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di Maria Angela Albertazzi
Mercoledì 27 gennaio, alle ore 21, nella Sala Consiliare del Municipio, l’Amministrazione Comunale ha organizzato un concerto in memoria della Shoà. Ha aperto la serata l’assessore alla Cultura, Massimo Marcesini, che ha salutato gli intervenuti e ha parlato di quel mondo di persone trattate nel peggiore dei modi e condannate tutte a una morte atroce: nessuno è stato risparmiato, né bambini né anziani. Il concerto è stato eseguito da Andrea Cecchinelli alla viola, da Rita Pieri al pianoforte, Silvia Belloni al violoncello, Sabrina Bellatalla alla chitarra, Simone Favilla cantante e Debora Marchi, ballerina proveniente dall’ASD, l’Ecole di Sarzana. Questi giovani hanno dimostrato il loro talento e la seria preparazione; hanno suonato e cantato con eccellente bravura. Ogni musicista si è esibito da solo col suo strumento; alla fine del pezzo, ognuno ha letto un brano che testimoniava le atrocità e torture di ogni genere vissute da quelle persone morte e da altre che hanno potuto raccontare quegli orrori accaduti nei campi di concentramento. Il tema più trattato è stato il ‘campo’ di Auschwitz, dove ancora oggi vi sono tante testimonianze di quel periodo: le cellette di punizione e di morte e tanti oggetti di tortura. La più orribile è la camera a gas con il forno dove ancora oggi è tutto nero dal fumo e si sente l’odore acre della morte. Io ci sono andata, ho visto tutto ciò come milioni di altre persone. Abbiamo visto dove venivano bruciati vivi quegli innocenti e purtroppo certe persone non credono o falsificano l’evidenza di questo vissuto. Ritornando al concerto, questi giovani musicisti hanno suonato anche assieme delle musiche di grandi autori del passato e di oggi; la sala era gremita e vi erano anche alcuni bambini, anche loro in religioso silenzio. Alla fine di ogni esibizione scrosciavano gli applausi; vedevo battere entusiasti le manine della bimba del comandante del Vigili Urbani, Marco Monfroni: sembrava una donnina seria e compunta. A metà serata, nel silenzio assoluto, abbiamo tutti guardato verso la porta d’entrata, dove è apparsa una figura tutta coperta di bianco; è arrivata al centro della sala e lì si muoveva al ritmo della musica aprendo e chiudendo due grosse ali, come un angelo triste e mesto. Quell’angelo rappresentava la morte di milioni di persone della Shoà. Poi quell’angelo, mestamente, se n’è andato via, ma subito dopo è tornato senza le ali: si è messo a ballare freneticamente libero, sereno e in quel piccolo spazio con i suoi dolci movimenti ha creato un clima di amore e pace. Che grande sorpresa ed emozione quando Andrea Cecchinelli, a nome suo e delle sue colleghe, mi ha donato una bellissima rosa bianca come la neve che conserverò in ricordo di quella serata! E’ stata una serata speciale per me e per tutti i presenti. Grazie, giovani: ci avete fatto vivere momenti di intensa emozione! Auguro a questi giovani un mondo di pace e serenità e dico loro ancora: bravi, andate avanti! Siete arrivati a questo con tenacia, sacrifici,pazienza e serietà, e anche tanti sacrifici per i vostri genitori che ora sono orgogliosi di voi. Auguro a tutti di vivere in salute, pace e serenità.
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