I Vangeli del mese di ottobre
07 ottobre 2012
27° domenica del tempo ordinario ( anno B ) Mc. 10,2-16
Noi ricordiamo più facilmente le prove di dolore che Gesù dovette sopportare per la nostra salvezza sul calvario, ma non sono state le uniche.
Molte volte Gesù fu sottoposto a prove, meno dolorose per il fisico, ma pesanti per il cuore:
le domande dei farisei, proposte con l’intento di metterlo in difficoltà, davanti al popolo e ai suoi apostoli.
Come nelle altre occasioni Gesù, con pacatezza e maestria di linguaggio, risponde disarmando senza riserve i suoi interlocutori: “Per la durezza del vostro cuore (Mosè) scrisse per voi questa norma“ (atto di ripudio verso la moglie o il marito).
Inoltre anche dai suoi apostoli doveva sopportare interrogatori di chiarimenti, in questo caso sulla questione del ripudio.
Coglieva l’ occasione per insegnare,ai futuri custodi della Sua Parola, che la legge di pietra doveva essere sostituita con la legge del cuore: “ L’uomo non separi ciò Dio ha congiunto “ quindi chi ripudiava la moglie o il marito commetteva adulterio.
Parole chiare, dirette senza la possibilità di interpretazioni diverse.
Gesù dopo questi momenti di delusione, causate dalla durezza del cuore dei farisei e dalla poca perspicacia degli apostoli, riusciva a rigenerarsi con la freschezza donata dall’ incontro con i bambini che prendeva tra le braccia e benediva imponendo loro le mani, poiché solo chi accoglie il regno di Dio come un bambino entrerà in esso.
I bambini sono gioia, benedizione, “medicina” per la nostra anima, serenità; sono la nostra speranza per un futuro migliore.
E noi come li ripaghiamo ?
14 ottobre 2012
28° domenica del tempo ordinario ( anno B ) Mc. 10,17-30
“Allora Gesù, fissatolo, lo amò”
Essere amati da qualcuno è una cosa meravigliosa ; essere amati da Gesù è un’ esperienza stupefacente che tutti ( cristiani e non ) in ogni momento della nostra vita possiamo provare.
Un amore, quello di Gesù per noi, senza riserve, un amore che non tiene conto delle offese ricevute,un amore che dimentica e perdona sempre, un amore che arriva a curare
tutte le nostre ferite causate da egoismo, invidia, gelosia, maldicenza: malattie che nessuna medicina può lenire.
Malgrado questa Verità, che si chiama MISERICORDIA, noi continuiamo ad affannarci a medicare le nostre ferite con rimedi blasfemi e menzogneri: vanagloria, orgoglio, presunzione, ipocrisia, incoerenza, perché pensiamo che basti appartenere a una comunità cristiana e come magia abbiamo già il dono della vita eterna.
21 ottobre 2012
29° domenica del tempo ordinario ( anno B ) Mc. 10,35-45
“ Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”
Questa richiesta fatta a Gesù dagli apostoli Giacomo e Giovanni non è
una proposta con la possibilità, da parte dell’ interlocutore, di una eventuale risposta,
ma è un’ imposizione “noi vogliamo che tu faccia quello che ti chiediamo“
Quindi la convinzione dei due fratelli, di essere “speciali”, gli dà la sfrontatezza
di pretendere dal loro Maestro un “premio” senza fare il minimo sforzo per meritarlo”
Questa situazione “assurda” è oggi più che mai attuale: essere convinti di meritare qualcosa di speciale perché noi siamo i migliori, quelli nel giusto, quelli che aspettano la ricompensa senza mettersi in gioco, quelli che sono veloci nel giudicare gli altri e restii a meditare e riflettere sulle proprie azioni, come se fossero sempre spettatori e mai protagonisti.
Ma sedere alla destra e sinistra del Padre “…. È per coloro che è stato preparato”, poiché Chi giudica e scegli ha un “metro di misura” diverso dal nostro; misura il “servizio” prestato con generosità e senza tornaconto e non le capacità umane usate a favore di pochi e scelti con la malizia di una ricompensa sicura.
28 ottobre 2012
30° domenica del tempo ordinario (anno B) Mc. 10,46-52
A una prima e veloce lettura di questo brano si potrebbe dichiarare che è uno dei tanti miracoli dove Gesù guarisce un malato perché ha fede in Lui; ma questa classificazione è semplicistica e non rispecchia la ricchezza di questo racconto del Vangelo di Marco.
Leggendo, con profonda umiltà e desiderio di arricchire la nostra fede, escono dalla Parola del Signore moltissimi spunti per una riflessione che apre alla speranza:
- è l’unico miracolo in cui il salvato segue subito Gesù
- il non vedente urla il nome di Gesù (che significa colui che salva ) quindi chiama l’ unico che può salvarlo e non vuole perdere questa grande occasione ( l’ incontro con Gesù ) che la Provvidenza gli ha regalato
- non si lascia scoraggiare da chi lo vuole fare tacere; (chi è disabile disturba e deve sempre sottostare alla volontà dei cosi detti abili) ma anzi grida più forte il suo dolore chiedendo “pietà al Figlio di Davide” (dichiarazione spontanea e sincera di fede verso Gesù)
- Gesù lo chiama ( la chiamata di Gesù è un’ esperienza che cambia la vita ) evidenziando ai presenti la priorità della vocazione all’ascolto di chi è in difficoltà ( missione dei discepoli )
- Bartimèo, malgrado cieco, alla chiamata di Gesù risponde con prontezza, vigore e coraggio lasciando a terra il mantello, l’unica cosa che “nascondeva” la sua disabilità e lo faceva sentire al sicuro dalle “cattiverie” che i mendicanti, dichiarati impuri, dovevano sopportare
- Gesù ora, vuole ascoltare solo Bartimèo, ed è disposto ad aiutarlo poiché ha letto nel suo cuore la sincerità delle sue parole
- Il cieco, chiamandolo rabbunì lo riconosce come suo unico Maestro e gli chiede la cosa più preziosa per lui: la vista
- Gesù trova in questo povero sfortunato tutte le qualità che gli altri non hanno: la fede in Lui (in quanto è riconosciuto come il Salvatore, il Figlio di Dio e l’ Unico Vero Maestro) ed è grazie a questa fede che è salvato dalla disabilità riacquistando la vista.
Grazie a Bartimèo,ora anche noi sappiamo,qual è il percorso che ci può portare alla salvezza.