A Serravalle di Ortonovo, lungo la
strada che lambisce il Parmignola, prima del ponte per Nicola, il 16 agosto di
ogni anno si celebra la “Fiera di San Rocco”.
Di prima mattina i venditori di dolci, di cocomeri, di zucchero filato, di
giocattoli, piazzano in bell’ordine i loro banchi protetti dalle tende
variopinte. Poco più tardi arrivano i contadini vestiti a festa con i loro
vitelli legati con una fune al muso sbuffante: tutto lo spazio disponibile è
invaso. Un lento vociare rimuove l’immobile silenzio della terra e delle
piante, sotto il cielo caldo. I bimbi corrono a cercare colori e sapori nuovi.
Le ragazze a piccoli gruppi, con l’esuberanza dei loro seni sporgenti,
camminano rigide, con gli occhi fissi verso l’ignoto, fra l’agitarsi variopinto
di un’umanità un poco scomposta. Gli uomini anziani, staccati dal gruppo, a
piccoli conciliaboli parlottano sottovoce, senza animosità, accarezzando le
criniere dei vitelli.Nelle case le donne sono affaccendate a preparare il
desinare: la torta di riso, l’anitra arrosto, i ravioli. La consumazione del
vitto sarà abbondante e sostanziosa, innaffiata dal buon vino bianco dei
vigneti circostanti. Tutto si muove in un andamento preciso e regolato, anno
dopo anno.
Il processo consumistico contemporaneo si esprime oggi con l’arroganza dei
motorini manovrati con rabbia dai giovani in gimcane scomposte tra il
passeggiare della gente. Le piante dei piedi delle donne più anziane
stentatamente si muovono come radicate alla terra. Le movenze delle loro gambe
seguono l’andamento del corpo pesante. Solo le mani si agitano nel considerare
gli oggetti, le cose esposte; così come la preparazione del cibo, con le stesse
cadenze abituali nella casa.
Verranno le piogge dell’autunno e le acque del Parmignola continueranno ad
andare verso il mare, così come le correnti degli uomini e delle donne andranno
lungo la percorrenza della strada, sempre più rarefatte. La congiunzione non
avverrà più fintanto che non sarà ancora estate ed ancora la “Fiera di San
Rocco”, per essere insieme e muoversi tra la gente ad assorbire, ad ascoltare,
a donare, a ricevere tanta felicità.
da ‘Racconti di ieri
e di oggi’. Ceccotti Editore - 1996