Nei prossimi giorni la scuola riapre i battenti. Insieme alle tante speranze, i problemi irrisolti sono sotto gli occhi di tutti; alcuni -come quello dei precari-, si pongono in modo acuto; il rischio è farvi l’abitudine. L’apertura dell’anno scolastico sembrerebbe coinvolgere soltanto i ragazzi, tutto al più i loro genitori e gli operatori del mondo della scuola. Ma anche per quanti non operano in tale ambito e non hanno vincoli familiari con i ragazzi in età scolare, alla fine, è impossibile chiamarsi fuori; la scuola, infatti, riguarda il futuro di un popolo, quindi, il nostro futuro. Il mondo della scuola è un osservatorio privilegiato, da cui possiamo intravedere quello che un giorno saremo; ecco perché le notizie che lo riguardano, e che ogni anno a settembre tornano puntualmente di attualità, ci toccano tutti da vicino. Frustrazioni, tensioni, scontenti sono destinati a segnare, anche pesantemente, l’ambiente dove i nostri ragazzi - gli uomini e le donne di domani – vengono quotidianamente educati, ovvero, introdotti alla totalità del reale.
Viviamo l’epoca delle transizioni veloci, nell’assenza di saldi e condivisi riferimenti etici; siamo immersi -per così dire- in una società “liquida”, in cui tutto sembra finalizzato all’efficientismo, al guadagno, al successo, all’affermazione di sé; questi, per alcuni, sono nuovi criteri di eticità. Nella nostra società, gli adulti di buona volontà faticano sempre più a trasmettere il valore del bene comune e, ancora prima, della verità, senza la quale non si dà giustizia e tutto finisce per ridursi a opinione di parte, nel chiuso di una coscienza attenta solo all’interesse personale. Il mondo della scuola ha bisogno di serenità; gli insegnanti devono essere motivati, i genitori desiderosi di partecipare alla vita scolastica, i ragazzi capaci di accogliere e interpretare le differenti proposte educative in grado d’introdurli - secondo lo specifico iter formativo-, nella totalità del reale. Le disfunzioni che ormai da decenni caratterizzano il mondo della scuola sono un problema che si presenta puntualmente, ogni anno, accresciuto; le riforme, infatti, si susseguono, i problemi - nonostante l’impegno dichiarato - rimangono.
L’auspicio, quindi, è che la scuola – dirigenti scolastici, docenti, personale tecnico-amministrativo, studenti - e soprattutto quanti patiscono sperequazioni, possano vedere riconosciuti le proprie competenze e i propri diritti. Lo scontro e l’inevitabile politicizzazione che ne deriverebbe renderebbe più difficile il compito della scuola che, invece, necessita di un clima di reciproco rispetto e riconoscimento che permetta di formare, al meglio, i cittadini di domani.
Ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale tecnico-amministrativo e ai genitori auguro un anno e un lavoro caratterizzato da un clima di vera collaborazione. A voi, ragazzi, ricordo come una sana curiosità, un forte impegno personale e una rinnovata fiducia nei confronti dei docenti, costituiscano gli ingredienti del successo scolastico, che non consiste tanto nell’ottenere la valutazione massima quanto, piuttosto, nell’essere all’altezza di quello che domani la società attende da voi .
A tutti auguro un buon anno!