L’informazione,
nell’epoca globale che stiamo vivendo, è ormai costituita da un flusso
costante, affastellato e spesso caotico di notizie, di commenti, di immagini,
flusso che finisce – si vedano i cosiddetti social network come facebook, tweet
ed altri , ma anche la quantità dei canali televisivi ormai disponibili – per
frastornare gli utenti e per dare ben poche garanzie non dico di obiettività,
ma almeno di equilibrio e di correttezza.
Ciò
costituisce un problema, ed anche un pericolo, che non va demonizzato, ma
neppure sottovalutato. Vanno dunque guardate con simpatia e con interesse, e
con soddisfazione di chi ne usufruisce, quelle esperienze nelle quali l’azione
informativa non è frutto di iniziative singole e incontrollate, bensì opera di
quello che in termini calcistici si può chiamare “collettivo” e in termini
sociali “lavoro di gruppo”.
“Il
Sentiero” appartiene a questa seconda categoria di lavoro informativo. Se ne ha
conferma anche solo guardando la seconda pagina di ogni numero, dove la
cosiddetta “gerenza” riporta il lungo elenco dei collaboratori. Ma se ne è
avuta ulteriore e bella conferma la sera del 21 giugno scorso, quando, per
iniziativa meritoria dell’instancabile Walter, collaboratrici e collaboratori
vecchi e nuovi, giovani e meno giovani si sono ritrovati al santuario del Mirteto
per un incontro di festa, ma anche di lavoro.
Una
serata intera è trascorsa all’insegna dell’affetto per “Il Sentiero” (frutto,
sempre, di assoluto e totale volontariato) così come di amicizie vecchie e
nuove, di scambi di opinioni, di idee per il futuro. Anche così funziona e dà
frutto quel “collettivo” di cui si diceva prima.
All’inizio,
però, visto anche il luogo del ritrovo – ovvero il santuario mariano che da
secoli onora Ortonovo e tutta la Bassa Val di Magra -, non poteva mancare la
preghiera in comune davanti all’icona della Vergine del Mirteto, preghiera che
è stata guidata da padre Victorio, presente poi per tutta la serata. La
preghiera, per il credente, è il nutrimento essenziale dello spirito, senza del
quale qualunque attività risulta incompleta e rallentata. E così avviene, lo si
è visto appunto quella sera, anche per chi collabora al “Sentiero”.
L’incontro
è proseguito nel refettorio del santuario, allietato dal lavoro delle preziose
collaboratrici della cucina, alle quali è andato, a fine serata, il
ringraziamento di tutti i presenti. Tra una portata e l’altra, Walter ha
guidato con l’esperienza di tanti anni, e con vero spirito di amicizia, un
confronto che ha avuto per oggetto la situazione organizzativa del giornale, le
prospettive future e insieme l’esigenza di nuove idee e di nuove iniziative,
sempre però nel solco dell’identità di quella che, da tanti anni, è l’unica
feconda pubblicazione interparrocchiale di tutta la diocesi che fu di Luni.
Attorno
alla tavola erano sedute molte persone, tanti infatti sono coloro che
collaborano al “Sentiero”. E nella pluralità delle persone c’era ovviamente la
pluralità delle idee, delle intelligenze, dei criteri di giudizio. Ma colpiva, e non è retorica affermarlo, lo
spirito di unità e di collaborazione, nella consapevolezza di come il “Sentiero” rappresenti un valore aggiunto
per comunità cristiane che attraversano (come tutte) tempi difficili e che anche
in un organo di stampa così concepito, ed ormai così consolidato, possono ben
trovare elemento di coesione e di crescita comune.
Per
me, che ho alle spalle la straordinaria esperienza di Tele Liguria Sud, la
televisione diocesana fondata anch’essa sul volontariato, è stato come
ritrovare a quella tavola il senso autentico di un impegno di servizio che dà
concretezza, più di tante parole, alle indicazioni del Concilio Vaticano II,
che nel decreto “Inter Mirifica” additò ai cattolici, ormai mezzo secolo or
sono, la strada impervia ma esaltante dei mezzi della comunicazione sociale, ed
i modi giusti per percorrerla, a beneficio di tutti.
A
far da ciliegina sulla torta, per così dire, ci sono state le parole lucide ed
appassionate del “decano” del “Sentiero”, il professor Giuseppe Franciosi, del
quale ci mancano da qualche tempo le noterelle mensili, ma del quale non
mancano affatto – come si è visto in questa circostanza – la vicinanza,
l’amicizia e l’incoraggiamento.
Nei
prossimi mesi, grazie all’azione di coordinamento di Walter e dei suoi più
diretti collaboratori, alcune delle idee emerse nell’incontro troveranno
attuazione e i lettori potranno beneficiarne. Ma soprattutto, il “Sentiero”
continuerà a rappresentare un elemento forte di identità e di memoria comune
per le popolazioni della valle e, più in generale, dell’intera diocesi. Una
memoria, per dirla con termini presi a prestito da un altro settore,
“controllata e garantita”. Proprio come il vino migliore. Di questi tempi, non
è poco…