Caro “Sentiero”,
da diversi anni non ti ho più scritto una riga. Il motivo, uno solo: il tempo. Più invecchio, più aumenta il lavoro in casa. Ultimamente, con l’arrivo di Chiara, una magnifica nipotina di due anni, sono diventata baby sitter a tempo pieno. Però mi sono accorta che mi stavo isolando troppo da tutto e da tutti e così mi sono detta: “Perché non tornane a fare due chiacchiere col “Sentiero”? Sempre se vorrà ancora accettarmi!”.
L’occasione per farlo è qualcosa che ho visto giovedì scorso, alla Spezia, alla fermata del bus in piazza del Mercato. Scesa dall’autobus per prenderne un altro, mi è balzato agli occhi un mucchietto di stracci lì per terra, vicino a un cassonetto. Dagli stracci spuntava un braccino scheletrico e tremolante; la mano stringeva un bicchiere di carta. Era un povero essere umano sbattuto lì per terra a chiedere l’elemosina. Faceva un freddo cane; tre ragazzi, lì vicino, guardavano; la gente passava; non ho visto nessuno fargli un’offerta e mi sovviene ora che neanche io l’ho fatta. E’ arrivato l’autobus e sono salita: ero allibita! Tante volte avevo visto scene del genere in Nigeria e sempre ne avevo provato sensazioni che non riesco ad esprimere pienamente: tristezza, amarezza, frustrazione; ma qui siamo in Italia: possibile non si possa fare niente?”.
Arrivata all’asilo della mia nipotina, racconto quello che avevo visto e chiedo alle maestre se sapevano un numero al quale telefonare per segnalare il caso. Risposta: “Eh…la conosciamo già, a volte va anche dai Salesiani; d’altra parte è una sua scelta vivere per strada; comunque noi non abbiano nessun numero:se proprio vuole provi col 118”. Ci puoi giurare che ci provo! Arrivata a casa telefono. Cosa mi rispondono? “Ma signora…Cosa vuol fare…E’ una scelta!Comunque vedremo cosa si può fare”.
Ieri sono ritornata là: quella poveretta non c’era più. Ma il punto è questo: cosa significa “è un sua scelta?”. Perché scegliamo noi di vivere e morire per strada come poveri esseri inutili? D’altra parte oggi siamo assolutamente liberi. I nostri ragazzi sono liberi di drogarsi; le ragazzine sono libere di uscire la sera e ritornare a casa al mattino, tanto poi il rimedio c’è. Siamo liberi di fare, disfare, brigare, sbrigare; siamo i padroni della vita e della morte.
A proposito di morte! Ho sentito che gli amministratori del nostro Comune hanno deliberato di istituire il "Registro dei testamenti biologici" a disposizione dei residenti nel Comune di Ortonovo.
(Naturalmente andrà in vigore dopo l'approvazione della legge.)
Anche questa è una scelta: ma quale scelta! Magari ci capiterà di morire chissà dove, chissà come, e forse l’unica scelta sarà poter mormorare un’Ave Maria.