Leggo, con molto
piacere, su “Avvenire” di domenica 8 maggio, l’articolo in prima pagina “Lotta
contro le slot”, sviluppato poi, ampiamente, in interventi che occupano, per
intero, la quarta e quinta pagina del nostro quotidiano cattolico. Sono felice
dell’interesse accordato ad un problema tanto grave, quanto poco dibattuto.
La dipendenza da gioco d’azzardo – ma d’ora in poi userò solo il termine
“azzardo”, poiché il gioco in sé è una cosa positiva – sta allargandosi a
macchia d’olio, incoraggiata dall’eccessiva pubblicità compiuta dalle
multinazionali che gestiscono questo settore molto redditizio e dalla grave
crisi economia che ci attanaglia, da cui alcuni sperano di poter uscire con un
colpo di fortuna. In realtà, le uniche ad arricchirsi sono le grandi società
commerciali transnazionali che incassano un importo annuo di circa 88 miliardi
di euro, di cui solo otto vanno allo Stato. Per contro, l’azzardo crea nei
giocatori una pericolosa dipendenza da cui è difficile liberarsi e profonde
disgregazioni sociali nelle loro famiglie che possono trovarsi, dall’oggi al
domani, sul lastrico.
Purtroppo, nella società contemporanea, il denaro è diventato un dio da adorare
di cui, più o meno tutti, accettiamo il predominio. I luoghi dove sono
insediate le slot machine diventano una specie di “santuari” dove il cliente è
in adorazione del dio-macchina, dimentico di tutto e di tutti.
Questo
atteggiamento è favorito da un’economia e un’etica fortemente individualistiche
che prevalgono sul senso comunitario e sociale. Occorre fare una forte
inversione e passare dall’economia di tipo individuale alla “economia del noi”.
Il movimento Slot-
mob, sostenuto da varie associazioni, fra cui Libera, Economia di Comunione,
Banca Etica, Vita ed altre, intende muoversi contro questo cancro della società
e promuove, da circa due anni, eventi in tutto il paese che favoriscano un
consumo critico collettivo, premiando i baristi virtuosi che hanno detto
coraggiosamente no alle slot machine, andando a far colazione in massa nei loro
locali (il cosiddetto voto col portafoglio) e facendo loro festa.
Anche la nostra comunità, l’anno scorso (forse qualcuno lo ricorderà) ha fatto
festa alla titolare di una edicola del nostro comune che ha scelto, consapevolmente, di non
vendere ai propri clienti i “gratta e vinci”, che rappresentano un peso
notevole per tante famiglie, come attestano le cronache quotidiane. Sono già
più di un centinaio le manifestazioni di questo tipo in tutta la penisola e
sabato 7 maggio c’è stata una festa collettiva che ha coinvolto 61 città
italiane. Nel Manifesto di democrazia economica e giustizia sociale, redatto
nei giorni precedenti, si chiede allo Stato di rimuovere l’affidamento del
settore dell’azzardo alle grandi multinazionali che, come tali, sono
interessate a trarne il massimo profitto. Ciò ha dato origine ad una importante
lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che
tutti possiamo scaricare dalla pagina Facebook slot-mob, o da www.avvenire.it
o da cittanuova.it e spedire (come fosse una valanga) al Presidente, Palazzo
del Quirinale – 00187 Roma, indicando il proprio nome e indirizzo.
Per chi, come me, non ha dimestichezza col computer, ne riporto ampi stralci
significativi:
“Caro Presidente S. Mattarella, con la
scusa di legalizzare il cosiddetto “gioco” d’azzardo, i legislatori italiani si
sono mossi come degli apprendisti stregoni, trasformando il Paese in un casinò
diffuso… La paura del futuro e la mancanza di prospettive hanno spinto fasce
crescenti di popolazione verso un consumo compulsivo e disperato
(dell’azzardo)… Bisogna agire alla radice… Rivolgiamo, perciò, questo appello
al custode della Costituzione democratica… perché faccia valere la sua autorevolezza,
anche con un semplice messaggio, al Parlamento… e al Governo che, sull’azzardo,
dimostra di avere le idee confuse sul bene comune… Chiediamo al nostro
Presidente di rispondere al nostro appello per far togliere la gestione
dell’azzardo alle società commerciali…
Esiste un Paese reale che resiste e che ce la potrà fare perché rifiuta di
ridurre tutto a merce o materiale di scarto”.
Noi che ci riconosciamo in questa parte sana del Paese (più numerosa di
quanto si possa pensare) spendiamo un po’ del nostro tempo per un’azione dal
basso di democrazia partecipata: inviamo un mare dei lettere, in modo da
sommergere il Palazzo del Quirinale!!!
Grazie!
Nella foto Emiliana Ponzanelli.
Sostenitrice dell'iniziativa "Lotta contro le slot"