Sono
le ore 6 del 2 giugno, quando oltre 150 fedeli di Ortonovo iniziano il loro
pellegrinaggio verso Torino per vivere una giornata commovente che rimarrà
sicuramente scolpita nei loro cuori.
Il parroco di Isola-Luni, don Andrea è l'artefice di questo pellegrinaggio che
è davvero un itinerario di penitenza e di conforto. Il viaggio che ci conduce
alla Sacra Sindone è un viaggio di speranza e tutti ci sentiamo pervasi da
grande commozione. Tutto fila perfettamente e alle 10 abbiamo già raggiunto
la mèta. La prima tappa, infatti, è la
Basilica di San Giovanni Bosco, un santo che ha impegnato tutta la sua vita ad
accogliere, educare e dare amore all'infanzia che ha bisogno e ha dedicato
tutte le sue forze ai giovani, consapevole che "dalla buona o cattiva
educazione della gioventù dipende un buono o triste avvenire della
società".
Giovanni Bosco nasce il 16 agosto 1815 in una famiglia semplice a Castelnuovo
d'Asti.
Orfano di padre fin da piccolo desidera diventare prete. A Torino, nel 1841,
sconvolta dalle condizioni di abbandono, sfruttamento e degrado dei ragazzi più
poveri, comincia a prodigarsi per dare loro accoglienza, istruzione ed un
futuro dignitoso. Nel 1846 apre a Valdocco un oratorio intorno al quale nascerà
col tempo la casa-madre dei Salesiani. Nel 1888, quando si spegne, lascia
dietro di sé innumerevoli opere di bene, che sono proseguite fino ad oggi in
132 nazioni. Proclamato Santo nel 1934, Don Bosco si festeggia il 31 gennaio ed
è il Patrono di Isola e quindi anche di tutti gli ortonovesi.
La giornata, che ci ha procurato intense emozioni, è iniziata proprio con la
sosta nella bellissima chiesa di San Giovanni Bosco, dove sono conservate ed
esposte ai fedeli le spoglie di questo grande Santo. Lì abbiamo partecipato
alla Santa Messa concelebrata dai parroci che accompagnavano la comitiva.
Commovente anche l'omelia di don Alessandro, parroco di Castelnuovo Magra che
con alcuni suoi parrocchiani si è aggregato al nostro gruppo. Toccanti alcuni
episodi della sua infanzia e giovinezza da lui ricordati, essendo lui nato e
cresciuto proprio a Torino ed essendo quindi vissuto in quei luoghi ed avendo
respirato l'aria di santità che vi traspare. Dopo aver consumato il pranzo
"al sacco" ed aver visitato il vasto complesso salesiano, comprese le
stanze in cui è vissuto ed ha pregato San Giovanni Bosco e dove le comitive
arrivano numerosissime da tutta Italia e dal resto del mondo a fare festa con
la famiglia salesiana che ricorda i duecento anni dalla nascita del Santo, ci
siamo trasferiti nella Cattedrale di San Giovanni Battista dove è esposta la
Sacra Sindone.
L' esposizione della Sindone è stata concessa dal Papa proprio in
occasione dei 200 anni dalla nascita di
San Giovanni Bosco. Un' attenzione particolare è dedicata, oltre che al mondo
salesiano, ai giovani, ai malati e disabili, con momenti specifici di
pellegrinaggio ed organizzazione di iniziative di accoglienza. L’ostensione della Sindone ci porta nel
cuore del mistero più profondo della nostra fede, quello della morte e
resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Di quel mistero possiamo vedere
soltanto i contorni: quelli che l’immagine presente sul Telo ci restituisce. Quale
emozione nel vedere tratteggiato quel volto, le piaghe di quel corpo martoriato
che rimangono scolpiti nei nostri occhi e nella nostra memoria e che vanno
direttamente al cuore, mentre dagli occhi incomincia a sgorgare qualche lacrima
per l’indescrivibile emozione provata! Ti sentì come trascinato e non ti
staccheresti mai da quella sacra immagine, tanto che il tempo a disposizione
vola e quindi devi consentire ad altri fratelli di provare le tue stesse
emozioni. Noi siamo stati anche abbastanza fortunati perché ci hanno permesso
di soffermarci per un tempo sufficientemente lungo.
Io lo ripeto a tutte le persone con cui mi trovo a conversare di andare a
vedere la Sacra Sindone: è una emozione da non perdere. Il pellegrinaggio per
questa visita è davvero itinerario di penitenza e di conforto. Certo, è
necessaria anche una buona dose di pazienza e di sacrificio a causa dei
necessari controlli per la sicurezza, la lunga fila e l' anticamera. Ma lo
spirito da cui sei pervaso ti fa sopportare tutto con grande pazienza e
serenità. Magari vorresti che le lunghe file che ti precedono avanzassero più
velocemente, pervaso anche dall’ansia di raggiungere al più presto l' ambito
obiettivo: vedere l' immagine del Salvatore! Comunque è un'esperienza da non
perdere.
Molti mi hanno chiesto perché la sacra Sindone si trova a Torino e come c’è
arrivata?
Ricostruire la storia della Sacra Sindone è possibile solo a partire dal XIV
secolo, quando compare in Francia, a Lirey, nelle mani di Geoffroy de Charny,
cavaliere di grande fama.
Nel 1453, a Ginevra, l' ultima sua discendente, Marguerite, nonostante le
proteste dei canonici di Lirey, cede la Sindone ai Savoia dei quali, da allora,
ha seguito ininterrottamente le sorti e
le vicende. Nel 1476 Jolanda di Savoia, moglie del duca Amedeo IX il Beato,
spesso raffigurato nell'atto di venerare la Sindone, attraversò le Alpi recando
con sé le reliquie della Cappella di Chambery, e quindi verosimilmente anche la
Sindone, fino al suo trasferimento definitivo a Torino, divenendo la
"reliquia dinastica" dei Savoia. Nel 1532 un incendio danneggia
seriamente la Sainte-Chappelle dove è conservata la Sindone, ma viene fortunosamente
salvata: solo alcuni danni ancor oggi visibili. Col trasferimento del centro
amministrativo e politico dello stato a Torino, anche la Sindone raggiunge la
nuova capitale nel 1578 dove è rimasta fino ai giorni nostri, ed è grazie a
queste vicende dei Savoia se oggi noi italiani possiamo venerare a Torino
questa importante reliquia e così noi, fedeli di Ortonovo, abbiamo potuto
vivere una giornata indimenticabile.
Grazie, don Andrea, per questa emozionante occasione che ci hai offerto,
permettendoci di vivere momenti di intensa comunione fraterna! Tanti sono stati
i partecipanti che ti hanno chiesto di prendere altre analoghe iniziative,
consapevoli di interpretare il sentimento di tanti parrocchiani, anche quelli
che sono stati impediti a partecipare a questa commovente spedizione, magari
per motivi di salute o familiari. Grazie di tutto.