Nei giorni in cui l’alluvione ha ferito profondamente tanti paesi della nostra diocesi e si è portata via anche alcuni di noi, i nostri seminaristi sono stati mandati fra la gente per soccorrere; hanno spalato fango, hanno collaborato con i parroci, hanno fatto la loro parte aiutando - per quanto possibile - a riconquistare una “normalità” di vita; è stato un momento irripetibile, una lezione di vita in vista del loro sacerdozio. La loro presenza - là ove era chiesto aiuto - è stata occasione perché molti sapessero che, anche nella nostra città, vi sono giovani che si mettono in gioco attraverso una scelta di vita che oggi, più che mai, appare “inusuale”.
Con un linguaggio attuale, il Seminario - insieme a altre rilevanti realtà - è, in una Diocesi, uno dei “fondamentali” che ne esprimono lo stato di salute. Infatti, il Seminario é realtà essenziale nella vita della Chiesa particolare che, sotto l’azione della grazia di Dio, deve auto-rigenerarsi, garantendosi le future guide, i suoi nuovi pastori.
Il Seminario, per questo riguarda il nostro futuro, quello della nostra Chiesa; quindi, ciò che vi avviene non può lasciare indifferenti; dobbiamo, quindi cogliere come vera grazia di Dio che il nostro seminario conti sedici seminaristi. La comunità del Seminario, innanzitutto, mira alla crescita spirituale e umana dei seminaristi. E’ quindi fondamentale che durante gli anni della formazione i futuri sacerdoti imparino a prender le distanze dal proprio io, cosicché possano realmente donarsi al Signore, là dove sono mandati a servire Gesù e i fratelli con cuore libero.
L’umiltà è caratteristica essenziale per chi tiene il posto di Gesù nella comunità alla quale presiede; ma la vera umiltà - ricorda Papa Gregorio Magno nella Regola Pastorale - non consiste nel sentirsi inferiori agli altri, il che, talvolta, potrebbe anche non esser vero, ma nell’assolvere con generosità e discrezione il proprio compito (cfr. Regola Pastorale I, 6). Quest’umiltà - fatta di generosità e discrezione - é un modo di evangelizzare anche quanti non credono ancora o non credono più.
Domando, infine, al Signore che i nostri seminaristi - i preti di domani - sappiano essere, in mezzo alla loro gente, segni vivi di Dio, suoi veri ministri, suoi interpreti fedeli, eco stesso della sua voce; essi all’altare, in confessionale e anche, se è il caso, spalando fango, siano segno storico e sociale della sua presenza. Alla cura materna della Vergine - madre dell’eterno Sacerdote - affido i nostri seminaristi e quanti sono chiamati a rispondere all’invito del Signore.
+ Francesco Moraglia, vescovo
La Spezia, 20 novembre 2011, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo
La Comunità del Seminario diocesano di Sarzana, con l’ingresso di sei nuovi candidati, è ora formata, oltre che dai superiori, da ben sedici alunni che vivono in Seminario il cammino verso il sacerdozio. Continuiamo, quindi, a partecipare agli incontri di preghiera per le vocazioni che si svolgono in Seminario (il primo giovedì di ogni mese) o nelle varie comunità parrocchiali o interparrocchiali (nel vicariato di Luni ogni secondo giovedì del mese) affinché il Signore continui a chiamare e ad assistere i nostri giovani.
La Redazione