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novembre: Tutti i Santi (Mt 5, 1-12)
Oggi celebriamo la fedeltà
di Dio nei nostri confronti e quella degli uomini verso Dio: da questo connubio
nasce e sgorga la Santità. Nel Vangelo di oggi si ricordano le ‘Beatitudini’;
si tratta di identificare la propria vita in queste categorie. Solo se
metteremo in pratica le beatitudini nella semplicità e nella quotidianità
faremo esperienza di felicità. Questo significa vivere da santi: aprire il
nostro cuore alla speranza e la nostra vita fondata sulla promessa di Dio con
la fedeltà alla sua Parola.
Domenica
3 novembre: XXXI del T. Ordinario C. (Lc 19, 1-10)
Gesù entra nella città di
Gerusalemme e vede un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani, arrampicato su
un sicomoro. Gesù alza lo sguardo e comunica a Zaccheo che oggi stesso sarà suo
ospite. La gente ne rimane scandalizzata, perché Zaccheo è un peccatore. La
gioia di Zaccheo è così grande che vuole condividerla con gli altri. Ma non
basta. Quando comprende che col suo comportamento aveva scandalizzato, vuole
riparare la sua disonestà restituendo quanto aveva rubato. Questo significa che
bisogna porre fine a tutte quelle situazioni di compromesso che ci impediscono
di sperimentare la gioia di appartenere a Lui. Fino a quando non avremo questo
coraggio, la nostra amicizia con Lui sarà vissuta sempre a metà.
Domenica
10 novembre: XXXII del T. Ordinario C (Lc 20, 27-38)
“Se
muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello
prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. Ci
sono tante modalità per accostarsi alla persona di Gesù. Quante persone, anche
oggi, si pongono nei suoi confronti con un atteggiamento poco umile che non
permette loro di capire la profondità della sapienza incarnata che si manifesta
nel Signore. Perciò si può accogliere Gesù e il suo messaggio soltanto se si è
disposti a cambiare radicalmente mentalità e modo di vivere.
Domenica
17 novembre: XXXIII del T. Ordinario C (21, 5-19)
Considerando la magnificenza
del Tempio di Gerusalemme al tempo di Gesù, le sue parole dovettero suonare
come un autentico terremoto. Come si poteva pensare che una costruzione che,
nelle intenzioni di chi l’aveva eretta, doveva rappresentare la presenza
stabile di Dio in mezzo al suo popolo sarebbe crollata? Le parole di Gesù,
effettivamente, si realizzarono circa trent’anni dopo tale profezia. Ma
l’insegnamento che ne ricavi è attualissimo anche oggi: è inutile attaccarsi a
tutto ciò che non è Dio.
Domenica
24 novembre: Gesù Cristo Re dell’Universo (Mc 11, 9.10)
E’ davvero strano il modo in
cui Gesù manifesta la sua regalità in questo brano evangelico. Com’è lontano da
certi sfoggi di potere e di magnificenza dei re della terra! Egli è appeso alla
croce come un ladro qualsiasi: non c’è nulla che dica di Lui alcunché di
regale. Eppure c’è qualcuno che, con gli occhi della fede, comprende che Lui
non è un uomo come gli altri. Egli ha capito che quell’Uomo sofferente sulla
croce è il centro e il destino di ogni uomo. In questa domenica, al termine
dell’anno liturgico, la Chiesa ci fa comprendere Gesù Re dell’universo, e lo fa
indicandoci il Crocifisso.