" Anche quest'anno
desidero rivolgermi a voi nella luce e nella pace del Natale che risplende
dalla grotta di Betlemme. Da pochi giorni si è aperto il grande Anno Santo
straordinario della Misericordia. In esso siamo chiamati a riscoprire questa
realtà all'interno della concretezza della nostra vita leggendola nel volto e
nei gesti del Signore Gesù.
Gli angeli a Betlemme cantano «Gloria Dio nel più alto dei cieli e sulla terra
pace agli uomini che Egli ama». Questo è il senso profondo del Natale: Dio ha
tanto amato l'uomo da mandare suo Figlio per la salvezza di tutti. E proprio
tutti siamo chiamati a fare esperienza della sua misericordia sia come dono
ricevuto da Dio, sia come dono offerto ad ogni uomo.
Nello sguardo della nostra vita.
Alla luce di Betlemme dobbiamo quindi guardare anzitutto noi stessi, la nostra
vita, il nostro cammino. Non dobbiamo temere di prendere coscienza delle nostre
mancanze. Il Signore infatti ci permette di guardare con verità la nostra
situazione senza cadere nella tentazione dell'autogiustificazione né tanto meno
in quella della disperazione. Sapendoci e sentendoci amati da Dio, proprio in
questa misericordia dobbiamo ritrovare la forza di uscire dalle nostre false
sicurezze e aprirci con generosità ad un cammino di vita evangelicamente
rinnovata. Certo tutto questo richiede coraggio e fermezza, ma nel contempo
apre la porta ad una serenità nuova.
Perché ciò sia vissuto nella concretezza.
E' però necessario un ritorno alle sorgenti della salvezza. Il Natale, infatti,
riportandoci di fronte alla grotta, non ci rimanda ad un tempo passato ma ci
propone l'esperienza di un presente. Sarà perciò opportuno vedere alcuni passi
concreti da compiere insieme:
Innanzitutto necessita ritornare alla freschezza del Vangelo. Questo è il primo
passo che dobbiamo compiere se vogliamo realmente contemplare la misericordia
nel volto di Cristo.
La fedeltà a questo impegno, costante e giornaliera, sarà condizione di un
cammino realmente fecondo. Nel contempo non possiamo dimenticare come la
misericordia del Padre scenda su di noi nei gesti efficaci che Cristo affida
alla sua Chiesa, primo fra tutti l'esperienza della riconciliazione vissuta
nella confessione sacramentale. Veniamo però anche interpellati a riscoprire
quegli atti personali di perdono e di prossimità offerti gratuitamente e capaci
di ricostruire relazioni umane nuove. Papa Francesco a questo proposito ci
stimola a vivere le opere di misericordia spirituale: la preghiera, la
vicinanza, l'ascolto, il perdono, il conforto, il consiglio... Un forte
richiamo ci viene poi rivolto anche per le opere di misericordia corporale: «ho
avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da
bere...» (Matteo 25, 35 ss). La voce di Cristo del Vangelo risuona con forza,
non possiamo disattenderla, non possiamo far finta di non averla ascoltata.
Quanti nostri fratelli sono oggi nella necessità! L'emergenza dei profughi è
sotto gli occhi di tutti, ma è altrettanto ben visibile la necessità di
sostegno per molti nostri fratelli senza dimora, come anche per molte famiglie
che versano in condizioni di necessità.
Ricordo che la Caritas ha fatto di questi temi motivo del cammino di Avvento, e
ora, giunti al Santo Natale, devono vedersi i frutti tangibili e concreti del
nostro impegno.
Uno sguardo veloce alla situazione.
Nei giorni scorsi ho compiuto la tradizionale visita alle varie realtà
lavorative presenti in diocesi. L'agire da parte di tutti è grande, ma il peso
e la fatica della ripresa si fanno ancora sentire. In alcuni casi poi la
situazione si manifesta ancora in tutta la sua criticità.
Una nota positiva emerge certo dal fatto che i problemi ancora esistenti sono
sentiti e condivisi, a volte con non poca fatica, ma certamente con altrettanta
serietà. Ovviamente non posso dimenticare anche tanti nostri fratelli che, nel
mondo, soffrono per il solo fatto di essere cristiani. Ancora una volta chiedo
a tutti un ricordo per loro nella preghiera perché il Signore conceda loro
perseveranza e consolazione.
Un saluto nella speranza.
Spero vivamente che la luce di Betlemme possa sempre più splendere su tutti e
su ciascuno. La misericordia ricevuta da Dio possa diventare sempre più motivo,
modello, concretezza del nostro camminare insieme nella verità e nella carità.
Mentre rivolgo ad ognuno di voi il mio personale "buon Natale",
assicuro anche un costante ricordo nella preghiera ed invoco dal Signore una
particolare benedizione per tutti.