La vita interiore è fatta di tanti piccoli atti di amore, di corrispondenza e di delicatezza verso il Signore.
Durante la nostra vita non avremo spesso da offrirgli cose grandi, però ogni giorno lo incontreremo nei piccoli fatti nei quali, con la nostra fedeltà, possiamo riconquistarci il suo amore.
A volte sarà saper ascoltare, altre, passar sopra alle proprie preoccupazioni per prestare attenzione a quelli che ci stanno accanto, non arrabbiarci per cose non importanti, non essere suscettibili, essere cordiali, pregare per una persona che ha bisogno, non criticare nessuno, saper ringraziare : cose che sono alla portata di tutti… e così succede in tutte le virtù.
Per essere fedeli nelle cose ordinarie bisogna amare Dio, e, a sua volta, l’amore a Dio si manifesta nelle minuzie della giornata.
Quando ci si avvia sulla strada della tiepidezza, si comincia a dar poco peso ai dettagli nella vita di pietà, nel lavoro, nelle virtù, e si finisce per trascurare anche le cose importanti.
Si trascura la puntualità stabilita nella Confessione, si arriva quasi sempre in ritardo alla Santa Messa, si diventa disordinati, per mancanza di mortificazione, con gli strumenti di lavoro o personali.
La fedeltà di tutta una vita, la santità, è la fedelta alle cose piccole, e del sapere ricominciare da capo quando per la nostra fragilità perdiamo il giusto cammino.
Il Signore stesso, pochi giorni prima della Passione, ci indicò, in un modo singolare, il valore che le piccole cose hanno al cospetto di Dio, e attraverso le piccole cose possiamo catturare la sguardo di Cristo commosso dall’amore che vi mettiamo.
Ciascuno può pensare alle molteplici opportunità della giornata per far diventare prezioso il giorno più grigio.
Gesù gradisce sempre quello che gli presentiamo: tutto può acquistare un valore nuovo.
La differenza tra una genuflessione fatta bene o fatta male è poca cosa, ma è molto agli occhi di Dio: la prima è un atto di adorazione, una dimostrazione di fede, l’altra uno sgorbio ridicolo.
E’ nelle sfumature che si distingue una risposta data in tono corretto, da figlio di Dio, dalla stessa risposta data sgarbatamente, senza attenzione alla persona con cui si parla.
In questi dettagli, infatti, si manifesta la virtù della carità.
E’ bene curare la periodicità che ci siamo fissati per la Confessione, la puntualità alla santa Messa, la buona preparazione alla Confessione, l’osservanza rigorosa del digiuno previsto dalle norme liturgiche, e dopo dedicare alcuni minuti per il ringraziamento.
Il cristiano di vera fede deve avere molta cura di tutto ciò che direttamente si riferisce a Dio.
Che cosa direbbe se arrivasse un ospite a casa nostra e la trovasse in disordine?
Lo stato di questa casa, può essere paragonato a quello di un’anima che trascura le attenzioni verso il Signore.
Che succederebbe se, in tali condizioni, lo invitassimo nella nostra casa, nella nostra anima?
Perché Gesù viene di persona nella santa Comunione, con il suo Corpo, con il suo Sangue, con la sua Anima e la sua Divinità.
Gesù ci potrebbe dire: mi hai trattato senza i dovuti riguardi.
Per preparare bene la santa Comunione è necessario avere disposizioni interiori di fede, di umiltà, di amore, il desiderio della Confessione frequente, e anche le dovute disposizioni esteriori: il digiuno prescritto, il modo di vestire, il raccoglimento.
Il Signore sempre ci aspetta con tenerezza dopo la Messa e la Comunione.
“L’amore per Cristo, che si offre per noi, ci fa trovare, al termine della Messa, alcuni minuti per un ringraziamento personale.
Senza fretta, perché nulla è più importante di questi minuti da trascorrere con il Signore, conservando gelosamente l’Eucarestia appena ricevuta.
Nei nostri Tabernacoli c’è Gesù vivo, ma tanto indifeso come sulla croce.
Ci si dona perché il nostro amore lo custodisca e lo curi come meglio è possibile, senza badare al denaro, al tempo, alla fatica.
Nella cura delle piccole cose, come avviene nell’amore umano, si manifesta il nostro amore a Dio; il fatto di trascurarle rivela invece negligenza, tiepidezza: disamore.