Giovedì 1° novembre: Festa di tutti i Santi (Matteo 5, 1-12a).
Le beatitudini sono la carta d’identità del cristiano perfetto, di colui che è pienamente riuscito nel suo cammino di santità. Sembra difficile eppure molti prima di noi hanno sperimentato la beatitudine di cui parla Gesù nel Vangelo.
Ma allora che cos’è la felicità e quanto costa viverla nella pienezza? E allora perché non scegliere una beatitudine e provarla a vivere nella quotidianità. Potrebbe essere un buon modo per iniziare e per raggiungere la vera felicità.
Domenica 4 novembre (Marco 12, 28b-34).
“Amerai il prossimo tuo, come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande. Ci sono persone che sicuramente sono più vicine di noi al regno dei cieli ma non lo sanno. Noi invece sappiamo che la pienezza dell’amore consiste nell’amare Dio e i fratelli con il cuore simile a quello di Gesù Cristo.
Il problema è che resta per noi sempre a livello intellettivo e non riusciamo a metterlo in pratica. Dovremmo dunque interrogarci e chiederci se l’amore ha per noi valore di legge suprema nella nostra vita, o è soltanto una bella parola vuota.
Domenica 11 novembre (Marco 12, 38-44).
Tra i farisei e la vedova vi è fondamentalmente una differenza di valutazione riguardo al proprio rapporto con Dio.
La donna aveva dato pochi spiccioli, ma era tutto quello che aveva: non erano gli spiccioli del superfluo. Questo gesto della vedova è stata cosa gradita a Dio, ma noi che cosa offriamo e cosa sappiamo dare, il nostro superfluo oppure ci doniamo pienamente agli altri?
Domenica 18 novembre (Marco 13, 24-32).
In un’epoca di grande confusione e di mancanza di punti certi di riferimento è consolante sentire queste parole di Gesù: “Passano i regni e passano gli uomini, ma la sua Parola non passerà mai”.
Gesù con queste parole ci dice che noi non siamo destinati ad essere viandanti senza bussola, che la nostra vita, invece, può essere vissuta serenamente, certi che siamo indirizzati verso una meta sicura se sapremo scegliere opportunamente tra il contingente e il necessario.
Domenica 25 novembre (Giovanni 18, 33b-37).
Il brano tratto dal Vangelo di Giovanni ci parla dell’identità regale di Gesù, proprio poco prima che Gesù sia condannato a morte e Pilato non riesce a capire chi gli sta davanti e quale verità voglia rivelargli. Ma questo ci serve anche a far capire che su questa terra non ci sono ricompense o riconoscimenti o consensi dalle persone, quando si si parla e si testimonia la propria appartenenza a Cristo e al suo Vangelo.
Eppure solo quando saremo perseguitati e incompresi potremo dare il nostro contributo alla causa del Vangelo. Non dobbiamo aver paura di testimoniare Gesù Cristo nella nostra vita anche se ci sarà sofferenza e incomprensione, questo ci permetterà di vedere la gloria della sua maestà d’amore su di noi e sui nostri fratelli.