Dopo la Resurrezione tutto è gioia ……
tutto è luce …… ogni festa diventa
solennità.
Domenica 1 giugno: solennità
dell’Ascensione del Signore (Mt. 28,
19-20).
“ Io sono
con voi tutti i giorni…”. Quante volte abbiamo invidiato gli apostoli perché
hanno potuto vivere vicino a Gesù; quante volte abbiamo giustificato la nostra
“tiepida” testimonianza perché non abbiamo potuto attingere personalmente forza
dalla “freschezza” della fede testimoniata dalla viva voce degli apostoli;
quante volte abbiamo pensato che servirebbero anche oggi gli stessi “gesti
straordinari” compiuti da Gesù e ricordati nei Vangeli, per portare la fede
nell’ animo dei non credenti. Ma tutto questo è frutto della nostra pigrizia
intellettuale, che rallenta la nostra volontà e confonde il nostro cuore, fino
al punto di dimenticare il messaggio potente in cielo e in terra del Signore
Risorto, che ci esorta dicendo: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli,
battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando
loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” . Questo invito del Signore può
avere anche oggi, per noi, la stessa vitalità che avrebbe se fosse ascoltato
direttamente dalla voce dei testimoni
oculari di Gesù. Ognuno di noi in ogni momento, scegliendolo liberamente, può
fare la medesima esperienza degli apostoli: vivere vicino a Gesù, ascoltarLo,
camminare con Lui, essere suo testimone e con la forza della fede in Lui
compiere gesti straordinari d’Amore, perché Gesù, se lo vogliamo intensamente,
è sempre con noi.
Domenica 8 giugno: solennità della
Pentecoste (Gv. 20,19-23).
“Ricevete lo
Spirito Santo…”. Tutte le volte che si incontra Gesù la vita di chi lo incontra
si arricchisce di doni introvabili e inestimabili. Questa verità è
concretamente reale, per gli apostoli, nei molti brani proposti nei Vangeli e
di riflesso, per ciascuno di noi, diventa esperienza concreta ogni volta che
siamo inseriti in una comunità orante il suo santo nome e in una comunità
adorante la sua santa vitale presenza.
Come la pace che dona il Risorto muta il timore degli apostoli in gioia,
come la pace che dona il Risorto regala agli apostoli una luce beatissima che invade nell'intimo i loro cuori; così è anche per
noi quando ci riuniamo e sperimentiamo cosa significa essere Chiesa, tutto
questo diventa reale e tangibile. Viviamo nella
stessa Chiesa nata, dopo la resurrezione del Signore, dal soffio del
Signore che da la vita, nata in un terreno fertile irrorato dal sangue delle
sue mani e del suo fianco che vengono mostrati agli apostoli per ricordare a
loro prima, e a noi ora, quanto siamo Amati…
ed ecco da questo Amore tutto può
diventare possibile, da quel momento e per sempre, poiché “a coloro a cui
perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non
saranno perdonati».
Domenica 15 giugno: solennità della
Santissima Trinità (Gv. 3,
16-18).
L’evangelista
Giovanni dedica tutto il terzo capitolo del suo scritto al lungo colloquio
notturno tra Gesù, il giovane rabbino e Nicodemo, il fariseo, l’anziano dottore
della legge, il capo dei Giudei. I due condividono la fede in un Unico Dio
(monoteismo), ma l’ anziano ebreo osservante, malgrado le sue molte conoscenze,
la sua intelligenza e la sua sincera voglia di capire, non riesce a
condividere ed accettare le parole di Gesù, perché il suo monoteismo è assoluto
e rigoroso e il suo Dio si nasconde dietro il fitto mistero della sua identità.
Il Dio di Gesù, non un Dio inaccessibile, lontano, che basta a se stesso, altro
da tutto, assente nella storia delle sue creature, ma è “una pluralità di
persone unite nell’ amore” è l'Unico Dio e nello stesso tempo è una “Trinità di
persone, è Uno e Tre”: un bel mistero;
anzi, il mistero dei misteri, dal quale tutti gli altri derivano. Questi sono
alti concetti che riguardano la speculazione teologica, nel campo della quale
non tutti possiamo addentrarci. Ma tutti, assolutamente tutti, possiamo entrare
in comunione con il Dio che ci mostra Gesù: Dio che toglie il velo del mistero
e si fa conoscere e si presenta come Via, Verità e Vita. E’ l’ unico Dio che
come Padre è nostro Creatore, come Figlio è nostro Redentore e come Spirito Santo
è nostra guida e consolatore. E’ l’ unico Dio che mette la sua forza al
servizio del povero e del piccolo, che abbraccia con il suo amore paterno e la
sua tenerezza materna le miserie del mondo. E’ l’unico Dio che attende con
infinita pazienza i peccatori più incalliti per donargli a piene mani il suo
inesauribile perdono, chiedendo in cambio solo il pentimento e il proposito di
fare la Sua Volontà. E’ l’unico Dio che
“ha tanto amato il mondo”, ci ricorda il passo del Vangelo, “da dare il suo
Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita
eterna”. E continua asserendo: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per
condannare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui”.
Domenica 22 giugno: Solennità del Corpus
Domini (Gv. 6, 51-58).
“Chi mangia
la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui… Chi mangia la mia
carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo
giorno”. Che cosa accade a chi,
accompagnato dalla propria fede, incontra Gesù nel Sacramento dell’ Eucarestia
? Riesce a colmare la fame di felicità,
di giustizia, di verità, di pace interiore, che è costantemente presente
nell’animo di ogni uomo; riesce a superare la paura della morte che ossessiona
ogni vita umana; riesce ad abbracciare il dolore fino ad arrivare ad accettarlo
come dono prezioso, lo stesso dolore che viene sempre schernito, schivato e
odiato ferocemente perché da sempre terrorizza ogni intelligenza; riesce ad
accontentare ”il desiderio di Dio che ogni cuore umano richiede”; riesce a
raggiungere la vita "eterna", che è la vita propria di Dio stesso.
Tutto questo non è frutto di una magia, ma è possibile grazie alla fede nel
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo del sacerdote, unita e fusa, al punto che
diventa una sola, alla fede nel Santissimo Corpo e Sangue di Cristo del
credente. Il primo dona l’Eucarestia dichiarando: “Il Corpo di Cristo“, che
tradotto con il linguaggio della fede significa: questo che ti dono è Gesù che
è morto per te, è il Risorto che si dona a te perché ti ama da sempre. Il
secondo la riceve con devozione pronunciando: “Amen“, che tradotto con il
linguaggio della fede significa: si questo è il mio Signore, lo accetto con
gioia e rispetto, desidero che resti sempre con me, del mio cuore ne faccio la
sua dimora.
Domenica 29 giugno: solennità dei Santi
Pietro e Paolo (Mt 16,13-19).
Oggi,
tredicesima domenica del Tempo Ordinario, la liturgia domenicale cede il passo
alla solennità dei santi, Pietro e Paolo, che la tradizione considera
"colonne della Chiesa", e la cui festività è, storicamente, molto
antica tanto da precedere la stessa solennità liturgica del Natale. Questi
Santi dalla fede granitica, conquistata dopo una crescita spirituale intessuta
di errori, ricadute e pentimenti, ci aprono il loro cuore per farci partecipi
della loro ricchezza interiore : da San Pietro riceviamo la forza prorompente
che emana dalla professione di fede, ispirata dallo Spirito Santo: «Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente»; da San Paolo, l’Apostolo delle genti,
riceviamo questa riflessione consolante: “Ho combattuto la buona battaglia, ho
terminato la corsa, ho conservato la fede” (scritta nella lettera indirizzata
all’amico Timoteo).
Forza e consolazione
sono doni, apparentemente contrastanti per un soggetto profano, ma diventano
complementari quando si riferiscono alla fede nel Cristo Risorto. La forza, che
proviene dal fatto di essere stati investiti di responsabilità, direttamente
dal Risorto, riguardo alla fede predicata, ha sempre accompagnato ogni
decisione e discorso di Pietro e di Paolo; decisioni e discorsi che, intessuti
di saggezza, impreziositi di umiltà e garantiti,
in quanto a verità, dallo Spirito Santo, hanno consolato gli astanti infondendo
in loro la fiducia nella infinita Misericordia del Signore. Anche oggi
l’attuale successore di Pietro, Papa Francesco, con forza consolante continua a
parlarci del Risorto, facendo di ogni suo discorso e di ogni sua decisione un
memoriale perenne della predicazione dei Santi Pietro e Paolo.