Pellegrinaggio.
Pellegrinaggio e processione sono due riti devozionali che hanno un elemento fondante in comune: il senso del camminare dell’uomo verso la mèta, sostenuto dalla fede e dalla preghiera, che è desiderio del divino. Hanno entrambi origini antichissime risalendo alla tradizione antico-testamentaria.
Gli ebrei erano soliti, per alcune festività, dai loro villaggi salire a Gerusalemme per pregare nel Tempio, dove la Sancta Santorum o Sala del Convegno costituiva il luogo d‘incontro tra Dio e l’uomo.
L’evangelista Luca ci rivela che “Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre era in cammino verso Gerusalemme.” (Lc 13,22) E’ fin troppo chiaro che questo procedere rappresenta la grande parabola della vita e della ricerca di Dio: “Io sono la via, la verità e la vita.”
Per questo i nostri pellegrinaggi, che sono itinerari verso luoghi sacri (es.: la Via Francigena e la via Romea verso la tomba di Pietro a Roma e il Cammino europeo verso Santiago di Compostela), hanno il sapore di viaggi con un forte valore simbolico.
La Bibbia ne dà una testimonianza costante, iniziando dal percorso intrapreso da Abramo, che chiamato da Dio, parte verso un luogo a lui sconosciuto, ma che Dio gli aveva promesso in eredità e proseguendo con il drammatico esodo dalla terra d’Egitto per tornare nella terra dei padri.
E’ la parabola della vita di Israele col suo passaggio dalla schiavitù alla libertà nella Terra promessa che diventa per il cristiano il segno della nuova creazione dell’uomo e della sua possibilità di eternità.
Proprio per queste motivazioni una delle componenti fondamentali della spiritualità biblica è il pellegrinaggio al tempio di Sion da compiere tre volte l’anno in occasione delle feste principali: Pasqua, Pentecoste e festa delle Capanne. I Salmi delle ascensioni ( dal 120 al 134 ) manifestano il tendere verso l’alto non solo spaziale ( Gerusalemme è a 800 metri sul livello del mare ), ma verso il cielo, il trascendente, il divino, nel luogo dove il divino e l’umano s’incontrano, cioè nel tempio.
Analogo percorso lo compie anche Gesù, perché Gerusalemme è la sede della sua morte e risurrezione, quindi è la sua destinazione voluta e cercata in obbedienza alla volontà del Padre. Al pellegrinaggio della vita sono chiamati tutti coloro che cercano Dio con cuore sincero come i Magi: “Molti verranno da oriente e da occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli.” (Mt 8,11)
La mèta ultima dell’itinerario umano non è un ritorno al passato nostalgicamente desiderato, come accade ad Ulisse che sogna la sua Itaca, ma è “la vita cristiana che negli atti degli apostoli è chiamata “la via”, protesa verso un termine trascendente, luminosamente rappresentato della Gerusalemme celeste cantata nell’Apocalisse.” (G.Ravasi) Là scomparirà tutto ciò che turba il nostro cammino terreno, come la morte, il dolore, le ansie, la sofferenza. E questa sarà la mèta dell’ultimo e definitivo pellegrinaggio del credente.
Processione.
L’uso di solenni cortei è consuetudine diffusa in quasi tutte le religioni: per gli ebrei è nota fin dalla più antica tradizione biblica l’abitudine di cortei sacri all’interno dei cortili del tempio di Gerusalemme. La processione cristiana risponde al bisogno di aggregazione e di testimonianza pubblica e collettiva della fede.
Come il pellegrinaggio, la processione allude al significato della storia umana, che è un camminare insieme verso la mèta (Dio), rammentando anche che la dimora terrena è transitoria e limitata nel tempo.
Essa si svolge in luoghi profani (le strade) e si conclude in luoghi sacri; questa alternanza evidenzia due elementi: la vita si sviluppa tra sacro e profano e spetta all’uomo trovare il giusto equilibrio, inoltre proclama la necessità che il sacro e il divino non siano relegati nel chiuso del tempio e nell’intimità del credente; in altre parole, la fede non è un valore privato da tenere racchiuso nel proprio intimo e da utilizzare per se stessi.
In tempi passati tante erano le occasioni utilizzate per queste forme rituali, oggi, pur con le dovute eccezioni, rimangono la processione del Corpus Domini e in alcuni luoghi dove la tradizione resta molto forte, la processione del Venerdi Santo.