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| Lettera a Gesù Bambino, di Antonio Ratti
Caro Gesù Bambino, all’uomo del XXI secolo non bastavano le complicazioni esistenziali accumulate negli anni, ha voluto andare oltre mettendosi nelle mani di un manipolo di sciagurati, perché privi dell’etico senso del limite, gestori del potere e della finanza mondiali. Papa Benedetto ad Assisi, durante il Convegno intereligioso mondiale, si è mostrato ancora più severo, affermando che “l’adorazione dell’avere e del potere è una contro-religione, in cui non conta più l’uomo, ma solo il vantaggio personale.” Così ad ogni fine anno, anziché scorgere l’avvio di una corretta ripresa globale, ci ritroviamo a dover fronteggiare nuove pesanti preoccupazioni. Potresti obiettarmi: Io che c’entro con tutto questo? Basterebbe aprire a caso il Nuovo Testamento, scritto dai primi tuoi discepoli, per conoscere i suggerimenti che proponi, perché, sia chiaro, hai scelto di non importi mai. Tu suggerisci, raccomandi, presenti, esponi le opportunità e le prospettive del tuo progetto, lasci all’intelligenza dell’uomo la responsabilità di operare in conseguenza. Se nei salotti buoni fosse presente questa responsabilità, i già ricchi, nei periodi di crisi, non diventerebbero più sfacciatamente ricchi, infischiandosene del prossimo sempre più impegnato alla mera sopravvivenza fisica, che spesso sfugge egualmente. Il cerchio si chiude: i potenti della terra e coloro che se la cavano, hanno superato il bisogno di Dio nella vita, gli altri, oppressi dal bisogno materiale, ti accantonano relegandoti a tempi migliori. In entrambi i casi, hanno deciso che lo spirito può attendere. Il mio è senz’altro un ragionare semplicistico, neppure imbellettato da un vocabolario forbito e ricercato, ma sono convinto che la nuda realtà sia fatta di semplici verità. Scorrendo i secoli, è facile constatare come i periodi, per varie motivazioni, bui della storia coincidano con i momenti di maggior decadimento e lassismo del pensiero, dei comportamenti e dell’agire dei singoli e dei popoli. I rinascimenti, per fortuna, hanno sempre fatto seguito alle decadenze. E’ augurabile che l’attesa della rinascita in toto delle nostre società sia ancora la grande speranza che, con il tuo aiuto, può contagiare le coscienze. Ecco il punto dolente: esiste ancora la coscienza nelle coscienze umane? Anche i pagani, che non avevano le tue garanzie, ritenevano che la speranza fosse, comunque, l’ultima dea ad abbandonare l’uomo al suo destino. Teniamoci stretta la tua speranza, che, poi, è una certezza, e guardiamo avanti, pensando che il tuo Natale possa essere davvero riconosciuto come il giorno decisivo della svolta per il nuovo futuro di tutti gli uomini. E, poi, perdonali, perché non sanno cosa si perdono trascurandoti. Al prossimo Natale di speranza.
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