Ogni anno, nella notte fra
il cinque e il sei gennaio, i bambini che frequentano l'oratorio
“Ludovico Capellini”, celebrano l'Epifania con una rappresentazione teatrale,
guidati dal
gruppo interparrocchiale dei giovani educatori. Questa volta ha collaborato
anche il seminarista Stefano Ricci.
I giovanissimi interpreti hanno messo in scena, nella chiesa di Caffaggiola, un
racconto dedicato a don Bosco, del quale
ricorre, il 31 gennaio, il duecentesimo anno dalla nascita ed è Patrono della
chiesa di Isola. Hanno narrato, con freschezza e semplicità, la vita del Santo,
”inventore” degli oratori, dove hanno
trovato accoglienza, educazione ed amore centinaia e centinaia di ragazzi, presi
dalla strada e salvati da una vita di
stenti e di tentazioni, di miseria morale e materiale.
Ma come don Bosco “ha inventato” gli oratori? Tutto è cominciato con il primo
“sogno” che è stato descritto dai nostri attori in erba nei loro “quadri”
figurati. All'età di nove anni, il futuro don Bosco, allora solo Giovannino,
vide in sogno Gesù e la Vergine Maria,
che, in forma velata, gli indicarono la sua futura missione. Gli parve di essere vicino a casa sua, in
mezzo a gruppi di ragazzi che giocavano, ridevano, si picchiavano, e, non
pochi, anche bestemmiavano.
Giovannino, a sentirli bestemmiare, si slanciò verso di loro per prenderli a
pugni e a schiaffi, per farli
tacere. Ma, all'improvviso, ecco
apparirgli un Uomo dal nobile aspetto, che gli intimò di fermarsi, perché, disse ”non con le percosse, ma con la
mansuetudine si dona ai ragazzi un'istruzione sulla bruttezza del peccato”.
L'Uomo (Gesù) promise al ragazzo che un
aiuto gli sarebbe venuto da Colei che
sua madre gli aveva insegnato a pregare
tre volte al giorno. E fu così. Una
Signora, vestita con un manto splendente, mostrò a Giovannino un fatto
strabiliante: i ragazzi si erano
trasformati in tanti, diversi animali, che saltavano per la piazza. La Signora
disse: ”Questo è il campo in cui tu dovrai lavorare; renditi umile,
forte e robusto. Ciò che vedrai succedere a questi animali, tu dovrai farlo per
i miei figli”.
Ed ecco che, al posto degli animali feroci, comparvero tanti agnelli
mansueti. “A suo tempo comprenderai”,
disse la Signora a Giovannino. Il
ragazzo si svegliò, confuso, sentendosi le mani indolenzite ed il viso
bruciante per gli schiaffi.
Questa in sintesi la trama del racconto
recitato dai bambini, interpreti
bravissimi, tutti, senza eccezione, pronti a dare ad ogni personaggio quel
tocco di originalità proprio di ognuno.
Gli spettatori, che gremivano la chiesa, hanno applaudito senza
risparmiarsi a più riprese.
E' importante ricordare che i giovanissimi attori provengono da quasi tutte le
parrocchie del
Comune di Ortonovo, e rappresentano un segno di
intesa e di collaborazione molto
significative dal lato educativo. La
festa è poi continuata con l'arrivo dei Re Magi, che, ad uno ad uno, hanno
fatto il loro ingresso nella chiesa oscurata. Essi, seguiti dai riflettori, si
sono avvicinati al Bambinello, ed hanno deposto, inginocchiandosi davanti alla
mangiatoia, i loro doni, con un cerimoniale intenso e suggestivo che ha
incantato piccoli e grandi.
E, alla fine, una “nonna” della parrocchia, ha distribuito cioccolatini, dolci
e caramelle, donando ad ogni bambino presente
la tradizionale ”calza”, chiamando tutti a partecipare
alla gioia della serata.
Proprio come don Bosco avrebbe voluto! Serenità e pace per tutti!