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di Enzo Mazzini
“Da questo altare la Chiesa rinnova il suo amore per l’Italia e la gioia di servire il popolo italiano secondo il Vangelo”. Così termina la profonda omelia tenuta dal cardinal Angelo Bagnasco durante la Santa Messa celebrata per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia nella basilica di S. Maria degli Angeli a Roma. Con questo spirito e per rivolgere un particolare ringraziamento a Dio ed a tutti i nostri concittadini che hanno preso parte alle guerre che hanno portato all’Unità d’Italia, con indicibili sacrifici anche di vite umane, è stata celebrata una Santa Messa di suffragio, giovedì 17 marzo, presso la chiesa del Preziosissimo Sangue di Luni. La commemorazione è stata aperta da Elio Gentili che ha fatto un magistrale excursus storico degli anni del Risorgimento italiano vissuti anche nelle nostre terre con particolare riferimento ai nostri numerosi concittadini che sono caduti da eroi o che da eroi si sono comportati nei vari campi di battaglia, meritando anche molte e significative onorificenze. Di essi dobbiamo essere fieri e non dobbiamo dimenticarli. E’ quindi iniziata la Santa Messa presieduta da mons. Claudio Caleffi, Cappellano capo della Base Elicotteri della Marina Militare di Luni e concelebrata dal vicario, don Andrea e da padre Victorio, coadiuvati dai nostri diaconi, Agostino e Paolo. Per solennizzare la cerimonia hanno partecipato anche i rappresentanti delle Amministrazioni dei Comuni della Vicaria (Ortonovo e Castelnuovo), il comandante della Stazione dei Carabinieri di Ortonovo e i rappresentanti di ANPI e AVIS con i loro vessilli. La Messa è stata molto partecipata ed arricchita da numerosi canti diretti da Giuseppe Cecchinelli. Finita questa significativa cerimonia siamo tornati alle nostre case arricchiti e più orgogliosi di appartenere ad una grande e meravigliosa nazione. Non vorrei apparire retorico se riferisco che durante il tragitto che separa la mia casa dalla chiesa di Luni ho potuto più che mai ammirare i numerosi tricolori esposti alle finestre e ai balconi. Durante il giorno non mi erano sembrati così numerosi. In quel momento ho ancora di più capito che gli italiani hanno voluto dimostrare che sono alla ricerca di ciò che ci unisce e non di ciò che ci divide, proprio come ci insegna il Vangelo che ci esorta ad amare il prossimo come noi stessi. Quando sono arrivato a casa mi sono un po’ vergognato. Io ho attaccato alla porta della mia abitazione una coccarda tricolore. Quando al mattino mi sono ricordato della esposizione della bandiera, l’ho cercata per tutta la casa. Sapevo di averne una molto bella che tenevo per le grandi ricorrenze, ma non l’ho trovata. Poi mi sono ricordato di averla donata ad alcuni giovani per festeggiare la vittoria italiana ai mondiali di calcio del 2006. Allora mi sono consolato: quella bandiera aveva assolto anch’essa un’importante funzione, quella di dimostrare il grande amore per la nostra nazione e quella di farci sentire orgogliosi di essere italiani.
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