Quando c’erano i Guelfi e i Ghibellini
repubblica in quei tempi costumava
i pisani battean con gli aretini
Siena con la Maremma contrastava
e Firenze battea contro Volterra
non c’era posto che non fosse in guerra.
Nello dei Pannocchieschi un gran signore
avea solo la Pia dentro il suo cuore
e Pia de Tolomei, più gran signora
gli rivoleva amor più grande ancora.
Vivevano contenti in un castello
che niente al mondo c’era di più bello.
e disse: Se il tuo amor è proprio forte
tienila al dito sino alla tua morte!
E lei: Io ti giuro, o mio grande amore
che l’avrò sempre al dito e anche nel cuore!
Ghino di Tacco, un vile traditore
avea lui pure la Pia dentro il suo cuore
ma quella donna santa e benedetta
alle sue brame mai non dava retta.
Il vituperio allor, brutto e crudele
tramò una notte un vile tradimento.
Sentite o gente e avetene tormento.
Mentre la sposa, angelo benedetto,
dormiva sola e pura nel suo letto
e lo sposo lontano dal castello
avea chiuse le porte a chiavistello.
Ghino di Tacco, che era un gran fetente
e di cattiverie ne fece tante,
entrò pian piano dov’era la Pia
e dal dito la vèra portò via.
Passò la notte, spuntò il nuovo giorno,
e Nello Pannocchieschi fe’ ritorno
e Ghino che lo vide di lontano
prese il cavallo e con la vèra in mano
andò da lui a dirgli: Vedi il pegno?
L’amor della tua Pia non era degno!
O Nello, come fosti disgraziato
a credere a quel vile sciagurato.
O Pia come tu fosti sfortunata
a incontrare quell’anima dannata!
E voi, gente, venuta qui ad ascoltare
perché sì gran dolor vi devo dare
cantandovi la vera e triste sorte
che la povera Pia portò alla morte?
Appena il Nello ebbe intraguardato
l’anello che quel vile avea portato
gridò: La sposa mia m’ha fatto torto!
e a momenti cascava a terra morto
ma poi spinto dall’ira maledetta
corse al castello a far la sua vendetta.
Correva Nello e più non si fermava
e dal torrion la Pia lo salutava.
Lo salutava con la pena in cuore
e con la mano senza pegno d’amore.
Non ebbe il tempo, no, la poveretta
di spiegar la cagion di sua disdetta
di raccontar la storia proprio vera
di come avea perduto la sua vèra.
Furioso il Nello, e pien di gelosia
spinto dal suo dolor, dalla passione
salì alla stanza dov’era la Pia,
rivide il letto, corse sul torrione:
ma per la sposa non ci furon baci
la strinse forte fra i suoi forti bracci
e pien di rabbia e di disperazione /
la traventò giù in basso dal torrione.
Cadeva il corpo giù verso la morte
con i capelli stromenati al vento
ma a quel giglio d’amor volle la sorte
risparmiare il suo ultimo tormento
e con l’ala dei bei capelli neri
la fece volar su in alto, fin nei cieli.
(come la Madonna)
Questa che v’ho cantata o gente mia
è la storia di Nello e della Pia,
due sposi rovinati da un vigliacco
geloso e maledetto: Ghin di Tacco!
Se avete il cuore in petto e sangue in cuore
perché non stramulite dal dolore?