31
gennaio 2014 -
Oggi a Isola si festeggia il
Santo Patrono, S. Giovanni Bosco. Alle ore 18 Santa Messa solenne presieduta da
don Luca Pescatori, parroco a Pegazzano. Completamente stipata la piccola
chiesa di Isola, in questa e anche in altre occasioni è proprio insufficiente,
ma è sempre bello vedere le chiese così piene. Come al solito il “coretto” di Isola ci ha allietato con canti sempre
nuovi.
1° febbraio 2014 -
Stamani levataccia per i
partecipanti al pellegrinaggio mariano del 1° sabato (il pullman parte da
Casano alle ore 6,10), ma ai punti di ritrovo i partecipanti (anche diversi
anziani) sono tutti sempre puntuali. Al
ritrovo presso la stazione ferroviaria di Levanto oggi c’è solo il nostro pullman,
poiché i pellegrini da Spezia e dalle Cinque Terre arriveranno col treno. Dopo
tanta pioggia oggi il tempo sembra che regga; è freddo ma il Santuario è grande
e accogliente; i confessori sparsi nella chiesa sono tutti impegnati nel loro
ministero. Ma di tutto questo ne parla anche Paola in altra pagina.
Lunedì 3 febbraio 2014 -
Per
questa sera - alle ore 21-, padre Mario ha convocato un gruppo di persone per
iniziare a parlare del centenario della Incoronazione della Madonna del Mirteto
(21 maggio) e poiché la chiesa di S. Lorenzo è inagibile, ci incontriamo nel
locale dove si celebra la
Santa Messa feriale, messo a disposizione dalla famiglia
Franciosi di Viareggio, che padre Mario ha denominato “cripta”, per il fatto
che quando siamo lì riuniti sembra di essere tornati ai tempi dei primi cristiani.
Il gruppo di stasera ha il compito di individuare quali possono essere le
iniziative da mettere in atto per l’occasione.
Al termine dell’incontro c’è già tanta carne al fuoco, alcuni di noi si
sono già presi dei compiti precisi; a fine mese ci incontreremo di nuovo e
faremo il nuovo punto della situazione.
Giovedì 6 febbraio 2014 -
Stasera
con padre Mario e altre due persone mi sono recato al Seminario per la consueta
ora di adorazione per le vocazioni. Anche stasera abbiamo recitato la
“coroncina” per le vocazioni e al termine il Rettore, don Franco, ha
ringraziato tutti per la numerosa presenza e ha detto che bisognerà studiare
qualcosa per creare nuovi spazi per i partecipanti, visto che aumentano sempre.
Sabato 22 febbraio 2014 -
Mentre sto scrivendo questo
“diario” dagli appunti di questo mese (sono le 22,30 circa), suona il
cellulare; appena leggo il nome di chi mi sta chiamando capisco cosa è
senz’altro avvenuto. Chi mi chiama è Piergiuseppe Franciosi, il figlio del
“Preside”; ero già sull’avviso e perciò quello che mi comunica non mi sorprende
più di tanto: papà Giuseppe ci ha lasciati, o meglio, la signora Giulia è
tornata a riprendersi il suo Giuseppe. Era questo, infatti, quello che il
Preside sempre diceva dopo la morte della moglie. Ormai da diversi mesi non si
muoveva quasi più dalla poltrona del suo studio e, quando passavo a trovarlo:
“Come andiamo professore!”, gli dicevo. E lui, sempre: “Dove vuoi che vada, io
sono sempre qui che aspetto la
Giulia!”. Ora sono di nuovo insieme: chissà che gioia!
Il
professor Franciosi lo conoscevo da
sempre, lui era un personaggio noto: è stato preside alla Scuola Media per 25
anni, rappresentate politico della Democrazia Cristiana..., ma una
frequentazione vera e propria è iniziata quando è nato “Il Sentiero”; i primi
anni un po’ sporadica poi sempre più intensa, man mano che il mio impegno nella
stampa di questo bollettino aumentava. E devo confessare che è stata
un’esperienza esaltante. La vicinanza
col Preside in questi venti anni mi ha formato e, forse, trasformato, sia dal
lato spirituale che da quello culturale. Poi, però, dopo la morte della Giulia
il suo entusiasmo era scemato, non aveva più voglia di scrivere, di progettare
cose nuove. Nel bollettino lo spazio per il suo “diario”, che era sempre di due
pagine, ha cominciato a ridursi sempre più e aveva perso di brillantezza, fino
al giorno in cui, improvvisamente e con risolutezza, mi ha detto che non
avrebbe più scritto niente, per lui lo scrivere era diventata una vera
sofferenza. Eravamo vicini all’uscita del nuovo numero, per cui ho deciso, in
quattro e quattr’otto, di accollarmi io l’incombenza di portare avanti questa
rubrica tanto apprezzata dai lettori, ben consapevole di quanto sarebbe stato
arduo. Tra l’altro, quando lo stimolavo a scrivere lui mi diceva: “Sei tu che
devi scrivere il “diario”! Tu sei sempre dappertutto, sei informato di tutto;
io sono sempre qui e so le cose solo perché me le racconti tu!”.
Non
posso non ricordare i bei momenti vissuti col Preside, la Giulia e tanti altri amici
nei pellegrinaggi organizzati da Padre Oriano e negli incontri del dopo
pellegrinaggio, a Bocca di Magra.
Inoltre la grande devozione per la Madonna del Mirteto. Ormai lo sapevo, quando non
era in casa, era nell’orto (dietro la casa), ma negli ultimi tempi, più che a
lavorare se ne stava su una sedia di ferro rivolto verso il Santuario. “Vedi,
mi diceva, ci sono due sedie, la mattina mi metto su questa, mentre la sera
vado in quella là”. E tutto questo per osservare meglio la “sua” Madonna.
Grazie,
caro professore, per tutte le cose che ho appreso in questi anni standole vicino e grazie al Signore che ha
permesso tutto ciò.
Martedì 25 febbraio -
Oggi si sono svolti i funerali del Preside. Tanta
la folla; la piccola chiesa e il piazzale erano pieni di gente commossa. La Santa Messa presieduta
dal parroco, Padre Onildo, è stata concelebrata da don Andrea, vicario, da
Padre Mario, rettore del Santuario, da don Ercole, parroco di Casano quando fu
costruita la chiesa di San Giuseppe, dall’anziano cugino del defunto, don Domenico Lavaggi e dai
Diaconi, Paolo e Agostino. All’omelia il cugino ci ha raccontato che il
Preside, da giovane, era stato mandato a studiare dai Vincenziani, a Scannafigi
- la nonna lo avrebbe voluto prete e per di più missionario -, ma si vede che
non era la sua strada, e dopo qualche anno tornò a casa e non diventò prete, ma
missionario sì, e per tutta la vita: nella famiglia, nella scuola, nella
parrocchia, un vero missionario cristiano.
La
celebrazione è stata animata dai canti di un coro improvvisato da Enzo, suo
cognato, formato da persone di tutta le
nostre comunità come segno della interparrocchialità che il Preside ha sempre voluto.
Arrivederci, Preside !