Papa Francesco con la Bolla Misericordiae
Vultus, letta e resa pubblica nel giorno dedicato da papa San Giovanni
Paolo II alla Divina Misericordia, ha indetto un Giubileo Straordinario, cioè,
fuori dalla normale ciclicità venticinquennale, con lo scopo di richiamare
l’attenzione sull’incommensurabile attributo di Dio: la misericordia. Già papa Benedetto XVI aveva sostenuto che Deus caritas est; ma Francesco aggiunge
e ribadisce che è anche misericordia.
Caritas e misericordia: due quasi sinonimi che si rafforzano a vicenda tanto
sono legati tra loro come due indivisibili gemelli siamesi e che mostrano un
volto nuovo di Dio, non più il giudice giusto che applica il suo codice di
salvezza alla lettera, ma il volto accogliente e disponibile dell’amore (caritas) e della bontà (misericordia).
Con un impegno al limite delle umane possibilità papa Francesco le prova tutte
per porre fine o, almeno, frenare la spirale di odio, di violenze, di morte, di
prevaricazioni e di soprusi che hanno trasformato il pianeta in una vera “valle di lacrime” e di dolore davanti,
non all’impotenza, ma alla più colpevole indifferenza delle istituzioni
internazionali e dei singoli.
Tante le novità, poiché sarà il Giubileo delle periferie da celebrare in tutte
le Chiese del mondo. Sarà un evento molto pastorale e poco spettacolare da
officiare non solo a Roma.
“Quale segno di comunione di tutta la
Chiesa”, l’evento si decentralizza e non si limita a Roma; infatti, in ogni
città, in ogni diocesi, nelle cattedrali, nelle basiliche e nei santuari, la
Bolla papale prevede l’apertura di una Porta Santa ad imitazione di quella che
verrà aperta in San Pietro e che per questo Giubileo si chiamerà la Porta della Misericordia.
L’apertura avverrà l’8 dicembre prossimo per due motivi: il primo, perché la
data coincide con la Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, di Colei
che Dio ha voluto “santa e immacolata
nell’amore”, “ per non lasciare l’umanità sola in balìa del male”; il
secondo perché la data coincide con il 50° anniversario della conclusione del
Concilio Vaticano II che ha demolito le “muraglie
che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella
privilegiata”, spingendola ad “annunciare
il Vangelo in modo nuovo”, attraverso – come diceva il papa San Giovanni
XXIII – “la medicina della misericordia,
invece di imboccare le armi del rigore.”