Domenica 1 settembre (Lc 14,1.7-14)
Il fariseo si compiace di
aver tolto maestro e discepoli dalla strada per farli mangiare alla sua tavola;
Gesù allontana il piatto e pronuncia parole durissime. Mai più i tuoi cari e i
tuoi ricchi vicini a tavola: troppo scontato, troppo facile; ti inviteranno a
loro volta, ti chiameranno per occasioni mondane, ti coinvolgeranno nei loro
piaceri. Invita i poveri nella carne e nello spirito, gli zoppi (anime
storpiate da cattivi maestri, talvolta anche nelle chiese) i ciechi (coloro che
si considerano tali). E ADESSO COSA FARO ?
“La cultura del
benessere ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di
sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l'illusione del futile, del
provvisorio, che porta all'indifferenza verso gli altri, anzi porta alla
globalizzazione dell'indifferenza”. PAPA
FRANCESCO .
Domenica 8 settembre (Lc 14,25-33)
Una folla numerosa; sono
in tanti a sperare di vedere pani e pesci uscire dalle ceste, zoppi correre e
muti cantare. Gesù si volta. Sente la loro mondanità e il loro sperdimento, pronuncia
le parole shock: rinuncia ai tuoi affetti se sono catene, rinuncia ai tuoi beni
se sono affetti, accetta il dolore, vivi la solitudine. Perché l'amore è
assoluto. È fatto di fuoco che brucia e di spada che taglia. ? E ADESSO COSA
FARO’?
“Qualcuno
dirà:”No, io preferisco studiare la fede nei libri!”. E' importante studiarla ma, guarda, questo
solo non basta!. L'importante è l'incontro con Gesù,l'incontro con Lui, e
questo ti dà la fede, perché è proprio Lui che te la dà!” PAPA FRANCESCO.
Domenica
15 settembre (Lc 15,1-32)
Non
è più il ragazzo arrogante e vizioso partito con la metà dei soldi paterni. Ha
toccato il fondo e in un ultimo sussulto di dignità si è guardato dentro
rivolgendo i passi verso casa con una domanda nel cuore."E ADESSO COSA FARO"? E'
grande la sua casa, casa di un uomo ricco: piani e balconi s'alzano orgogliosi
sino all'ultima terrazza dove le donne stendono lini, tolgono il velo e
allentano le vesti. Non è posto da uomini, ancora meno da padrone, ma il padre
vi passa il giorno perché lì l'orizzonte non ha segreti. Un puntolino
lontano...il vecchio corre, abbraccia il
figlio: nessuno sguardo indagatore, nessuna domanda, niente che possa
imbarazzarlo o umiliarlo. L'amore del padre brucia ogni giudizio; è la tunica
più bella indossata sui cenci, è l'anello più prezioso infilato al dito di una
mano piagata...
“Noi diciamo che dobbiamo cercare Dio, andare
da Lui a chiedere perdono, ma quando noi andiamo, Lui ci aspetta, Lui è prima!
Ci sta aspettando! E questa è proprio una grazia grande: trovare uno che ti sta
aspettando”. PAPA
FRANCESCO.
Domenica
22 settembre (Lc16,1-13)
Inizia male questa storia: un padrone furioso
per essere stato truffato, un amministratore imbroglione messo alla porta senza
prospettive. E ADESSO COSA FARO'? Poi
accade qualcosa... come l'acqua che diventa vino e una tempesta che diventa
quiete... L'amministratore trasforma il denaro da avido accumulo a strumento di
amicizia: regala olio e grano ai debitori, essi poi lo accoglieranno nelle loro
case fragranti di pane. La risposta più semplice e sconcertante insieme: con le
ricchezze aiutate, fatevi così degli amici. Gli amici li incontrerai per primi
nella vita eterna, l'abbraccio di chi hai soccorso è l'abbraccio di Dio.
“In questo momento di crisi non possiamo solo
preoccuparci di noi stessi, chiuderci nella solitudine, nello scoraggiamento, nel
senso d'impotenza di fronte ai problemi. Non chiudersi, per favore!...Una Chiesa chiusa
è una Chiesa ammalata. La Chiesa deve uscire da se
stessa. Dove? Verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano” PAPA FRANCESCO.
Domenica
29 settembre (Lc 16,19-31)
Il ricco muore. Per lui ci sarà un imponente
funerale e un grandioso monumento funebre ma... che strano! Gesù dice che la
sua sepoltura è negli inferi, altro non c’è. Il ricco ha occhi nelle tenebre, sentimenti
angosciosi, rimpianti strazianti; Lazzaro, il povero ignorato alla sua porta, il
piagato confortato dai cani è nell'abbraccio luminoso di Dio. E ADESSO COSA
FARO'? Invano grida il ricco, invano invoca fantasmi... Bisogna accorgersi in
tempo dei fratelli poveri, dopo è troppo tardi, dopo hai scavato l'abisso con
le tue mani.
“Ci siamo abituati alla sofferenza dell'altro:
non ci riguarda , non ci interessa: non è affare nostro! Chi di noi ha pianto
per la morte di questi fratelli e sorelle?” PAPA FRANCESCO.