Nel nostro Santuario, prettamente domenicano, vi è un altare dedicato a santa Caterina, con un bellissimo quadro del pittore pisano Aurelio Lomi.
Pur di umili origini, e semianalfabeta (imparò a scrivere e leggere da sola), santa Caterina è stata la prima donna, assieme a santa Teresa d’Avila, ad avere il titolo di Dottore della Chiesa Universale. Caterina era la ventiquattresima e penultima figlia di Jacopo Benincasa; a 17 anni vestì l’abito del Terz’Ordine Domenicano, iniziando a condurre una vita di rigoroso ascetismo. Nella sua incessante opera sociale, fondò ospedali, lazzaretti, lebbrosari. Giornalmente frequentò l’ospedale senese come infermiera volontaria (è anche patrona delle infermiere) ma, principalmente, si dedicò a “restaurare omnia in Christo”. Parlò a papi, a re e a lebbrosi, a regine e a donne di casa. La sua statura morale raggiunse “ i confini del mondo”. Fu Lei a riportare, a Roma, il papato, mettendo così fine alla “cattività avignonese”; fu Lei che indirizzò la Chiesa e il Papa a più rigorosi dogmi. Aveva una quantità tale di discepoli, anche nelle teste coronate di tutta Europa, che i suoi “consigli” furono guida spirituale e morale nella società dell’epoca. Ai potenti del tempo scriveva lettere di questo tenore: “L’ordine sociale ha il suo fondamento nell’ordine morale e il progresso sociale è conseguenza del progresso morale” L’autorità è necessaria solo per precisare quale sia il ben comune….” . L’epistolario era di così elevata qualità che fu conservato e riordinato con cura. Teologia, morale e politica cateriniana sono armonicamente collegate e dipendenti da un unico principio: Dio. Vastissima la sua iconografia. Nel nostro altare è raffigurata con il cuore in mano, le stimmate, il teschio, il giglio e la corona di spine; nonché il famoso “Dialogo”, con la frase: “Cor Mundum…”
Dopo la vittoria di Lepanto, Pio V°, domenicano, istituì la festa della Madonna della Vittoria, poi del Rosario, e la volle, con san Domenico, ai lati della Madonna, e così una sua statua la ritroviamo anche nel nostro bellissimo altare del Rosario.
Il quadro è stato restaurato, sotto la sovraintendenza delle Belle Arti Liguri, nella persona del prof. Piero Donati, dallo STUDIO RESTAURI di Gianni Caponi – Pisa e incorniciato dai figli di Luisa Piola in memoria della mamma da poco scomparsa.