N° 8 - Ottobre 2012
25 SEGNI e SIMBOLI CRISTIANI
di Ratti Antonio

 

 

Insegne pontificali.   

Le insegne pontificali sono state istituite e accolte dalla Chiesa, nel corso sei secoli, al fine di rendere più manifesta ai fedeli la sacra dignità dei vescovi; ciò avvenne soprattutto quando la loro consegna cominciò a farsi in modo solenne e venne inserita nel rito stesso  della ordinazione, con formule che esprimevano i compiti pastorali  del nuovo vescovo verso il gregge affidatogli.” (Pontificalia insignia) Ne consegue che le insegne pontificali sono segni esteriori e specifici della dignità episcopale. Esse spettano ai vescovi, agli abati ** e ai legati del papa. Queste insegne, di cui parleremo singolarmente, indicano il compito peculiare del vescovo che è quello, quale pastore, di insegnare, santificare e governare. Ruoli che trovano il loro totale compimento nella liturgia e nell’azione quotidiana del presule. Sono i vescovi e le ordinazioni episcopali a garantire la “successione apostolica”; infatti, se, nelle ordinazioni episcopali, andiamo a ristroso di vescovo in vescovo si arriva agli apostoli del Cenacolo. “Gesù Cristo, Pastore eterno, ha edificato la santa Chiesa e ha mandato gli apostoli, come egli  stesso era stato mandato dal Padre (Gv 20,21) e ha voluto che i loro successori, cioè i vescovi, fossero nella sua Chiesa pastori fino alla fine dei secoli.” (Lumen gentium 18 )

 

Anello episcopale. 

E’ segno di unione, di fedeltà e del legame che stringe il vescovo alla Chiesa affidatagli. E’ un legame di tipo sponsale tra la presenza reale di Cristo, rappresentato dal vescovo, e la Chiesa, sua Sposa. Per questo motivo, durante la consacrazione episcopale, viene consegnato al novello pastore, che dovrà portarlo all’anulare destro per sempre, con questa formula: “Ricevi l’anello, segno di fedeltà e nell’integrità della fede e nella purezza della vita custodisci la santa Chiesa, sposa di Cristo.”             ( Pontificale Romano ) Durante la Messa di insediamento, analogo è il rituale di consegna al papa dell’anello detto “del pescatore.” E’ chiamato così in ricordo dell’episodio evangelico, noto con il nome di pesca miracolosa, effettuata per l’intervento di Gesù sul mare di Galilea da Pietro, che nell’occasione riceve dal medesimo il mandato di pescatore di uomini.( Lc 5,1-11 ) “Anche oggi viene detto alla Chiesa e ai successori degli apostoli di prendere il largo nel mare della storia e di gettare le reti, per conquistare gli uomini al Vangelo, a Dio, a Cristo, alla vera vita.” (Benedetto XVI, Discorso di inizio pontificato) L’attuale Pontefice, pur mantenendo il concetto di semplicità e sobrietà introdotto dal Vaticano II,  ha voluto che l’anello papale fosse diverso per un particolare, cioè, che, oltre alla raffigurazione del pescatore di Galilea, avesse inciso il nome del pontefice.

 

Croce pettorale.

E’ la croce che ogni vescovo porta sulla talare o sulle vesti liturgiche durante le varie celebrazioni. Se la croce è il simbolo della redenzione operata da Cristo, il vescovo, con la sua vita e il suo ministero pastorale, deve essere un testimone dell’amore di Dio per l’umanità che proprio dalla croce e sulla croce ha raggiunto la salvezza.

 

Pastorale.   

(dal latino pastor, pastore) E’ il lungo bastone con la punta ricurva che il vescovo tiene con la mano sinistra durante l’esercizio delle sue funzioni episcopali. La sua origine richiama il bastone – detto vincastro, bacchetta di vinco o vimine con cui il pastore seguiva e guidava il suo gregge. L’immagine del pastore e del suo bastone esprimono in modo diretto i segni della doverosa vigilanza e della premurosa attenzione già evidenziati nei Salmi: “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla……Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.” (Sal 23,1,4 ) Secondo Gesù il buon pastore è colui che lascia le 99 pecore già al sicuro per cercare la smarrita e riportarla all’ovile.(Lc 15, 4-7) La prima notizia di questa insegna risale al V° sec., ma è solo dal IX-X sec. che i documenti liturgici ne prevedono la consegna durante i riti dell’ordinazione. All’ordinato viene consegnato dall’ordinante con le seguenti parole: “Ricevi il pastorale, segno del tuo ministero di pastore: abbi cura di tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo ti ha posto come vescovo a reggere la Chiesa di Dio.” (Pontificale Romano) Una curiosità: il pastorale del papa si distingue da quello dei vescovi perché la sommità non è ricurva, ma ha la forma di croce.

 

Mitra o Mitria.

Dall’Antico Testamento sappiamo che i sommi sacerdoti indossavano, durante le cerimonie pubbliche, vistosi copricapi con evidenti valori simbolici: coprirsi il capo e inchinarsi esprime  deferenza e sottomissione, ma è anche segno di autorità e di potere. “Mosè rivestì Aronne della tunica, lo cinse della cintura, poi gli mise in capo il turbante e sul davanti del turbante pose la lamina d’oro.” (Lv 7,8,9)  Anche nella vita pubblica le autorità ( imperatore, magistrati, ecc.) usavano  - e spesso, usano ancora – un particolare copricapo a sottolineare il loro potere. La forma attuale, di origine medioevale, è formata da due parti, anteriore e posteriore, che terminano a punta. Per poterla infilare agevolmente in testa le due parti si aprono a soffietto. Dalla parte posteriore scendono due lunghi nastri ( infule ) fin sulle spalle. Spesso le antiche mitre sono ricchissime opere d’arte per i ricami, gli ori e le pietre preziose che le decorano. Durante il rito di ordinazione episcopale, l’imposizione della mitra è accompagnata da questa formula: “Ricevi la mitra e risplenda in te il fulgore della santità, perché quando apparirà il Principe dei pastori, tu possa meritare la incorruttibile corona di gloria.” (Pontificale Romano)

 

Pallio. 

Dal latino pallium, mantello, il pallio è una banda di lana bianca su cui sono ricamate piccole croci nere che viene posta sulle spalle sopra la casula alla quale è fissata con tre spille d’oro, mentre le due estremità pendono sul petto e sul dorso. Il pallio, che indica una particolare dignità ed elezione, può essere usato dal papa e dagli arcivescovi metropolitani. Il nuovo pallio pontificio, voluto da Benedetto XVI e indossato nella Messa di insediamento, è più lungo ed è caratterizzato da cinque croci rosse, che simboleggiano le piaghe sanguinanti di Cristo e da tre spilloni, per fissarlo alla casula, che rappresentano i chiodi della croce. La tradizione vuole che il pallio raffiguri la pecorella smarrita sulle spalle del Buon Pastore.

 

NOTA   **La Diocesi di Brugnato nacque dagli estesi territori appartenenti alla giurisdizione dell’abbazia benedettina esistente in età medioevale i cui abati erano vescovi.

 

 

 


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