Credo’ in latino: non ricordo di averlo mai sentito, se non in TV.
Al termine della celebrazione il parroco ha presentato ai fedeli una coppia che
proprio quel giorno festeggiava il 48° anniversario di matrimonio: li ha
chiamati per nome e subito si è presentata solo la sposa, e visto che lo sposo
non arrivava c’era un mormorio tra la gente, e il parroco: “Abbiate un po’ di
pazienza, lo sposo fa parte della Corale, ci vuole un po’ ad arrivare da
lassù!”. Il Vescovo ha poi dato loro la benedizione e anche un omaggio floreale
tra il battimani dei fedeli.
Questo rito si è svolto nella nuova chiesa parrocchiale dedicata a San Ceccardo;
l’antica chiesina, risalente al 1500, si trova invece, sempre sul viale che va
a Carrara, ma più avanti di qualche centinaia di metri, proprio nel luogo dove
nell’anno 892 il vescovo di Luni, Ceccardo, fu ucciso e decapitato da un gruppo
di cavatori. Nel punto in cui cadde la testa sorse miracolosamente una polla d’acqua
a cui tutt’oggi sono attribuite proprietà miracolose. Gli stessi cavatori, poi pentiti,
gli innalzarono un piccolo Santuario e chiamarono col suo nome i loro figli.
Oggi il suo corpo si trova, rivestito dei paramenti vescovili, nel Duomo di
Carrara.
Purtroppo questa piccola chiesa viene aperta solo in particolari occasioni e si
racconta che chi varca la soglia della chiesa per la prima volta chiedendo un
particolare grazia, questa si avvera.
Sono stata proprio contenta di aver partecipato a questa festa e a venerare
questo nostro Santo del quale sapevo ben poco: perdonami, Ceccardo e
proteggici.
Buona estate a tutti.