Beata Maria Elisabetta Hesselblad di Paola G. Vitale
Morì a Roma nel 1957, l’anno
in cui nacque la mia sorellina, ragion per cui, avverto molto vicina a noi
questo particolare esempio di santità, cercata e raggiunta nella grazia di Dio.
Maria Elisabetta, nata in
Svezia nel 1870 da una famiglia luterana, decise di imbarcarsi per New York per
scoprire se la chiamata del Signore l’avrebbe raggiunta anche là. Ma, giunta
nel nuovo mondo, venne ricoverata in gravi condizioni di salute. In tale
situazione decise che, se si fosse salvata, avrebbe fatto l’infermiera; e così
fu. In seguito all’incontro con
un gesuita, sentì il desiderio di farsi cattolica: era l’anno 1902 e l’anno
seguente giunse a Roma, dove conobbe l’Ordine Brigidino, bisognoso di presenze
che l’aiutassero a risorgere. La sua opera iniziò in quell’Ordine nel 1911 e
proseguì per ben quarantasei anni e, come ho detto all’inizio, ella morì a Roma
dopo aver contribuito alla rinascita dell’Ordine di Santa Brigida. Ma ora mi sto domandando: “I
famosi ‘brigidini di Lamporecchio’, perché vengono chiamati così?”. Forse
perché sono una specialità che non muore mai?!
NdR:
Quando mi è arrivato questo articolo di Paola, non sapevo chi fosse questa
Santa. Domenica 5 giugno ero a Roma e,
andato in Piazza San Pietro per l’Angelus, ho notato un gran numero di persone:
c’era la canonizzazione di due nuovi Santi e una era proprio Maria Elisabetta. Quando
dopo diversi giorni l’ho detto alla Paola, è rimasta meravigliata da questa
combinazione: lei non ne sapeva niente della canonizzazione. L'origine del nome della specialità sembra
derivare appunto dalle ‘brigidine’, monache di un convento di Pistoia devote
di Santa Brigida che, verso la metà del XVI secolo, inventarono questi dolci.
Walter
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