GLI EBREI
12) La divinità : JHWH
La storia (ovvero, la vita della creazione) è concepita come manifestazione e azione di Dio nel tempo definito.
La creazione del mondo, l’atto di insubordinazione della prima coppia, il diluvio e altri racconti mitici sono rappresentazioni secondarie in rapporto al tema centrale che è dato dall’origine, dallo sviluppo e dalla fine della storia della salvezza; in altri termini, dall’operare di Dio; di un Dio, che al momento della creazione, stringe un patto di alleanza con tutti gli uomini e successivamente con Israele, eleggendolo a suo strumento per la salvezza di tutti.
E’ l’atto creativo che dà inizio alla storia e trasforma il caos in un universo ordinato in forza della sua Parola che è vita e dà vita.
Anche dopo la rottura a causa del peccato, la creazione, come ordine perfetto, poggia sulla Parola e lo Spirito di Dio, perché Egli non viene meno alla fedeltà promessa al suo popolo: “ Allora Mosè prese il sangue, ne asperse il popolo e disse :”Ecco il sangue del Patto che Jhwh ha fatto con voi sul fondamento di queste parole.”
L’alleanza mosaica del Sinai ha il ruolo determinante di registrare il passaggio da forme religiose idolatre, da momenti di incertezze e di cedimenti a forme rigidamente monoteistiche.
Per l’ebreo JHWH (
nome impronunciabile; vedi par. 10 ), Dio, è:
Presenza : “Ora Jhwh parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con il proprio amico”.
Energia numinosa ( = sacra, divina; dal latino numen = dio ) : “Jhwh scese con me fra i prodi.” ( Gdc. ) “Allora Davide rispose ai Filistei: “Tu vieni a me con la spada, la lancia e il giavellotto; ma io vengo a te nel nome di Jhwh degli Eserciti,del Dio delle schiere di Israele che tu hai insultato.” ( Sam. )
Verità : “La tua benignità e la tua verità mi guardino di continuo.” ( Sal.)
Re della storia : “Benedissi l’Altissimo e lodai e glorificai colui che vive in eterno, il cui dominio è un dominio perpetuo.”( Dn.)
Santo : “Santo e tremendo è il suo nome.” (Es. )
Misericordioso : “Egli non serba l’ira sua in perpetuo, perché si compiace di usare misericordia.”( Mic. )
Glorioso : “Tutta la terra sarà piena della gloria dell’Eterno.”(Sal. )
la Parola: Memra ( latino Verbum, il pensiero ).
Tutti gli attributi e i nomi divini attestano e concorrono alla costruzione del patrimonio religioso che ha da sempre distinto Israele dagli altri popoli antichi.
La corte divina è costituita dagli angeli (Serafini, Cherubini...) che esistono da prima della creazione dell’uomo.
Essi possono assumere forma umana, proteggono l’uomo e intervengono come messaggeri di Dio. Esistono anche forze del male che tentano l’uomo e lo allontanano dalla sottomissione alla volontà di Dio.
Difatti, conoscere Dio è la realizzazione piena della creatura che applica con convinzione i suoi comandamenti. L’uomo si salva solo se sa inserirsi nel progetto della storia che Dio ha prestabilito.
Parallelamente a questa visione individualista ( perché riguarda il rapporto personale Dio- uomo ), ne esiste anche un’altra, chiamiamola, “sociale” : Dio, all’inizio, ha stabilito un patto con tutte le creature, ma quando queste si sono ribellate, Dio si è scelto un popolo – Israele – affinché nel procedere della storia tutte la creature, per mezzo di tale popolo, potessero tornare a Lui.
Quando ciò avverrà non è precisato, perché Dio, pur confermando che un giorno si verificherà, non ha mai dato elementi identificativi del momento: ha sempre sostenuto di tenersi pronti.
Di fronte a questa situazione di incertezza sui tempi, non sull’evento, anche il problema della sorte individuale dopo la morte, è lasciato in termini dubitativi e imprecisati; in definitiva, ci si abbandona alla volontà di Dio che può solo volere il bene delle sue creature.
Gli aderenti al movimento mistico popolare del chassidismo ( vedi par. 11 ) sviluppatosi nelle comunità ebraiche di Germania, Polonia e Ucraina nel 1700, durante la preghiera erano soliti dire: “ Io non voglio il tuo paradiso, io non voglio il tuo mondo futuro, io voglio te solo”, oppure “ Se amo Dio che bisogno ho di un mondo futuro?”.
Nei profeti, nei farisei e nel popolino prevalgono l’orientamento verso un giudizio e l’aspettativa di una resurrezione finale ( cfr. Ez., 37 ), mentre questo indirizzo non entrò mai nella dottrina sacerdotale.
Appare evidente quanto, nel merito, la posizione del Cristianesimo, per mezzo dell’insegnamento di Gesù, sia precisa, definita, senza incertezze, manca solo la data, ma è un elemento non determinante.
L’avvento messianico, rifiutato da Israele, avrebbe permesso loro di conoscere ciò che il biblico Jhwh aveva lasciato in sospeso nell’attesa del Messia.
Per il cristiano non c’è più niente in sospeso o da definire: c’è solo da scegliere in assoluta libertà da che parte stare con le conseguenze del caso.
Antonio Ratti