04 ottobre XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO/B Mc.10,2-16
“Per la durezza del vostro cuore egli (Mosè) scrisse per voi questa norma.”
Quante leggi, quanti doveri e diritti, che noi abbiamo formulato, regolano la nostra vita e tutto questo molte volte inquina e rende difficile il nostro vivere insieme agli altri.
Molti regolamenti e leggi alcune volte soffocano e rendono faticoso il rapporto quotidiano con il vicino, e “per la durezza del nostro cuore” continuiamo a rendere sempre più complicato il nostro rapporto con chi incontriamo, fino al punto di limitare la nostra spontaneità, imprigionare la nostra generosità ed impedire al nostro cuore di perdonare.
Nella giungla delle disposizioni che ci allontanano dalla perfezione dell’amore, il Vangelo
di Marco ci apre un varco per indicarci che è necessaria una lunga maturazione, perché l’uomo possa aprirsi alla perfezione dell’amore: Amare con fedeltà l’altro per quello che è e non per quello che ha o potrebbe avere. L’uomo non può distruggere ciò che Dio ha creato per rendere meraviglioso il nostro vivere insieme agli altri : vivere l’amore che egli ci ha mostrato e che continua a dimostrarci ogni giorno come Padre Misericordioso è con questo amore che regole, leggi, doveri e diritti devono essere trasformate in vita.
11 ottobre XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO/B Mc. 10,17-30
“..... insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna”
Il brano evangelico di Marco ci presenta il giovane ricco che vuole la vita eterna e che Gesù amò subito consigliandogli di vendere tutto e seguirlo, ma il giovane se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. E’ il brano evangelico del cammello che non passa nella cruna di un ago, come il ricco non entra nel regno dei cieli. Questi due saggi consigli li conosciamo bene tutti, ma Gesù continua…….rispondendo ai discepoli sbigottiti e preoccupati per la loro salvezza:“ E chi mai si può salvare?” e tranquillizza Pietro che gli ricorda che “noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito” dicendo che “tutto è possibile presso Dio”.
Ma Gesù continua ancora perché la sua Parola non ci lascia dubbi, né amarezze nel cuore. È una Parola di Speranza per tutti: per il giovane ricco che accecato da ciò che possedeva non si accorse che Gesù lo amava da sempre, per gli apostoli che pensavano solo alla loro salvezza, per Pietro che rivendicava il suo stato di “privilegiato”.
E’ una Parola,anche per noi, che ci consola e ci promette che le persecuzioni che subiamo e ciò che perdiamo in suo nome ci verrà restituito subito e centuplicato e si trasformerà in futuro in vita eterna.
18 ottobre XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO/B Mc. 10,35-45
“ Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”.
Come Giacomo e Giovanni, anche noi spesso chiediamo a Gesù il successo, il potere, la gloria, tutte cose che lo stesso Gesù non ha chiesto mai né per se né per noi al Padre suo, perché non danno ciò che Gesù vuole per noi: gioia, pace e serenità del cuore.
Dobbiamo imparare ad ascoltare in silenzio con il cuore libero da ambiziose aspettative:
Gesù è nel Tabernacolo che ci aspetta e ci domanda “ Cosa volete che io faccia per voi?”
Avere la gioia di sentire la voce di Chi ci Ama infinitamente, non è impossibile;
sentire la sincera disponibilità del Signore della Vita che aspetta una nostra richiesta, non è impossibile;
ascoltare la dolce paterna e materna parola di Colui che tutto può, che ci chiede “cosa vuoi” e ci rassicura dicendo “che sono qui per te”, non è impossibile.
Allora cosa ci impedisce di correre e di metterci in ascolto della Parola di Vita davanti al Tabernacolo?
Pensiamoci.........
25 ottobre XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO/B Mc. 10,46-52
“ Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me ! “
Bartimeo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare attenzione e pietà ricoperto da un vecchio mantello che lo proteggeva dalle intemperie della natura e dall’indifferenza dei passanti. Gesù passa e lui con la forza della disperazione e con la fermezza della sua fede lo “vede” e riconosce in Lui il Figlio di Davide al quale urla la sua miseria materiale e spirituale.
La sua voce piena di verità disturba la folla che incuriosita voleva vedere colui che dichiaravano che fosse il Messia. Il cieco insiste.... e Gesù si ferma e lo chiama....
Bartimeo si alza e si presenta a Gesù senza nascondergli nessuna sua debolezza
(“gettato via il mantello” ) fiducioso nella Sua compassione. Bartimeo “riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada”.
Quando si incontra Gesù non si rimane mai a mani vuote...... la sua disponibilità si trasforma in servizio “ Che vuoi che io faccia? “
Come Bartimeo, non facciamoci condizionare e impaurire da chi vuole con violenza e disgusto a tutti i costi farci tacere. Testimoniamo con forza, come Bartimeo, la nostra fede incondizionata nella Misericordia di Dio avvicinandoci più spesso al Sacramento della Riconciliazione dove possiamo dichiarare con piena sincerità le nostre miserie senza nascondere nessuna nostra debolezza sicuri che la nostra richiesta di perdono“ abbi pietà di me “ non rimarrà inascoltata.