Sabato
4 ottobre: S. Francesco, patrono d’Italia Oggi riprendono gli
incontri del primo sabato del mese: i pellegrinaggi presieduti dal Vescovo
diocesano ai vari santuari della diocesi. Vista la poca partecipazione agli
ultimi pellegrinaggi eravamo indecisi se confermare ancora il viaggio in
pullman, poi don Andrea ha deciso di continuare sperando in una maggiore
partecipazione. Così alle 6,45 si parte da Casano per andare a La Spezia, alla
“Madonna dei Poveri” (zona Montepertico, vicino al carcere). E’ vero che siamo
arrivati un po’ in ritardo, ma non abbiamo trovato il punto di ritrovo e, con
qualche difficoltà, siamo riusciti a trovare la piccola chiesa, nonostante
avessimo con noi don Andrea (e fortuna che c’era lui!). E, forse, è stato
meglio così, perché pensavamo tutti che il percorso fosse tutto pari, invece i
partecipanti si sono avventurati lungo un sentiero che da Monte Pertico portava
alla chiesetta. Noi abbiamo fatto solo l’ultimo pezzo a ritroso. Non so se io
per primo (un po’ acciaccato) e altre persone anziane sarebbero riuscite a fare
quel percorso. Ma: “tutto è bene quel che finisce bene!”.
Giovedì
9 ottobre
Questo
secondo giovedì del mese riprendono anche gli incontri di adorazione
interparrocchiale per le vocazioni e, questa sera, l’appuntamento è nella
chiesa di Nicola, la cui patrona è la Madonna del Rosario che festeggiamo
proprio in questi giorni. Peccato che una chiesa così bella e importante non
riesca ad attirare, almeno in queste poche occasioni, un numero maggiore di persone.
I Nicolesi residenti, si sa, sono molto pochi, ma ce ne sono tantissimi non
residenti che potrebbero partecipare.
Sabato 11 ottobre
Questa mattina - alle ore 8
- sono al santuario del Mirteto. E’ più di un mese che non vi entro: come i
lettori già sanno, in questo periodo sono stato a Milano per un intervento;
sabato scorso ho partecipato al pellegrinaggio diocesano e stamani eccomi
quassù per la recita delle Lodi e Santa Messa. Ed è sempre emozionante
rientrare in un luogo caro dopo certe esperienze. Ho fatto la salita forse un
po’ troppo velocemente, per cui appena entrato mi accosto all’acquasantiera più
per appoggiarmi che per il consueto segno di Croce e aspetto che mi passi il
fiatone. Noto, lì a fianco, un leggìo con sopra un grosso quaderno con degli
scritti e mi soffermo a leggere. Sono quasi tutte invocazioni alla Madonna per
aiuti particolari o per Grazie ricevute e in maggior parte di persone che
arrivano da lontano, anche stranieri (forse quelli del posto non si firmano).
Ce n’è una che mi colpisce particolarmente: un bimbo che chiede alla Madonna
che i suoi genitori si riuniscano. Quante persone hanno sempre bisogno di
parlare direttamente con la Santa Vergine!
Nel
pomeriggio, verso le 16, vado in Piazza di Sotto perché una mail mi aveva informato
che ci sarebbe stata una visita guidata, organizzata dall’Associazione
Culturale “Amici di Luni”, dal titolo “Un’abbazia e un santuario” a cura di
Piero Donati. Alla spicciolata arrivano questi ‘amici di Luni’: ne conosco solo
alcuni; del paese, oltre a me, ci sono Tarcisio e Romano (si vede che la cosa
non era stata tanto pubblicizzata). Verso le 16,30 il prof. Donati inizia a
illustrare, da fuori, l’origine e il perché di queste due grandi chiese in un
borgo così piccolo; si sofferma a parlare dell’antica e singolare meridiana
posta sulla facciata della chiesa, poi, all’interno, ci dà delle interessanti
notizie storiche sugli altari più importanti, in particolare sulle statue
cinquecentesche e sui preziosi marmi. Purtroppo il tempo è tiranno, poiché deve
iniziare la Messa e c’è da visitare il santuario. Io mi fermo in piazza, non
salgo al santuario, ho già avuto modo di ascoltare il prof. Donati
sull’argomento, però, com’è successo anche oggi, ci sono sempre cose da
apprendere, ascoltando dei veri esperti, sulla storia dei nostri monumenti a
volte, anzi spesso, così trascurati
Venerdì 24 ottobre
Sono
appena passate le ore 14 e sento i rintocchi delle campane della chiesa di
Cafaggiola: un’altra anima è volata in cielo: è proprio quella del caro Doretto,
un altro caro collaboratore di questo bollettino. Forse da sempre ha
collaborato, ma negli ultimi anni i suoi ‘pezzi’ erano per molti lettori il
‘piatto forte’ del “Sentiero”. Era “l’innamorato di Gesù Eucaristia”, almeno
così io lo definivo. Nei nostri incontri (e lo incontravo spesso) prima o poi
tornava sempre sul solito argomento, Gesù Eucaristia: quando lo riceveva da
padre Onildo, o da don Andrea, o quando glielo portavano a casa. “Sai, mi
diceva, me l’ha portato proprio qui, in casa mia! Che onore!”. Oltre che
collaboratore era anche diffusore del nostro bollettino. Voleva che gliene
lasciassi una quindicina di copie perché doveva portarlo ai suoi amici lettori
(che magari non frequentavano tanto le chiese se no lo prendevano lì). Poi con
la carrozzina elettrica (la papamobile) andava da questi amici: alle Cantinae
Bosoni, dalla giornalaia a Dogana, in banca, alla Coop, dal fruttivendolo, ecc.
A proposito della “papa mobile”: non gli ho mai chiesto se l’aveva chiamata lui
così o qualcuno dei tanti che incontrava, visto che diffondeva, dove passava, tanta gioia e serenità, un po’ come
il Santo Padre. Da diversi mesi ci
dicevamo: “Ti hanno chiamato?”. Perché entrambi eravamo in attesa della
chiamata dall’ospedale (io da Milano, lui da Carrara) per un intervento.
Purtroppo, per lui le cose si sono complicate terribilmente. Lo festeggeremo
tra pochi giorni nella festa di Tutti i Santi.
Domenica 26 ottobre
Oggi alla Santa Messa delle
ore 11, abbiamo di nuovo padre Mario, il nostro parroco. E’ tornato in
settimana dal viaggio in Guatemala per fare visita ai familiari e per
partecipare al Consiglio di tutti i Padri responsabili delle varie missioni. E’
stato assente per oltre un mese; lo ha sostituito padre Gabriel che nei momenti
di bisogno si rende sempre disponibile, e abbiamo così potuto constatare quanto
è bravo ed incisivo nelle sue omelie.
Ma lui, bravo anzi bravissimo, non è il parroco, non è il nostro ‘pastore’, ne
fa solo le veci. E quindi la comunità ha senz’altro risentito della mancanza
del suo ‘pastore’. In questi casi le ‘pecore’ è facile che si disperdano. Al
termine della celebrazione padre Mario ha salutato tutta la comunità
parrocchiale e ci ha ricordato i primi impegni pastorali ai quali partecipare.