Sembra il titolo di una favola antica, ma la storia della “Madonna del Portone”
è sicuramente vera. Ed io provo a raccontarla così come è stata tramandata da
mio nonno, e poi da mia madre, Argentina Tusini.
Alcuni secoli fa, cinque o sei, ma con certezza dopo la costruzione del
trecentesco castello di Fosdinovo, c’era un grande arco di pietra all’inizio
dell’attuale Viale Malaspina (sulla via Aurelia), il quale aveva un adeguato
portone in legno che la sera veniva chiuso per evitare il traffico nemico lungo
la strada che portava a Fosdinovo, regno dei Marchesi Malaspina. Nella parte
superiore di quest’arco di pietra vi era collocata una statua della Madonna con
il Bambino (a grandezza naturale), scolpita nel bianco marmo di Carrara. Nel
1600 si verificò una grave pestilenza nella vicinissima vallata del Magra con
molti morti. Però non arrivò al di sopra dell’arco di pietra lungo la via
Aurelia e così fu attribuito il merito di tale grazia alla Madonna che stava lì
sopra, la “Madonna del Portone”. Da allora gli abitanti di Caniparola e
dintorni cominciarono a venerarla per la grazia ricevuta. Però verso la fine
del 700 e inizio dell’800 quel grande arco diventò pericolante e, prima del
crollo (che poi avvenne), la statua
della Madonna dovette essere tolta per essere riposta in altro luogo sicuro e
protetto. Per la statua della Madonna
quel luogo sicuro e protetto non poteva che essere nel vicino Borgo Antico di
Caniparola, costruito un secolo prima dal Marchese Gabriele Malaspina, di poco
precedente dell’omonima villa. Con il lavoro di uomini forti e volenterosi, la
preziosa statua di marmo fu caricata sopra un carro agricolo trainato da buoi,
che la trasportò lungo il breve tragitto dell’attuale Viale Malaspina. Qui la
statua trovò sistemazione nell’ala del borgo, in una piccola stanza ricavata
facendo una parete per nasconderla e così proteggerla.
A quel tempo a Caniparola non esisteva una chiesa e gli abitanti anche nei
dintorni usufruivano della Cappella della Villa Malaspina per la messa dei
giorni di festa. Mentre per i matrimoni, funerali e altre cerimonie religiose
andavano a piedi fino a Fosdinovo, perché quella era la loro parrocchia. Ma
torniamo alla statua della “Madonna del Portone”, che rimase nascosta da un
muro nella piccola stanza a Caniparola fino al nuovo secolo, il 900.
Finalmente nel terzo decennio iniziarono i lavori per la realizzazione della
chiesa di Caniparola, che non fu progettata come una chiesa classica, ma usato
lo spazio proprio lì a fianco nella stessa ala ovest del Borgo Antico, con l’entrata
rivolta a levante, con l’esterno ancora visibile. Il lavoro più impegnativo era
stato quello di abbassare il piano del pavimento per renderla più spaziosa. La
gran quantità di terra fu scavata a mano con picconi e pale, caricata sopra dei
carri agricoli e portata altrove da uomini volenterosi e determinati, in parte
mezzadri del marchese Malaspina. Ma
anche il lavoro di muratura e di altro genere, necessario per finire la chiesa,
fu svolto da persone del luogo gratuitamente (o quasi), così anche per il
trasporto del materiale, sempre con carri trainati dai buoi, come usava allora.
Nella tanto attesa chiesa di Caniparola trovò il suo posto d’onore la “Madonna
del Portone” che ancora oggi si festeggia il 21 novembre. Era il 21 novembre
1928. Per altre due generazioni la tanto venerata statua della Madonna rimase
in quella chiesetta nel Borgo settecentesco di Caniparola, ed è stata un punto
di riferimento per la gente anche dei dintorni. Oltre ad essere testimone di ogni
evento religioso, ha fatto comunque parte della vita di tutti, sia felice che
doloroso. Con lo sviluppo di Caniparola degli anni 60/70, all’inizio di via
Papa Giovanni XXIII, fu costruita la nuova chiesa che, senza essere grandissima
né con eccessivo lusso superfluo, era ed
è molto bella e accogliente. Anche in questa occasione non è mancata la
collaborazione di molte persone del posto, Caniparola e dintorni, sia con il
lavoro manuale che col denaro. Fu così
che l’antica e venerata “Madonna del Portone” trovò nella nuova chiesa la sua
sistemazione definitiva. Questo dal 13 giugno 1974, giorno dell’inaugurazione
della nuova chiesa.
Io l’ho scoperta da poco tempo questa Madonna col Bambino in marmo bianco di
Carrara, dopo l’ennesimo racconto di mia madre ultranovantenne. L’ho
fotografata, ne ho fatto un quadro che ho appeso nella mia camera e,
guardandola, mi infonde molta serenità.
Millene
Lazzoni Puglia, Caniparola 1999
Portone di Caniparola in Val
di Magra
“E’
una gran porta lungo la strada regia postale di Genova, posta alla destra del
torrente Larone, nella parrocchia, Comunità Giurisdizione e quasi 3 miglia
toscane, a ostro libeccio di Fosdinovo, Diocesi di Massa Ducale, già di Luni
Sarzana, Ducato di Modena.
Trovasi
questo portone all’estrema lingua di terra già feudale per arrivare sulla
strada corriera di Sarzana dove sbocca la nuova via militare di Reggio nell’ex
feudo di Fosdinovo, antico possesso de’ marchesi Malaspina, cui spetta tuttora
la tenuta col bel palazzo di Caniparola, posto in fondo ad un retto stradone
presso le cave di lignite note sotto il vocabolo di Carbon fossile di
Caniparola”.
Cit. Dizionario Geografico, Fisico e
Storico Toscano – E. Repetti