01 novembre 2015 Solennità TUTTI I SANTI
Mt.5,1-12
Oggi
è festa nei cieli dove tutti i Santi dimorano godendo la beatitudine che
scaturisce dal vedere Colui che in terra
hanno amato sopra ogni cosa.
Oggi è festa in terra per chi con umiltà si lascia docilmente “cullare”
dall’evangelica melodia che ci rallegra e ci inviata ad esultare perché per chi,
oggi, agli occhi del mondo è sfortunato (cioè povero, afflitto, mite,
misericordioso, puro di cuore, in cerca di giustizia e di pace e disposto ad
essere perseguitato pur di rimanere fedele ai valori in cui crede); proprio
perché il mondo lo condanna alla tristezza avrà una grande ricompensa nei
cieli: poter essere beato insieme a tutti i Santi.
08 novembre 2015 XXXII DOMENICA DEL T.O. (anno B) Mt.12,38-44
“E
sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel
tesoro”.
Gesù è nel tempio ed osserva il comportamento della folla che getta monete nel
tesoro.
Gesù è nel Tabernacolo dove è protetto come un “tesoro” di inestimabile valore,
ci osserva e attende che noi “gettiamo” tutto noi stessi nella sua insondabile Misericordia.
Gesù è sull’altare e sull’altare si offre come il “tesoro” più grande che noi
possiamo ricevere; e mentre ci offre Tutto Se Stesso ci osserva e aspetta la
nostra misera riconoscenza: tutto quello che abbiamo e siamo cioè “ due
spiccioli “.
15 novembre 2015 XXXIII DOMENICA DEL T.O. (anno B) Mt.13,24-32
L’
evangelista Matteo oggi si congeda da noi (l’anno liturgico B è al termine)
proponendoci un brano apparentemente apocalittico, che cela parole di speranza
escatologica: “Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno”.
Tutto quello che ci spaventa, ci scoraggia, ci rattrista finirà, se rimaniamo
aggrappati alla croce, lasciando il posto alla pace, alla felicità e alla
serenità che porterà con se il “Figlio dell’uomo quando verrà con potenza e
gloria”.
Possiamo essere perseguitati, additati, derisi, emarginati ma se rimaniamo
fedeli ai valori proposti dalla Parola del Vangelo e se perseveriamo nella
preghiera tutto ciò che ci “rende diversi” sarà spazzato via “perché Egli
manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti”.
Dobbiamo abituarci gradatamente ad abbandonare il nostro piccolo mondo, che
abbiamo costruito su fondamenta fragili ed impastate di vanità, per abbracciare
con docilità, speranza e passione un “mondo immenso” che non è di questo mondo
e che non conosciamo pienamente perché costruito sulla carità e sulla fede
impastate di speranza certa, dove tutti ci ritroveremo.
22 novembre 2015 XXXIV
DOMENICA DEL T.o. (anno
B) Gv.18,33-37
Solennità NOSTRO SIGNORE
GESU’ CRISTO, RE DELL’UNIVERSO
Celebriamo
la solennità di Cristo Re dell’universo, esaltando una “regalità” che ci darà
la possibilità di vivere in pienezza, ma che non ricalca le caratteristiche
regali che noi conosciamo: Gesù è un re senza corona, senza mantello di
ermellino e senza scettro.
Gesù Cristo è presentato come un re sconfitto, che avvolto da un mantello di
menzogne, schiacciato da una croce ignominiosa e coronato di spine, sopraffatto
da una violenza inaudita, da una convinta presunzione e da una spavalderia
spudorata, soccombe sotto il peso della “regalità” del male.
Ma Gesù Cristo non è re “di questo mondo” e quindi tutto quello che per questo
mondo è potenza, forza, privilegio, comando si frantuma e diventa polvere
davanti alla sua “regalità”.
Gesù Cristo è un re, che esaltando fino all’estremo la sua sofferenza, riesce a
far trionfare l’Amore che sconfigge il male e schiaccia per sempre il nemico
della Verità.
Noi possiamo essere suoi sudditi fedeli lottando contro il male e la menzogna
con l’arma dell’amore verso noi stessi (perché non siamo nostri ma siamo di
Dio) e verso gli altri (perché non siamo soli ma siamo realmente vivi solo
quando siamo il relazione con gli altri).
29 novembre 2015- I
DOMENICA DEL TEMPO D’AVVENTO (anno
C) Lc.21,25-28.34-36
E’
la prima domenica del nuovo anno liturgico (anno C). E’ la prima domenica del
tempo di Avvento, tempo che ci accompagna con paterna protezione e con materna
dolcezza al Santo Natale del Signore.
“State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano”
Per chi non ha fede il tempo che passa è motivo di tristezza e di angoscia
poiché si porta via tutto ciò che abbiamo accumulato e che con fatica cerchiamo
di conservare.
Per chi non ha fede il tempo che passa crea preoccupazione, allontana la
speranza e appesantisce il cuore offuscandone il profondo, dove dimorano i
sentimenti che addolciscono la vita e condiscono di sapienza le esperienze
vissute.
E’ quando si ha paura di perdere le “cose ammassate nel tempo” che diventiamo
schiavi delle “cose stesse” soffocando il nostro avvenire negli affanni della
vita.
Per chi ha fede il tempo che passa è sorgente di speranza, è ricchezza, è
conquista di certezze che alleggeriscono il nostro cuore spogliandolo delle
illusioni umane. Un cuore libero dalla pesantezza delle “cose che passano senza
lasciare gioia” è pronto a ricevere l’annuncio che Dio viene ogni giorno a
prendere posto nella nostra vita per renderla eternamente beata, facendo
scomparire il vecchio mondo entro il quale siamo prigionieri.
Solo un cuore libero è pronto a prepararsi a celebrare la gloria del Santo
Natale del Signore.