“Siete le centrali nucleari della Chiesa…”.
Benvenuti a questa celebrazione, che è stata voluta e pensata in modo specialissimo per coloro per i quali il legno della croce è un pochino più pesante; anche se nessuno di noi può dire quale sia quel legno della croce che è più pesante e quello meno. Perché ci sono delle croci che non sono visibili, ma quanto pesano… Giornata del malato che fu un’intuizione stupenda di un papa che ben ha conosciuto il dolore e la sofferenza, il beato Giovanni Paolo II.
Oggi il mondo soffre di tre malattie che a prima vista non si vedono, ma come si sentono…! La prima malattia, gravissima, letale, si chiama efficientismo: è una malattia sociale che fa dire: «Tu vali se sai ancora fare qualcosa; se non sai fare niente non vali più». La persona umana è rispettata ed accolta nella misura in cui sa ancora fare qualcosa, se non sa più fare nulla gli si dice: «Stai zitto, che non conti nulla» e quella persona ci crede e risponde «Hai ragione, non servo più a niente, sarebbe meglio che il Signore mi prendesse subito!». È una malattia tremenda, terribile, per la quale occorre trovare una cura, un vaccino perché è difficilissimo guarirla.
C’è una seconda malattia ancora più grave e più subdola; si chiama salutismo. Dobbiamo essere tutti sani, tutti belli; andiamo in palestra, a fare footing, facciamo le diete per essere sani a tutti i costi. Non bisogna ammalarsi mai; basta un dolorino e c’è subito la pillolina pronta. Vogliamo essere tutti sani, ma, ditemi, c’è un sano qui presente? Nessuno è sano, siamo tutti sulla stessa barca. Queste due malattie ormai sono una pandemia e ad esse si aggiunge una terza, l’amnesia, il perdere la memoria di due cose importanti: che l’essere viene prima del fare, che la persona vale per quello che è, non per quello che fa; nessuno è inutile. La seconda cosa che abbiamo dimenticato è che il dolore, la sofferenza, Gesù Cristo le ha rese delle vie, degli strumenti per fare un sacco di bene. Quando uno soffre, se si unisce a Gesù che soffre, può fare un grande bene all’umanità. Bisogna offrire i nostri patimenti a colui che con le sue piaghe ci ha guariti, come è il tema della Giornata del malato di quest’anno.
Noi abbiamo dimenticato che la salute non è un valore assoluto, perché dal giorno in cui veniamo al mondo siamo tutti fragili, deboli. La sofferenza fa parte della nostra natura umana e allora Gesù non l’ha cancellata, ma l’ha presa su di sé, trasformandola in via di redenzione, di salvezza. Allora noi tutti, io per primo che sono efficientista e salutista, ci dobbiamo ricordare di unirci a Gesù Cristo, con Maria ai piedi della croce, per rendere il nostro umano soffrire una risorsa, una centrale nucleare, come disse Giovanni Paolo II in visita ai malati del Gemelli. Se facciamo questo, diventiamo più potenti di un giovanotto vigoroso e potente: amici miei, siete più efficaci voi, perché un conto è la potenza, un conto l’efficacia. Diventiamo delle centrali nucleari, immettiamo nell’organismo dell’umanità un’energia che neppure ci sogniamo.
Dobbiamo chiedere a Maria, la Beata Vergine di Lourdes, che ci assista in questo percorso, che ci aiuti ad onorare la persona
umana per quello che è, non per quello che fa; che ci aiuti a superare il mito della salute come assoluto, ma che, soprattutto, ci aiuti ad essere dei correndentori, uniti al mistero del dolore di Cristo, che si offre per rendere questa umanità più sana nel cuore, più libera di agire, più libera di amare. Maria santissima sicuramente ci sosterrà, c’incoraggerà, consolerà il nostro cuore quando sarà un pochino affaticato e sconsolato e c’immetterà dentro questa santa speranza.