Domenica 5 maggio – Domenica VI di Pasqua - (Giovanni 14, 23 - 29)
Con oggi si conclude il ciclo delle domeniche del tempo di Pasqua, che introduce alle grandi solennità di primavera (Ascensione, Pentecoste, Santissima Trinità, Corpo e Sangue del Signore). In tali domeniche, in deroga al principio della “rotazione” tra i Vangeli sinottici (il 2013, anno C, prevede brani del Vangelo di Luca), abbiamo letto il Vangelo di Giovanni, che è considerato il “Vangelo dell’Amore”. Tra la Risurrezione e l’Ascensione, la Chiesa ci invita dunque a riflettere sul “comandamento dell’Amore”, che fonda il messaggio cristiano. Il Vangelo, tratto dalle parole dell’ultima cena, anticipa anche la venuta dello Spirito: “Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”. Va tenuto presente che nel calendario liturgico universale la domenica odierna è collocata tra l’Ascensione e la Pentecoste, il che spiega l’annuncio della discesa imminente dello Spirito Santo. In Italia, paese in cui l’Ascensione non è festa civile (come Spagna, Portogallo e altri), viene però anticipata all’Ascensione stessa. Il brano sottolinea anche la natura della Trinità, specie nel rapporto tra il Figlio e il Padre (“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui …”). Collegato è il tema della pace (“Vi lascio la pace, vi do la mia pace”): non la pace del mondo, spesso fondata sulla paura, ma quella ebraico – cristiana, unione con il divino rappresentata dalla parola “Shalom”, che nella Torah ebraica non è solo assenza di guerra, ma molto di più: benessere, sicurezza, felicità, “essere giunti nella terra promessa”. Questa è la pace di Gesù.
Domenica 12 maggio – Solennità dell’Ascensione (Luca 24, 46 -53)
Tra gli evangelisti, Luca è il più preciso e dettagliato nella descrizione dell’ascensione al cielo. Poiché poi egli è anche autore degli Atti degli apostoli, oggi (anno C) leggiamo il suo racconto in due momenti diversi: la prima lettura e il Vangelo. Nel Vangelo, due curiosità: Luca indica anche il luogo preciso dell’ascensione, cioè “fuori, verso Betania”. Betania è località della Giudea, vicina a Gerusalemme. Luca aggiunge anche: “Veniva portato su, in cielo”, come se avvenisse ad opera di angeli. E’ da queste parole che derivano molte rappresentazioni artistiche dell’Ascensione, che presentano Gesù accompagnato in cielo dagli angeli.
Domenica 19 maggio–Solennità di Pentecoste (Giovanni 14, 15-16.23 26)
La Pentecoste, insegna la Chiesa, è seconda per importanza, nell’anno liturgico, solo alla Pasqua, e prima dello stesso Natale, anche se la tradizione popolare vuole diversamente. La discesa dello Spirito Santo, infatti, è atto conclusivo della fondazione della Chiesa, avviata con l’istituzione del sacramento eucaristico. Non a caso avviene anch’essa nel medesimo luogo, il cenacolo di Gerusalemme. Il racconto di tale discesa non è nei Vangeli, ma negli Atti degli apostoli, e pertanto oggi è nella prima lettura. Il Vangelo, però, ne fissa con precisione il significato, come prosecuzione diretta della missione di Gesù: “Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. Non a caso, dopo Pentecoste, gli apostoli appaiono davvero trasformati, con nuove capacità esteriori (il dono della lingue, ad esempio) e soprattutto interiori (il coraggio di testimoniare la fede sino alla morte). Alla radice di tutto, spiega Giovanni, c’è la forza dell’Amore: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre”. Spirito di sapienza e di intelletto, ma anche e soprattutto Spirito di Amore.
Domenica 26 maggio – Solennità della Santissima Trinità (Giovanni 16, 12 - 15)
Ogni domenica, per i cristiani, è festa e memoria della Trinità. Non a caso, il prefazio della Trinità, prima della riforma liturgica, era il prefazio di tutte le domeniche del tempo ordinario. Tuttavia, sin da tempi molto antichi – e poi dal Duecento in maniera stabile -, allo scopo di ribadire la divinità di Cristo, la Chiesa introdusse una liturgia specifica dedicata alla Trinità, prima come formulario di una Messa votiva domenicale, e poi come festa (oggi solennità) specifica, nella prima domenica libera dopo il lungo ciclo Quaresima – Pasqua – Pentecoste. Il Vangelo è ancora di Giovanni: lo straordinario autore che (lo abbiamo già visto nelle domeniche precedenti) presenta la dottrina dell’Amore come forza universale che unisce il creato al Creatore, e che individua, per quanto può comprendere un intelletto umano, la natura stessa di Dio, uno e trino: “Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che (lo Spirito) prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.