UN FANTOCCIO DI PANE
Tra noi l’amore, intriso d’abitudine,
è un fantoccio di pane un po’ stantio.
E’ scambio sottovoce di parole;
è un accettarsi, quieto, dell’assenso;
filo continuo, ma così sottile!
Su questa fune, fragile e corrosa,
incespica la vecchia ballerina;
nostalgica di quel tremendo amore,
in lotta coi parenti e col paese:
l’amore e morte di Romeo e Giulietta!
Ed invano si sforza di seguire
la musica di quei giovani anni,
di fede certa d’esser come roccia,
d’amore lieto, uguale in ogni fiaba:
“E vissero felici e contenti…”.
Forse sì, nonostante le ferite,
che poi…
Forse sì, che di più non è concesso.
Ma, intanto, in questo gioco un po’ intristito,
conscia d’aver perduto troppe volte,
mi riapproprio dei brani del pudore…
ed esito a narrarti le mie favole:
le favole terribili;
che mi racconto quando sono sola.
M. G. Perroni Lorenzini