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di Egidio Banti
“L’obbedienza alla verità non significa rinuncia alla ricerca ed alla fatica del pensare”, ha detto di recente papa Benedetto XVI. Queste parole ci sono tornate in mente quando, in questi giorni, abbiamo letto il coraggioso tentativo di un teologo gesuita belga di 85 anni, padre Roger Lenaers, di porre una delle questioni forse più decisive nel rapporto tra la Chiesa e il mondo: quella del linguaggio della modernità. Già il Concilio Vaticano II, nei suoi testi più importanti, compì uno sforzo molto grande per elaborare documenti in grado di essere compresi dall’uomo moderno. Del resto, tra coloro che li scrissero, c’erano personalità come Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger. Lenaers, che fa ancora il parroco tra le montagne del Tirolo austriaco, ha pubblicato di recente un libro, non ancora tradotto in italiano, il cui titolo suona così: “Un altro cristianesimo è possibile. La fede nel linguaggio della modernità” (editore Abya Yala, Quito, 2008). Il religioso tiene a ribadire che il suo sforzo interpretativo non intende in alcun modo discostarsi dalla dottrina della Chiesa, proponendosi però quello che, in altre epoche, è comunque più volte già avvenuto: tradurre i punti fondamentali di una dottrina di verità che ha duemila anni di vita in un linguaggio comprensibile, in tutti i sensi, per l’uomo di oggi. Un esempio che affidiamo senza commenti ai lettori di questo bollettino interparrocchiale, è la proposta di “riscrittura” del Credo, preghiera fondamentale della Chiesa cattolica, che Lenaers formula in questo modo: “Credo in Dio, amore infinito, / che esprime sovranamente il suo essere più profondo nell’evoluzione del cosmo e dell’umanità. / E in Gesù, nostro Messia, / immagine unica di Dio, / nato da genitori umani, / senza essere opera umana, / ma interamente frutto della grazia salvifica di Dio. / Egli percorse il cammino della sofferenza e della morte, / fu crocifisso per ordine di Ponzio Pilato, / morì e fu sepolto, / ma vive in pienezza, / perché si è aperto a Dio rimanendo interamente immerso in Lui, / diventando per questo una forza di guarigione, / in modo da poter condurre tutta l’umanità alla sua pienezza. / Credo nell’azione ispiratrice del soffio di vita di Dio / e nella comunità universale della Chiesa, / nella quale Gesù, il Cristo, continua a vivere con volto umano. / Credo nel dono di Dio, / che ci sana e fa di noi una nuova creazione, / per diventare, infine, esseri umani. / E credo nel futuro divino dell’umanità, / un futuro che significa la vita senza limiti. / Amen”.
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