N° 10 - Dicembre 2012
I VANGELI DEL MESE
di Claudia Pugnana

 

 

 

2.12.2012  1 domenica di Avvento (Lc 21,25-28.34-36).     

       Con questa domenica comincia il tempo dell’attesa : un nuovo Natale sta per venire. Ci poniamo di fronte a questo nuovo anno della Liturgia con lo stupore che spesso ci prende pensando al flusso inesorabile del tempo e si ripresenta l’atavica domanda sul senso delle cose. Quale significato hanno l’universo e tutti i suoi elementi, gli uomini e le loro storie se non abbiamo la convinzione che Dio c’è ed è interessato alla vita di ognuno di noi? Leggendo i primi versetti del Vangelo di oggi ci ritroviamo nel quadro escatologico degli ultimi brani evangelici dell’anno liturgico appena terminato. Ma l’ultima parola che Dio ha detto sul mondo non è la sua distruzione attraverso enormi disastri ma la sua vita. L’Incarnazione è l’inizio di una  nuova storia per l’uomo, Gesù è “il Germoglio”, il principio di un mondo nuovo voluto da Dio (cfr. Ger 33,15 della prima lettura di oggi). Con la Sua resurrezione Egli ha dato un senso ed un’eternità anche alle nostre vite che senza la Fede vengono percepite come inutili ed insensate. I segni di cui si parla  preparano ad un nuovo e definitivo intervento di Dio. Infatti lo sconvolgimento degli astri che regolano i tempi del creato (giorni, mesi e stagioni) sta ad indicare la ricaduta dell’universo nel caos precedente la Creazione e  una “nuova Creazione” si rende necessaria con la venuta del Figlio dell’uomo.

 

9.12.2012  II domenica di Avvento (Lc 3, 1-6).

         L’evangelista Luca si preoccupa sempre di inserire la figura e la vicenda di Gesù nello spazio e nel tempo e ci fornisce pertanto le coordinate precise per collocare l’inizio della predicazione di Giovanni il Battista. Il profeta iniziò la sua predicazione nel quindicesimo anno dell’imperatore Tiberio Cesare, corrispondente al nostro 26 d.C., in tutto il territorio della regione del Giordano, invitando tutti ad un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. L’esortazione  che inizia con“Preparate la via del Signore …” è un brano messianico del profeta Isaia che descriveva la via di salvezza tracciata dal Signore  nel deserto ai tempi di Mosè e che avrebbe tracciato di nuovo per il Suo popolo nei tempi messianici. Soltanto Dio dunque può tracciare la via della salvezza per l’uomo.

 

16.12.2012  III domenica di Avvento (Lc 3,10-18).

           La figura di Giovanni Battista aveva affascinato molte persone del suo tempo sia religiose,  sia pagane. Quando Giovanni cominciò a predicare- scrive Luca- “tutti si chiedevano in cuor loro se non fosse lui il Cristo”  e gli intellettuali, i politici e i capi religiosi ebraici si interrogarono a lungo sul Battista, per arrivare poi alla conclusione che non era il Messia. Dopo aver ricevuto il Battesimo molti  chiedevano “Che cosa dobbiamo fare?” e  Giovanni rispondeva alle varie categorie di persone che  gli si avvicinavano consigliando un autentico mutamento di vita, perseguendo la giustizia ed evitando corruzioni , vessazioni e violenze. Per completare il suo vangelo aggiunge che il battesimo che dà è in preparazione ad un battesimo “di Spirito Santo e fuoco” che presto sarà portato da uno al quale non è degno di sciogliere il legaccio dei sandali (tale azione, ritenuta dagli Ebrei troppo umiliante, non veniva richiesta dal padrone al servo).

 

23.12.2012 IV domenica di Avvento (Lc  1,39-48).

               Il Vangelo di oggi ci fa conoscere la Fede di una donna ebrea anziana che già personalmente ha sperimentato l’Onnipotenza di Dio. Elisabetta è  la cugina di Maria che in veneranda età sta per partorire un figlio. Maria si reca in fretta da lei con l’intento caritatevole di starle vicino ed accudirla nel momento del parto.

L’incontro tra le due donne è anche il primo incontro tra Giovanni e Gesù e il primo manifesta la sua emozione sussultando nel grembo della madre. E’ un incontro tra persone speciali nel quale Elisabetta, piena di Spirito Santo,  nel salutare Maria esprime la sua Fede “ A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?”.

Viene riconosciuto Gesù come il Messia vaticinato dai Profeti ed atteso da Israele.

 

25.12.2012: Natale di Gesù - Messa del giono (Gv  1,1-18).

             Il Natale di Gesù è narrato soltanto dall’evangelista Luca. Matteo  lo annuncia con una breve frase:”Gesù era nato in  Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode”. Ancora di più tacciono sulla nascita di Gesù Marco e Giovanni che fanno iniziare il loro Vangelo dal battesimo di Gesù nel Giordano e dalla sua predicazione in Galilea.  S. Giovanni scrive un prologo che è costituito da un inno di straordinaria bellezza e densità ed è una delle pagine più conosciute e meditate della Bibbia. L’inizio rimanda allusivamente all’ inizio della Genesi. Cristo è il Logos ( “parola”, “verbo”) che nell’Antico Testamento era la parola creatrice divina, la Sapienza del Signore che dà armonia a tutto il creato. Dunque Cristo è  all’origine di tutto, del mondo e della vita. Dal versetto 4 comincia il secondo momento che ci ricorda la storia della salvezza. Lo scontro tra la luce e le tenebre ci rappresenta la vicenda storica di Gesù, fatta di tensioni e rifiuti , con la vittoria infine di Cristo-luce che splende nelle tenebre. Nell’inno appare due volte la figura di Giovanni il Battista nella sua funzione di precursore, dipendente completamente da Cristo, probabilmente con l’intento da parte dell’evangelista di far tacere i gruppi religiosi che consideravano  lui  il Messia. L’Incarnazione è espressa nel versetto 14 con il Logos, l’Eterno e l’Infinito, che entra nelle dimensioni del tempo e dello spazio, che si fa “Carne”ovvero uomo con la sua debolezza e fragilità.   Dio viene ad abitare in mezzo a noi, condivide la vita dell’uomo. Non è soltanto una presenza come quella che JHWH garantiva agli Ebrei nel deserto, nella tenda nel recinto, ma è una convivenza con l’uomo.

 

30.12.2012: domenica tra l’Ottava di Natale (Lc 2, 41-52).

          L’episodio della vita di Gesù narrato nel Vangelo di oggi ci offre alcuni spunti di riflessione. Il primo è la forte religiosità di Maria e Giuseppe che tutti gli anni facevano il pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme: era obbligatorio soltanto per chi era distante dalla città soltanto una giornata di cammino, ma loro andavano comunque  pur abitando molto lontano! Un altro punto è la precocità con cui Gesù manifesta la consapevolezza di quale è il suo compito terreno, e la saggezza e la sapienza che manifesta non ancora adolescente. L’altro  è questo allontanarsi  dalla sua famiglia così unita e modello di perfezione senza permesso e creando ansia e scompiglio. Anche la risposta che Lui debba occuparsi delle cose del Padre suo ci creano un certo disappunto, poiché è data a due genitori preoccupati. Soltanto il versetto 52  ci riporta un Gesù meno sconvolgente, che cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Credo che se l’evangelista Luca non fosse stato ispirato da Dio questo episodio  non lo avrebbe mai scritto, e credo anche che i Vangeli non sono mai stati manipolati, altrimenti questi versetti non li avremmo mai letti.

 

 

 


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