Domenica, 4 settembre (Mt 18, 15-20).
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va e ammoniscilo…”.
Il perdono è qualcosa che nasce dal cuore e per essere reale deve seguire un cammino ben preciso. Il corpo mistico di Gesù è fatto da ciascuno di noi, per cui se non sei in buoni rapporti con qualcuno è tutta la Chiesa a soffrirne. Dunque dobbiamo imparare a valorizzare le relazioni con i nostri fratelli, anche se non sempre è facile. Ma se noi impariamo a perdonare vivremo sempre vicini a Lui.
Domenica, 11 settembre (Mt 18, 21-35).
In quel tempo Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: “Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me quante volte dovrò perdonargli?...”.
Ogni giorno noi chiediamo a Dio di perdonarci; allo stesso modo in cui noi perdoniamo agli altri. Se il criterio del perdono di Dio nei nostri confronti fosse quello che noi diamo agli altri ci sarebbe davvero da preoccuparsi. Ma Dio invece ci perdona davvero in modo incommensurabile, però vuol vedere da parte nostra lo sforzo di imitarlo, dimostrandogli la nostra buona volontà e l’impegno a vivere come vuole Lui.
Domenica, 18 settembre (Mt 20, 1-16).
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “ Il regno dei Cieli è simile ad un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna…”.
Noi siamo abituati che i buoni sono amici di Dio e vanno in Paradiso e i cattivi, invece, vanno all’Inferno, ma dalle parole di Gesù emerge una verità molto più sconvolgente. La verità è che Dio è buono e tale bontà crea per tutti una possibilità di salvezza, persino negli ultimi istanti dell’esistenza.
Per questo Dio prova una grande gioia quando qualcuno accetta di andare a lavorare nella sua vigna anche se all’ultima ora.
Domenica, 25 settembre (Mt 21, 28-32).
In quel tempo Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli…”.
Davanti a Dio non contano tanto le parole, quanto le opere che si compiono. A cosa serve fare la sua volontà a parole, ma non nei fatti? Gesù si mostrò particolarmente duro nei confronti di coloro che in modo ipocrita credevano di ingannare se stessi e Dio con una santità che non c’era. Coloro che erano considerati pubblici peccatori avevano creduto alla sua predicazione e si erano aperti alla sua grazia.
Gli esempi fatti da Gesù erano stati scioccanti per i suoi contemporanei, ma proprio per questo Gesù ci invita a vivere la fede non soltanto esteriormente, ma principalmente con i fatti.