Domenica 30 novembre inizia
un nuovo anno liturgico. Per i credenti esso non può essere un semplice fatto
legato al calendario.
Nell'anno liturgico, infatti, la Chiesa ci chiede di far memoria dei principali
momenti della storia della salvezza, che ha come centro la morte e risurrezione
di Gesù Cristo. Essendo, però, la salvezza un evento che si compie nella storia
e nella concretezza della vita degli uomini, essa non può essere presa come un
fatto a sé stante, ma necessita di venir collocata all'interno di un cammino
ben preciso.
Ecco allora il riproporre tutto ciò proprio con il tempo dell'Avvento. Esso
segna la memoria dell'attesa del Messia e l'evento della nascita di Gesù. Con
essi, però, richiama anche ogni credente ad essere preparato ad accogliere il
ritorno del Signore, così come Egli stesso ha promesso ai suoi discepoli nel
giorno della sua ascensione al cielo. Nello stesso tempo la fede ci ricorda che
quotidianamente siamo chiamati a vivere la presenza del Signore con noi, certo
non ancora svelata e visibile come vorremmo, ma non meno vera ed efficace. Lui
stesso lo ha promesso: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine
del mondo» (Mt 28, 20). Molti sono i modi con i quali Egli rimane in mezzo a
noi: nell'Eucaristia, nella sua Parola, nell'intimità della preghiera personale
e comunitaria. Nel vivere l'Avvento non possiamo trascurare tutto ciò.
Ma è pur vero che, come comunità di fede, non possiamo non ricordare con
attenzione particolare la sua presenza nei fratelli più poveri: «tutto quello
che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a
me» (Mt 25, 40). È dunque con sollecitudine pastorale che invito tutti a
guardare con attenzione alle proposte concrete dell'Avvento di fraternità che
la Caritas Diocesana, anche quest'anno, pone alla nostra attenzione. Le ricordo
di seguito affinché siano presenti a tutti:
- Sostegno alle famiglie in difficoltà;
- Progetti di accoglienza
per richiedenti asilo;
- Progetti di accoglienza
per i senza dimora.
Alla sensibilità di tutti affido l'impegno perché ciò possa, con il contributo
di ciascuno, assumere concretezza significativa. Piccolo o grande, un gesto di
solidarietà brillerà sul nostro albero di Natale e nel nostro Presepe più di
ogni possibile decorazione. La promessa di Gesù sarà per tutti la gioia più
bella: «Bene, servo buono e fedele... ho avuto fame e mi hai dato da
mangiare,... ero straniero e mi hai accolto...» (cfr. Mt 25, 21. 35).
A tutti un santo e sereno
Avvento di fede, di luce e di pace.