Una testimonianza su un Vescovo (poco ricordato)
che è stato nella nostra diocesi .
“Nel cercare i fatti di Vangelo mi sono imbattuto in un testamento spirituale che ho fatto mio. E’ stato scritto, 26 anni prima della sua morte, da Luigi Maverna, vescovo ausiliare a La Spezia, poi vescovo a Chiavari, subito dopo assistente nazionale dell’Azione Cattolica, e a seguire segretario generale della CEI, infine arcivescovo a Ferrara. In quel testo scritto davanti a Dio, affermò con la sicurezza dei santi che “la Chiesa non è nelle grandi cose” ma dove “ due o tre sono riuniti” nel nome di Cristo.
Luigi Maverna deve decidere nomine, trattare affari, far quadrare bilanci, occuparsi del Concordato, fare dichiarazioni ai media, incontrare il Papa: e non è quello che vorrebbe.
Un giorno nel testamento lo scrive pure: le strutture ecclesiastiche sono sì necessarie, ma non bisogna ingannarsi “quasi che la Chiesa sia lì”, perché essa non è nelle grandi cose, ma in quella piccolissima e immensa di cercare Cristo e di stare con i fratelli “riuniti” nel nome di Cristo.
Ed è così che, dal vescovo più timido tra quanti sono arrivati al vertice della Chiesa italiana nel secolo scorso, ci è venuto - dopo la morte - il messaggio più radicale e autentico”.
Stralcio da un’intervista a Luigi Accattoli, noto vaticanista.