Domenica 01.02.2015: IV del
T.O. – XXXVII Giornata per la Vita
“Io so chi tu sei: il Santo
di Dio” (Mc 1, 21-28).
Le prime pagine del Vangelo di Marco (che non a caso si intitola “Vangelo
di Gesù, Cristo, Figlio di Dio”) pongono un pressante interrogativo: chi è
Gesù? Gesù percorre in lungo e in largo la Palestina e nelle sinagoghe parla
con competenza “come uno che ha autorità”, guarisce gli ammalati, scaccia i
demoni. Coloro che lo ascoltano, pieni di stupore, si chiedono: “Ma chi è
Costui che parla con tanta sapienza e compie queste cose?”. Già sulle rive del
Giordano il Padre ci aveva fornito la risposta affermando: “Tu sei il Figlio
mio, l’amato!”. Nel Vangelo di oggi a
dare testimonianza a Gesù è proprio il “nemico”. Un indemoniato, infatti,
esclama: “Io so che tu sei: il Santo di Dio!”. Anche oggi il demonio, con la
sua furia omicida, dà testimonianza ai martiri dei nostri tempi: cristiani,
musulmani, ebrei, induisti, persone di convinzioni diverse… trucidati con
protervia ed efferatezza in nome di un falso dio. Il vero Dio, infatti, è Amore
e vuole solo il nostro bene. Il cuore trema per il dolore, l’indignazione e la
paura, ma Gesù ci rassicura, il male non prevarrà sul bene: “Non temete, ho
vinto il mondo”. Appeso alla croce per
amore, Egli è la risposta sicura e convincente che è venuto a portarci la
salvezza: ieri, oggi, sempre. Oggi Gesù mi chiede di non abbandonarmi a giudizi
inappellabili e di far sbocciare il Gesù che è in me e in tutti i prossimi,
anche nei peggiori assassini, e di pregare con intensità per la loro salvezza.
Domenica 08.02.2015: V del T.O. (11 febbraio - XXIII Giornata del Malato)
“Guarì molti che erano
affetti da varie malattie (Mc 1, 29-39).
Gesù guarisce la suocera di Pietro che è a letto con la febbre e subito la casa
del discepolo, che ospita il Maestro, si riempie di malati e indemoniati che
chiedono la guarigione. Il cuore di Gesù è grande ed ha una risposta per
ciascuno, ma Egli non è venuto per guarire solamente le infermità fisiche, ma
ad annunciare che Dio è Amore e a suscitare il nostro incontro con Lui: a
portare la vita trinitaria sulla terra. Per questo non tralascia mai di
riallacciare il rapporto col Padre, che la sua umanità potrebbe un poco
offuscare, e si riunisce a Lui in luoghi deserti, quando è ancora buio e,
attraverso la preghiera, attinge la forza per realizzare il suo mandato: predicare
a tutti la buona novella.
Nonostante la ressa vociante della folla che chiede il suo intervento, lascia
Cafarnao e con gli Apostoli va per tutte le strade, predicando il Vangelo: “Per
questo sono venuto”, afferma. Oggi Gesù
mi chiede di mettere sempre Dio al primo posto, di amarlo con tutto il cuore,
con tutta la mente e con tutte le forze e di comunicarlo e testimoniarlo ai
fratelli con le parole, ma soprattutto con la vita.
Domenica 15.02.2015: VI del T.O. (18 febbraio -
Le Ceneri, inizio della Quaresima).
Lo toccò e disse: “Lo voglio,sii
purificato!” (Mc 1, 40-45).
Ai tempi di Gesù la lebbra era considerata un segno di peccato e quindi il
lebbroso era allontanato, emarginato dalla società. Gesù rompe con le
consuetudini e va incontro al fratello in difficoltà, di più, lo tocca,
infrangendo regole severe e gli ridona la dignità di figlio di Dio. Il lebbroso
si fida del Maestro, sa che Lui solo può salvarlo e con cuore sincero gli
chiede: “Se vuoi puoi purificarmi!”. E’ questo atteggiamento di confidenza che
provoca la risposta affermativa di Gesù. Anche noi dobbiamo avere questa fiducia,
questo abbandono filiale: nulla è impossibile a Dio! Come Maria dobbiamo fare
il vuoto dentro di noi, perché Egli possa trovare spazio e agire liberamente.
Tra pochi giorni inizierà la quaresima, tempo prezioso di riconciliazione. Non
vi è gioia più grande della certezza che il Padre Misericordioso non solo
perdona, ma dimentica tutte le nostre colpe. Egli ci aspetta con ansia,
scrutando da lontano il nostro ritorno per gettarci le braccia al collo e
stringerci con forza al petto. Oggi Gesù mi chiede di avvicinarmi fiduciosa a
Lui, chiedendo umilmente il suo aiuto, il suo perdono, certa che non vi è
mancanza che Egli non possa perdonare.
Domenica 22.02.2015: I di quaresima.
“Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 12-15).
Gesù rimane nel deserto quaranta giorni tentato da Satana. Marco non ci
descrive le tentazioni subite da Gesù, a differenza degli altri evangelisti, ma
la stretta comunione di Lui con Spirito Santo è manifestata dalla presenza
degli angeli che lo servono. Dopo aver fortificato il suo spirito con le
preghiere e le mortificazioni, Gesù è pronto ad intraprendere il suo cammino
per le strade della Palestina, dove esorta le popolazioni, annunciando che il
regno di Dio è vicino con parole di fuoco: “Convertitevi e credete al
Vangelo!”. Gesù chiede un capovolgimento totale di sé, un ribaltamento di tutte
le prospettive e le certezze: occorre mettere al centro della propria vita
l’amore per Dio e per i fratelli. Come l’amore del Padre non misura, non
calcola, non pone condizioni, non ricorda l’offesa, così ha da essere anche per
noi. “Siate perfetti come perfetto è il Padre mio”. Credere, con tutte le
forze, che Gesù è il Figlio di Dio che è venuto sulla terra a dare la sua vita
per noi, per caricarsi di tutte le nostre colpe. Non esiste un amore più grande
di questo! Dio riallaccia con noi il rapporto che il peccato aveva spezzato,
ricostituisce la sua amicizia con noi. Oggi Gesù mi chiede un profondo atto di
fede nella potenza risanatrice e purificatrice dello Spirito e mi invita a non
sottrarmi all’incontro con Lui.