01 novembre: Solennità di “TUTTI  I  SANTI”  (Mt.5,1-12)

Questo è un brano di una bellezza e una potenza straordinarie ….  E’ il “ navigatore spirituale “ che ci indica l’ unica strada  sicura che porta direttamente alla Felicità Suprema, che si prova arrivando in Paradiso.

Chi ci ha preceduto e con fede ha seguito queste “indicazioni spirituali” regalateci dalla voce ferma e dolce di Gesù, ora ci aspetta per condividere con noi l’ affascinante gioia procurata dalla serenità di aver percorso la strada giusta.

Quando sentiamo la mancanza di chi abbiamo “ perso “ prendiamo in mano il rosario e recitiamo nella decina le beatitudini (aggiungendo  “beati quelli che pur non avendo visto crederanno” Gv. 20,29) e avremo un’ anticipazione della felicità che Gesù ci ha preparato.

02 novembre:Commemorazione di tutti i fedeli defunti (Gv.6,37,40)  (prima Messa)

Oggi è il giorno del ricordo e della preghiera per chi “è andato avanti a prepararci un posto”. Oggi si commemorano e si prega anche per i defunti che non hanno più nessuno che li ricordi. Oggi è la giornata nella quale si ricorda la Parola di Dio che promette Salvezza e nel ricordarla con fede  “diamo la possibilità”  alla Volontà del Padre -chiunque crede nel Figlio di Dio ha la vita eterna- di diventare certezza.

Per chi ha sperimentato la mancanza di una persona cara, tutti i giorni commemora, prega, ricorda e ha nostalgia di chi non può più vedere, sentire, abbracciare ; ma oggi il pianto del cuore per la nostalgia  si trasforma in sorriso per testimoniare la fede certa nella Parola di Dio che ci conferma che resusciterà i nostri cari nell’ ultimo giorno.

06 novembre: XXXII° Dom. del tempo ordinario (Mt, 25, 1-13)

Questo brano è un elogio a una qualità che sta scomparendo: la saggezza.

Qualcuno penserà che è una virtù vecchia, sorpassata e sostituita dalla furbizia, dalla scaltrezza e dalla capacità di superare gli altri usando l’ astuzia; ma nelle Sacre Scritture la saggezza è esaltata, consigliata, promossa come virtù che alimenta la capacità di soppesare e vagliare le azioni scegliendo il comportamento giusto adatto alla situazione contingente.

Quindi ridiamo valore alla saggezza imitando le cinque vergini che all’ arrivo dello Sposo sono pronte ed entrano con  Lui alle nozze: saggezza che è pazienza di aspettare il momento giusto; saggezza che è anticipare le eventuali avversità e saperle superare; saggezza che è essere pronti quando serve; saggezza che è usare bene quello che si possiede; saggezza che è saper consigliare chi è in difficoltà; saggezza che è capacità di gioire discretamente dei propri successi; saggezza che è non perdere l’ opportunità di essere giusti, per evitare di “ farsi dire che siamo bravi “ quando la generosità “non è farina del nostro sacco”.  

Riscopriamo la nostra saggezza, nata insieme a noi perché siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio; alimentiamola con la preghiera, fortifichiamola con la fede eviteremo di sentirci rispondere: “In verità vi dico: non vi conosco“.

13 novembre: XXXIII° Domenica del tempo ordinario (Mt. 25,14-30)

“ Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’ abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha”.

Una frase forte che, se letta da sola, travisa e travolge un giusto e utilissimo ammonimento che Gesù ci affida per farlo diventare operosa generosità: dobbiamo mettere a disposizione degli altri le nostre capacità senza vantarcene se sono molte e senza avere timore  se sono poche; poiché “Lui (Gesù) non ci chiederà mai l’impossibile: se ci saranno passi difficili, ci porterà tra le sue braccia “ (dagli scritti della Serva di Dio: Itala MELA).

Matteo, riportando questa parabola di Gesù ci invita ad osare, a rischiare, ad avere fiducia nelle nostre potenzialità, a non disperare se sappiamo fare poche cose perché davanti a Gesù il nostro poco, se fatto con bontà e fede, viene accolto e trasformato in un’ azione unica e speciale.

20 novembre: XXXIV°  e ultima Domenica del tempo ordinario (anno A)  

GESU’ CRISTO RE DELL’ UNIVERSO   (Mt. 25,31-46)

Gesù è speciale anche quando  si  “siede” sul trono e si dichiara  Re dell’ Universo; il  suo “essere“ Re non assomiglia a nessun re di questo mondo (quelli giudicano dall’alto e puniscono senza dare la possibilità di replica); il  Suo modo di “governare” esula da ogni nostra aspettativa.

Il Suo Giudizio è basato sulla giustizia sociale che vuole il bene di tutti (di chi dona e di chi riceve); la sua decisione è concretamente motivata e provata arrivando a descrivere nei minimi particolari qual’ è il comportamento giusto: offrire un pasto a chi a fame e sete, ospitare chi ha necessità, fare in modo che a nessuno manchi il vestiario necessario, assistere i malati, visitare chi non ha la “libertà” perché punito dai suoi sbagli.  Gesù è un Re che chiama i suoi “sudditi” - benedetti del Padre mio - ai quali lascia in eredità il Suo Regno come premio perché si sono comportati da persone che mettono al primo posto le azioni che migliorano moralmente chi le compie e alleviano le difficoltà di chi le riceve .

Pensate se chi ha responsabilità di giudizio e di governo, imitasse solo lontanamente la capacità di governare del Re dell’ Universo come sarebbe facile e gratificante essere “giusti”.

Dopo aver proclamato, durante l’ anno liturgico A, il Vangelo di Matteo e aver accresciuto la nostra fede facendo tesoro dei suoi preziosi ammonimenti e consigli,  accogliamo e ascoltiamo con altrettanta disponibilità il Vangelo di Marco che diventa il nostro “padre spirituale” in questo nuovo anno liturgico ( B) che inizia oggi.

27 novembre: I°Domenica di Avvento (anno B) (Mc. 13, 33-37)

Quando aspettiamo l’arrivo, la venuta di un ospite in casa nostra, facciamo in modo che tutto sia accogliente: rendiamo presentabile l’esterno della nostra dimora, puliamo a dovere la stanza di rappresentanza, mettiamo in vista le cose più belle e preziose, tiriamo fuori il servizio “ buono”, quello per le grandi occasioni, curiamo la nostra persona affinché colui che ci viene a trovare veda la nostra felicità  nell’ accoglierlo e soprattutto stiamo di “vedetta” per anticipare il suo arrivo pronti ad accoglierlo con il sorriso e la frase più gentile che possiamo elaborare, per farlo sentire a suo agio.

Quando aspettiamo la Venuta del Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo i preparativi devono essere più accurati e profondi: prepariamo prima di tutto la nostra “anima” rendendola accogliente con una “pulizia radicale” vegliando costantemente sui nostri comportamenti e l’ Ospite sarà “onorato“ di prendere dimora presso di noi.