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AMNESIA
di Diario di un Pellegrino” di Gualtiero Sollazzi
AMNESIA
Un sostantivo temuto, specie
dagli anziani. Un sostantivo diventato uno pseudonimo: quello di una ragazzina
che vi si nascondeva dietro, segnale di una solitudine senza speranze. Si
firmava “Amnesia” su Facebook, territorio dove la solidarietà latita ed ha
grande spazio, invece, l’insulto e il disprezzo. Quella giovane vi ha cercato
una parola amica, un aiuto per andare avanti, ma ha solo ricevuto inviti a
“levarsi di torno” e a farla finita. Purtroppo, è andata così. Quell’esistenza
si è chiusa col suicidio. Si può forse parlare di dipendenza da internet, di
fragilità legate a esperienze familiari o scolastiche: rimane il fatto di una
vita troncata che interroga. Questa figlia non abitava nel deserto, anche se
questo l’ha ingoiata. Forse noi cristiani non abbiamo ancora occhi nuovi,
freschi di Vangelo; forse dobbiamo rivestirci dei sentimenti del samaritano per
poter essere “vicini alla gente, attenti a impararne la lingua, ad accostare
ognuno con carità, affiancando le persone lungo le notti delle loro solitudini”
( papa Francesco ). Il card. Cè, pianto da tutta Venezia dove è stato amato
patriarca, ci ha donato un insegnamento che può aiutarci: “L’annuncio
dell’Amore di Dio apre i cuori e dà speranza. Non c’è niente di più bello che
dare speranza ai fratelli”.
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STABILIMENTO
di Olimpio Galimberti
Sarò fissato, sarò criticabile
quando sostengo che in ospedale anche la terminologia ha il suo peso ( c’è ben
altro che non va in ospedale; ci mancherebbe altro che ci si preoccupi di certe
stupidaggini, dirà qualcuno infastidito ), ma trovarmi in mano un opuscolo
esplicativo ( informativa di reparto ) dell’Ospedale di Sarzana dove c’è
scritto, nel frontale, oltre ad ASL 5 e Sistema Sanitario Regionale Liguria, “ stabilimento” S. Bartolomeo Sarzana, mi
va giù male.
Una volta si diceva ospedale,
poi è subentrata come dicitura azienda ospedaliera, adesso “stabilimento”.
Quando siamo malati dobbiamo andare in fabbrica, allo “stabilimento”; qual è il
bullone da cambiare? Ho cercato “d’indagare”, ma mi è stato detto che
“stabilimento” rientra perfettamente nel lessico ospedaliero, al che mi sono
chiesto se chi ha introdotto questo termine ci sia mai stato in ospedale.
Ma non come manager, come paziente o, come si dice e si è considerati
ora, come “utenti” ( della luce, del
gas, della spazzatura ? ).
COMPLIMENTI
Al Mattino, una moglie torna
“carica” ( due borsone strapiene ) dal supermercato. “ Avresti potuto venirmi
incontro, mi avresti risparmiato un po’ di fatica”, dice in tono aspro al
marito. “ Cara – replica il consorte -
avrei voluto farlo, ma non ho potuto, avevo tanto da fare”, e si affretta a togliere dalle borsone ( per sgravarsi la coscienza? ) tutti gli
acqusti “mangerecci” della moglie e a porli con cura nel frigorifero e nella
dispensa.
Vedendolo premuroso, la
moglie, che nel frattempo ha girato lper la casa e ha notato il letto rifatto e
la cucina in ordine, sembra quasi dispiaciuta di aver rimproverato il marito. “
Sei stato proprio bravo”, gli dice, questa volta in modo amorevole. E lui:
“Vieni qui che festeggiamo”. “Che cosa ?”
“la nostra vita insieme!” Se non
è amore questo ………
( Da” Strada facendo” )
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Dal Brasile
di Romano Parodi
Gli amici brasiliani mi hanno inviato
questa bella poesia pubblicata da un personaggio di primo piano della città di
Belo Horizonte. Ci ricorda, ad aeternum, che anche nei periodi
più buoi della storia umana, vige una legge suprema, che (“...come
le essenze dei templi, / indifferenti all’oscurità di mezzogiorno,…) dice:
- “Siamo tutti fratelli” - frase simbolo dell’Anarchia.
Sonho di Pedra - (Sogno di Pietra)
Le pietre di una prigione udirono grida
e divennero scivolose
come il vapore delle lacrime
di chi ha pianto,
non il costo della sua libertà,
ma l’incapacità dei tanti
che la cercano sapendo che esiste,
e avendo gli sbirri loro padroni.
Ma queste sono le stesse pietre
che costruiscono il sogno
di questi prigionieri la cui colpa
è sapere che l’uomo è nato libero
e la giustizia esiste per soddisfare
la suprema legge, che - piaccia o no
agli altri,
prima della vita e dell’infinito,
ad aeternum, come le essenze dei templi
indifferenti all’oscurità di mezzogiorno, -
siamo tutti fratelli.
Dedicado ao velho anarquista Fioravanti
Pietra, com o respeito de um discipulo anarquista.
GERALDO
ELIZIO,
(Giornalista
ed ex segretario de Estado da Cultura di Minas Gerais)
(traduzione di Irene Mantovani, che vive in
Brasile, a Ribeirẫo
Preto. (Un grande abbraccio da tutti i tuoi amici di Facebook, Irene: mi
raccomando, stai attenta alla bestia)
Breve
storia di Pietra Fioravanti Rizieri
Figlio
di Giacomo e di Antonietta Gherardi. Nato nel 1867 (sua sorella Brishida, nonna
del preside Franciosi, nel 68). Aveva quattro sorelle e due fratelli, uno era
Pietro - Cicheta, che abbiamo conosciuto, padre del sindacalista Ricion e di
tutti i Pietra nicolesi (un paio di mesi fa, a Spezia, è morta la Vilma,
l’ultima figlia di Cicheta).
La
mamma di Fioravanti, Antonietta, era sorella del capo anarchico Fasholin.
Fioravanti
sposò Margherita Giannetti abitante a Fossola. Nel nostro Comune e a Fossone,
la Margò, così era chiamata, ha ancora molti parenti.
Fioravanti
dirà al tribunale di Massa: “la mattina del 13 gennaio 1894, alle ore sette,
ero ancora a letto con la moglie e la figlioletta *Leonice di due anni, quando
sento un passante arrivare dalla Strada Nuova (la provinciale costruita pochi
anni prima: quindi abitava alla Lama nella casa della Siviglia, suocera del
sindaco Silvestri). “M’affaccio alla finestra: si tratta chiaramente di un
cavatore. Mi vesto in fretta e corro in piazza. L’uomo aveva portato degli
ordini a Fasholin” (Gherardi Guido). L’insurrezione, dopo giorni di
preparazione era stata fissata per quella notte stessa. Alle ore 19,30 gli
ortonovesi dovevano trovarsi ad Avenza. Il corteo transitando per Casano,
Isola, Fossone doveva chiamare a raccolta tutto il popolo “perché quando un
fico si trova in cima a un monte non bisogna aspettare che caschi” diceva
Fasholin. Come oramai accertato gli ortonovesi non riuscirono nemmeno ad
arrivare ad Avenza, dove ci furono i morti, per la contro offensiva del
generale Heush, ma furono condannati duramente lo stesso. Fioravanti a dodici
anni di carcere, a Noto, in Sicilia, Fasholin a sedici. Grazie ai ricorsi
dell’avv. Bianchi, ne fece solo due, e poi tornato a Ortonovo prese moglie e
figlia e fuggì in Brasile, a Belo Horizonte (era il 1896),
dove fece l’imprenditore edile e altri sei figli. Nel 1996 la
città festeggiò il suo centenario e Pietra Fioravanti, è ricordato come uno dei
fondatori della capitale. Una città di tre milioni di abitanti (come Roma che
invece ha 2.775 anni), dei quali un terzo è di origine italiana.
*Il marito della Leonice ortonovese, Pepe
Fabrini, fu sindaco della città.
Storia
di un bollettino
(Da
uno scritto di Don Pesce del giugno 1971)
“Quando
fui mandato Parroco a Ortonovo da Don Orione, verso la fine del 1938, lui mi
chiese di iniziare un Bollettino della Madonna del Mirteto. Mi promise che
avrebbe pagato il primo numero e così fece: mi dette 500 lire… Mi misi subito
all’opera e ai primi del 1939 usciva il primo numero….. Nel ’46 fui trasferito
e la pubblicazione terminò. Quando feci ritorno nel ‘61 fu il provinciale
dell’Ordine, Severino Ghiglione che mi dette 85.000 lire perché riprendessi la
pubblicazione…. Il Bollettino ebbe abbonati in numero variabile fra i 1.500
e i 2200 copie per ogni numero…. Raggiunge un centinaio di città…Va anche
in Argentina, Usa, Francia, Belgio, Svizzera, ovunque vivono gli ortonovesi”. (Il Bollettino pubblicò anche molte lettere
dei nostri militari in guerra, anche il diario di Guerra di Livio Cavirani….
Lettere di: Ten. Andreani Tullio, Andreani
Ezio, Franciosi Nilo, Damarciasi Sergio, Corsi Consolato, Andreani Sergio,
Antonio Franciosi, Cortesi Pippo, Gherardi Ovidio, Pietra Gino, Andreani
Alfonso, Pedroni Olimpio, Muracchioli Abramo (fronte russo), Ferrari Paolino, Maberini
Primo, Giovanelli Sandrino, Cavirano Olimpio, Cavirani Bruno, Cortesi Armando,
Franciosi Attilio, Gramolazzi Giuseppe, Parodi Guido, Franciosi Mario, Parodi
Cesare, Repiccioli Andreino, Felici Gino, Puccianti Antonio, Repiccioli
Archimede, Puccianti Arturo, Franciosi Dialmo, Gualtieri Edoardo, Gualtieri
Arrigo, Gualtieri Eugenio, Gualtieri Piero, Muracchioli Renzo, Pedroni Ugo,
Pedroni Enrico, Pedroni Guido, Pietra Archimede, Andreani Mario, Cortesi Bruno,
Ferrari Oliviero, Andreani Arturo, Beggi Fernando, Ferrari Cesare e Ferrari
Tullio…Inoltre scritti e foto in memoria di Gino Cavirani (…Caro Gino
il tuo sacrificio…) e di Ladino Muracchioli (disperso in Russia).
“Non
so se la mia età avanzata mi concederà di vedere un altro decennio…come mi
augura il mio Superiore…ma spero che il seme gettato non abbia a morire”. Scriveva
don Pesce nel ‘71. r.p.
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I cacciatori
di Paola Guerrecci Vitale
Sono le undici del mattino e ancora si odono le schioppettate dei cacciatori.
Hanno iniziato alle sette del mattino, provenienti sia da sotto l'autostrada,
che dalla parte della via litoranea. Ora mi sto chiedendo che selvaggina ci può essere nei campi
sterminati di basilico, ora anche inondati da bombe di pioggia. Per poco tempo,
in Agosto, si sono soffermati qui diversi aironi, certamente di provenienza
africana, con il caratteristico il piumaggio rosa, ricoperto in nero sulle ali ed il timone. Poi, durante il susseguirsi della raccolta del basilico, fatta con potenti
mezzi meccanici e veloci trattori, evidentemente disturbati hanno cercato posti più ospitali . Queste fucilate ci ricordano altri tempi, quando abbondava la selvaggina e ci preannunciavano l'arrivo della stagione invernale
Va beh! Buona domenica … e buona "caccia!
Luni Mare settembre 2021
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Dal diario di un parrocchiano
di Enzo Mazzini
Domenica 13 giugno - Oggi si
festeggia un grande Santo: Sant'Antonio di Padova. Nell'odierno Vangelo si
riportano le parabole del seme e del granello di senape che ci insegnano che,
nonostante le difficoltà, il regno di Dio si realizzerà.
Anche oggi, come domenica
scorsa, nella Chiesa di Isola si celebra una Santa Messa solenne perché
altri fratellini e sorelline riceveranno la Prima Santa Comunione. La Chiesa è
piena di fedeli e tutto è organizzato per garantire una Santa Messa
davvero partecipata, compreso il Coro diretto da Nicoletta.
Molto profonda, come sempre,
l'omelia di Don Carlo della quale, per ragioni di spazio limitato, riporterò
solo alcuni brani: "Siete capaci di costruire e non di distruggere. Si
tratta di verbi importanti: cosa vogliono dire? Vogliono dire che voi siete
sempre pronti per trovare il bene dappertutto e proprio per questo noi dobbiamo
difendervi perché siete puliti, siete buoni. Noi dobbiamo difendervi con tutte
le nostre forze e lo facciamo. Ma da che cosa dobbiamo difendervi e difenderci?
Beh dal male! Oggi ci difendiamo con questa mascherina da un male orribile
perché ci è d'ostacolo in cose davvero importanti: non solo il lavoro, ma anche
l'unione, l'abbracciarci, il dirci che ci vogliamo bene, avvicinarci,
giocare insieme. È una cosa che si può definire orribile. Io spero che
sia passata anche per il futuro nostro, ma noi una cosa la possiamo fare, papà
e mamme che siamo qui: possiamo accompagnarvi nella vostra crescita attraverso
quelli che sono i valori più belli che voi conoscete perché papà e mamma vi
hanno dato tutto: vi hanno dato la vita ed oltre la vita vi danno ogni giorno
sé stessi. Sì, perché mentre passa il tempo, il papà e la mamma
invecchiano, diventano sempre più grandi e si offrono a voi e vi danno tutto
quello che hanno. Ecco perché oggi papà e mamma ci aiutano e dicono che oggi
voi potete insegnarci qualche cosa. Cos'è questo qualche cosa? È
una parola molto semplice. Forse voi non ne comprendete il significato, ma la
vivete: "umiltà". Non è una parola facile, ma voi la vivete.
Cos'è l'umiltà? È la capacità di fare comunione, unione. Non è semplice:
è una parola difficile, ma bella, perché nel mondo vi si presenteranno
due ragionamenti: il ragionamento del potere che fa diventare tutti pazzi e
l'abbiamo visto proprio con questo male, male davvero grande e che può
diventare davvero atroce ed allora l'uomo si rivela lupo, un lupo che ci
azzanna anche nella sofferenza.
L'altra logica, la nostra
logica, è la logica dell'amore; non un amore del tipo: "Io ti amo,
ti voglio bene perché tu mi vuoi bene", "No! Io ti voglio bene perché
ti voglio bene. Basta! Questa è la forza dell'amore: non chiedo niente a te!
È quello che si dicono i nostri bambini che vivono l'esperienza
della fede. Loro riceveranno questo piccolo pezzo di pane consacrato dove c'è
tutto, tutto, l'infinito. Ma vediamo di capire questa parola così
importante. Voi lo sapete che oggi è la festa di Sant'Antonio di Padova, uno
dei grandi Santi della Chiesa. Cos'ha fatto di straordinario? Non ha fatto
nulla di straordinario: ha offerto la parola del Vangelo, la parola di Gesù, ma
cone l'ha offerta?L'ha offerta ai piccoli ed ai grandi, però ha fatto una cosa
importante: si è schierato a fianco dei sofferenti. " Io vi difendo"
- ha detto.
E chi erano i sofferenti?
Tutte quelle persone che avevano dentro una situazione di dolore. Statene
certi, aprite il vostro cuore, fate entrare la luce della fede e, con la luce
del Signore che voi riceverete, la sofferenza sarà illuminata dentro di voi e
sarà distrutta. Siatene certi!
Un giorno si trovava in una
città sul mare ed era stato chiamato per fare la predicazione, non in Chiesa ma
all’aperto, in una piazza. Incomincia a parlare di Gesù, dell'Eucaristia - era
la festa del Corpus Domini - e tanti lo prendevano in giro e gli dicevano:
"Ma non vogliamo sentire questi discorsi. Noi vogliamo che tu parli
di cose grandi. Non siamo dei bambini ". Allora sapete dove va a parlare?
Sulla riva del mare ed incomincia a parlare di che cosa? Che Dio è il Creatore,
Dio è amore. Ebbene, sapete cos'è successo? Che tutti i pesci saltano per aria
come se volessero battere le mani. Quando la gente vede, capisce che la cosa
essenziale della nostra vita è la testimonianza che tu sei figlio, tu hai la
mamma e il papà vicini, ma anche la mamma e il papà, i nonni ed i
bisnonni, tutti hanno una paternità e quella paternità si chiama Dio Padre che
è il Padre Nostro e noi dobbiamo scoprirlo e voi lo sapete bene ed oggi
ci aiutate a scoprirlo: a scoprire che Dio è Papà, che Dio è Padre,
che Dio è Mamma e che oggi, attraverso quel pezzettino di pane vi offre
la vita. Accettiamolo! ......."l
Sabato 3 luglio - Oggi la
Chiesa di Caffaggiola è davvero stracolma di fedeli per partecipare ad una
celebrazione davvero solenne: il nostro Vescovo, S.E. Mons. Luigi Ernesto
Paletti, amministra il Sacramento della Confermazione, più conosciuto come
Cresima, ai ragazzi e ragazze della Parrocchia di Luni - Isola. Si tratta di un
Sacramento che rafforza la grazia battesimale ed arreca la forza speciale
dello Spirito Santo.
Anche quest'anno, come l'anno
scorso, l'accesso dei fedeli è contingentato in quanto è limitato ai genitori
ed ai testimoni dei cresimandi, a causa del Covid 19. Non solo, ma si è resa
necessaria una doppia cerimonia: la prima, limitata ai cresimandi di
Caffaggiola e la seconda, a quelli di Isola.
Io, in quanto componente del
Coro di Isola, partecipo alla seconda Santa Messa che viene celebrata alle ore
18. Il Coro di Isola, diretto da Nicoletta, è presente al gran completo per
dare a questa importante cerimonia la massima solennità possibile.
Molto accorata la
presentazione dei ragazzi e ragazze che stanno per ricevere l'importante
Sacramento, rivolta al Vescovo, da parte del Parroco, Don Carlo:
"Eccellenza Reverendissima, ancora Le esprimiamo la nostra gratitudine per
quello che oggi offre alle nostre comunità parrocchiali. I nostri bambini, i
nostri ragazzi e ragazze sono pronti per la Confermazione e quindi capaci di
testimoniare l'amicizia con Gesù, la fede.
È un momento molto particolare
, come abbiamo già detto nell'altra Celebrazione Eucaristica, momento
d'emergenza specialmente l'anno scorso, allorché è stato molto difficile
svolgere le nostre catechesi, le nostre celebrazioni ed abbiamo rilevato i
segni particolari sui nostri volti, impedendoci di essere noi stessi,
però oggi porta la bellezza di un dono, un Sacramento, il Sacramento
dell'amore, il dono dello Spirito che avviene nella nostra vita di
testimonianza, di forza: ci dà la possibilità oggi, anche a voi bambini,
ragazzi, la possibilità di essere autentici cristiani.
Anche voi avete subito in
questo periodo tante situazioni difficili. Forse noi adulti non ce ne siamo
resi conto, ma anche voi siete stati sottoposti a situazioni difficili. Vedete
la fede? Un grande dono che non può essere negoziato e non possiamo trovarlo
nelle nostre piazze, nei nostri negozi, nei nostri giochi, anche se sono vecchi
e importanti: fede è dono! Quella fede che il nostro Vescovo è venuto a
trasmetterci, attraverso l'imposizione delle mani ed attraverso il dono
del Santo Olio.
Allora grazie, Eccellenza,
affinché questi bambini, ragazzi, possano diventare con i loro genitori,
anche voi, anche noi adulti, testimoni di questa autentica carità".
Segue quindi l'omelia del nostro
Vescovo: "Abbiamo ascoltato, insieme, la parola di Dio, una parola che ci
parla oggi, in modo particolare, del prezioso sangue del Signore nostro, Gesù
Cristo. Ecco, una parola che, realmente, non solo trasmette ma rende presente
questo mistero: il sangue nell'antichità è segno di vita, ma è anche segno di
un'alleanza, un'alleanza fra Dio e l'uomo. Abbiamo sentito proprio nella
prima lettura Mosè come, dopo aver letto quelle che sono le Tavole della
Legge, ecco sigilla col sangue quest'alleanza fatta con Dio e lo fa per il
popolo, lo fa perché il popolo possa diventare il popolo di Dio. Dunque il
sangue è legato al sacrificio e alla donazione ed allora abbiamo sentito come
non il sangue di un agnello semplicemente ma il sangue di Cristo sia quello che
lava realmente le nostre colpe, i nostri peccati e qui da una parte deve
esserci gratitudine perché, come giustamente è stato detto, i doni di Dio non
possono essere acquistati: è Lui che li dà gratuitamente a noi. Devono però
essere accolti, accolti, custoditi e vissuti e allora, da una parte gratitudine
e dall'altra parte responsabilità da parte di ciascuno di noi. Quel
sangue che abbiamo sentito proprio nel Vangelo è il Sangue di Gesù, il quale si
offre per noi nel segno della passione, della morte e poi della Resurrezione
del Signore Gesù perché sfocia nella vita, non termina e questo diventa per noi
la fonte della nostra esistenza. In virtù di questo Sacrificio, di questo
dono che Gesù fa, riconciliando l'umanità con Dio stesso, ecco questo dono cala
su di noi in modo particolare proprio col dono dello Spirito, quello Spirito
che ci rende innanzitutto maturi nella fede. Figli di Dio lo sono già i nostri
cresimandi, avendo ricevuto il Battesimo, però oggi fanno un passo successivo
di maturità, la maturità della fede che certo non termina qui. Oggi è il seme
della maturità; dopo dovrà crescere e giungere fino alla pienezza e poi,
perché è necessario non solo credere, cosa che è fondamentale, ma anche
diffondere la nostra fede, diffonderla con chi abbiamo vicino, rafforzandola
anche con chi magari non l'ha ancora ricevuta o trascurata o dimenticata perché
il Signore ci ha fatto questo dono perché noi, a nostra volta, possiamo essere
portatori di questo dono. E allora comprendiamo quanto sia importante ricevere
il dono dello Spirito che è Dio stesso perché noi crediamo in un solo Dio, ma
un Dio che è mistero di Comunione: Padre, Figlio e Spirito Santo. Preghiamo il
Padre con la preghiera che il Signore ci ha insegnato, il Padre Nostro;
preghiamo il Signore Gesù riconoscendoLo come il Signore, come nostro Redentore
e come Dio perché generato dal Padre Suo da tutta l'eternità e per tutta
l'eternità, ma anche vero uomo perché è nato dalla Vergine Maria nella storia
del tempo e sappiamo che in Lui si realizza la nostra salvezza. Però anche lo
Spirito è l'unico, vero Dio: un solo Dio in tre persone. Oggi, in modo
particolare, il dono dello Spirito scende su di voi, scende con i suoi
sette doni, scende per rafforzarvi nella fede e scende per illuminare e
dare la grazia ad ognuno di noi di essere testimoni del Signore Gesù. Ecco,
questo noi lo vogliamo accogliere insieme: voi l'accogliete nel Sacramento
perché oggi Lo ricevete e noi chiediamo al Signore perché Lo ravvivi
dentro di noi perché è veramente quello Spirito che anima la Sua Chiesa, che
anima il popolo di Dio, che ci permette intanto di crederGli: nessuno può dire
che Gesù è il Signore se non nella potenza dello Spirito. Nessuno può
dire: "Abba, Padre" se non nella potenza dello Spirito.
È fondamentale per la nostra
vita, per la nostra fede e per la nostra salvezza. Però, come questi cresimandi
oggi diventano testimoni ed è per noi una gioia, sapendo che la loro piccola
età rappresenta il futuro della Chiesa, noi dobbiamo per loro essere testimoni
in una età più avanzata, più matura, ma siamo la memoria viva di questa
Chiesa e insieme dobbiamo camminare, insieme dobbiamo testimoniare il Signore
Risorto.
Ecco, raccoglieremo la
rinnovazione delle promesse battesimali che compiranno loro e poi, con loro e
per loro, gioiremo insieme del dono dello Spirito che si ravvivi dentro di noi,
aprendo il nostro cuore per accoglierLo con generosità, ma anche il nostro
impegno di corrispondere con responsabilità.
Chiediamo questo con loro e
per loro, sapendo che oggi non è che terminerà tutto qua, ma oggi inizia il
grande cammino della testimonianza e quindi deve iniziare il grande cammino di
impegno all'interno della Chiesa.
Cerchiamolo dunque
insieme."
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