Quando capiterà di
nuovo? In duemila e più anni il papato
ci ha riservato una vastissima gamma di avvenimenti, a volte meravigliosi, a
volte molto meno, che sono passati, comunque, alla storia, ma mai era capitato
di assistere alla presenza di due Vescovi di Roma che insieme elevano agli
onori degli altari altri due Vescovi di Roma uniti da un medesimo filo
conduttore, il Concilio Vaticano II, quale strumento insostituibile per la
nuova evangelizzazione. Pensare che il 27 aprile 2014, festività della Divina
Misericordia, due miliardi di persone hanno potuto vedere la celebrazione di
Piazza S. Pietro, oltre a dare i brividi per l’emozione e per l’effetto
mediatico, impressiona per la grandezza spirituale dell’evento che riporta la
Chiesa di Roma al centro dell’attenzione mondiale come protagonista assoluta di
un messaggio che, se fosse accolto da tutti, trasformerebbe l’intero pianeta in
un’oasi di pace e di giustizia sociale e si porrebbero i presupposti per
avvicinarsi alla salvezza eterna. La Chiesa non mette sul candelabro della
santità per esibizione, ma esclusivamente per aiutarsi e aiutare ciascuno di
noi sulla strada della testimonianza cristiana. I santi sono testimoni ed
esempi reali, cioè sono le lampade che indicano la sorgente della santità e
della luce, Gesù.