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COSTRUIRE LA CHIESA CON PIETRE DIVERSE
di Don Carlo
Come vorrei che i cristiani
sapessero che la Chiesa è una grande famiglia, una famiglia in cui ci si
dovrebbe sforzare di fare vivere tutti i membri nella gioia e nella pace.
Quando ci si sente attaccati con vigore alla propria idea, si fatica ad ammettere
che il vicino possa con altrettanta forza e passione essere attaccato alla sua.
Una posizione che assorbe tutto il nostro impegno, invade facilmente e
completamente il campo della coscienza, risultando così di ostacolo alla
comprensione di un’altra posizione, di un’altra scelta. Ciò dipende dalla
debolezza, dai limiti della nostra intelligenza, ciò dipende pure dal nostro
peccato, dalla nostra passione interiore, dal nostro egoismo. Ogni scelta,
nella vita del mondo e della chiesa, è legittima quando è conforme al Vangelo e
viene realizzata secondo coscienza e al servizio del prossimo. Ma quando tale
scelta porta a una divisione, ad un settarismo esclusivista, non è forse il
segno di un soffocamento dello spirito e anche carenza di profondità
spirituale? Io mi sto rivolgendo a dei cristiani, ma non ho intenzione di
parlare soltanto alla loro intelligenza, bensì al loro cuore e alla intimità
della loro anima che Cristo chiama all’amore universale. Accettiamo di avere
fratelli diversi da noi e non trattiamoli come avversari. Edifichiamo la Chiesa
del Signore con pietre diverse e stimiamoci a vicenda, ringraziando il Signore
del nostro esistere. Allontaniamo decisamente l’intolleranza dalla Chiesa e a
maggior rigore non mettiamola in un angolo del nostro cuore. Ciò che ci unisce
ai fratelli è assai più grande e vero di ciò che ci divide. Ma secondo
l’insegnamento di Gesù, bisogna andare più in là nell’esame della nostra
coscienza. Ciò che è in causa, è la qualità dello sguardo che noi volgiamo
verso il nostro prossimo. Quando Gesù guardava qualcuno, lo amava, lo chiamava
per nome, e questo amore personale faceva vivere e crescere colui sul quale
egli faceva affidamento. Ricordiamoci della visita di Cristo alla casa di
Zaccheo. E’ peraltro il principio di ogni pedagogia che si rispetti la crescita
di un essere in virtù dell’amore dell’educatore.
Ora, a noi viene richiesto un simile sguardo per ciascuno di coloro coi quali
viviamo. La nostra continua tentazione è di risolvere dei casi, dei problemi,
mentre ci dimentichiamo che è con persone che dobbiamo trattare. Quanti
dialoghi risultano sterili, in quanto non sono altro che monologhi posti l’uno
accanto all’altro senza concessione alcuna.
Si, l’amore attento che portiamo al nostro fratello non è per lui soltanto
beneficio. E’ “Creatore” della sua persona, contribuisce a farla crescere nel
modo più vero e più giusto. Noi dobbiamo vivere a questa profondità se vogliamo
che la Chiesa sia un vero “focolare domestico” e luogo privilegiato della
presenza del Signore Risorto. Se noi potessimo capire un giorno che
l’insistente preghiera, che Gesù rivolge al Padre, si estende in modo diretto
fino ai nostri cuori: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”
(Gv.13,34) “O Padre che siano anch’essi una cosa sola, affinché il mondo creda
che Tu mi hai mandato” (Gv. 17,21). Questo è il testamento spirituale che Gesù
lascia ad ogni uomo, è la ricchezza più grande benedetta sulla croce da tutto
il suo amore e sigillata con la certezza che la Croce apre una strada che
condurrà ogni uomo a gustare la gioia di essere salvato. Proprio per questo
nuovo modo di amare inaugurato da Cristo, dobbiamo mettere a tacere le nostre
discordie, accettare le diversità dei punti di vista, scegliere ciò che ci
unisce e seppellire nel silenzio, ciò che ci divide, fare della schiettezza
d’animo, dell’intelligenza e dell’umiltà, le ancelle dell’amore.
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La pandemia
di Da l'avvenire
La pandemia è una
sfida per la missione della Chiesa
“Capire che cosa Dio ci stia
dicendo in questi tempi di pandemia diventa una sfida anche per la missione
della Chiesa”. Ne è convinto il Papa, che nel messaggio per la prossima
Giornata missionaria mondiale, reso noto il 30 maggio, afferma che “la malattia,
la sofferenza, la paura, l’isolamento ci interpellano. La povertà di chi muore
solo, di chi è abbandonato a sé stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di
chi non ha casa e cibo ci interroga”. “Obbligati alla distanza fisica e a
rimanere a casa, siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle
relazioni sociali, e anche della relazione comunitaria con Dio”.
“Lungi dall’aumentare la diffidenza e l’indifferenza, questa condizione
dovrebbe renderci più attenti al nostro modo di relazionarci con gli altri. E
la preghiera, in cui Dio tocca e muove il nostro cuore, ci apre ai bisogni di
amore, di dignità e di libertà dei nostri fratelli, come pure alla cura per
tutto il creato”.
“L’impossibilità di riunirci come Chiesa per celebrare l’Eucaristia ci ha fatto
condividere la condizione di tante comunità cristiane che non possono celebrare
la Messa ogni domenica”, prosegue Francesco, secondo il quale “celebrare la
Giornata missionaria mondiale significa anche riaffermare come la
preghiera, la riflessione e l’aiuto materiale delle vostre offerte sono
opportunità per partecipare attivamente alla missione di Gesù nella sua
Chiesa”.
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MESSAGGIO: HO CHIESTO UNA COSA A DIO
di Don Domenico Lavaggi(prete e vostro conterraneo)
Ho
chiesto a Dio la forza e Lui mi ha dato difficoltà per rendermi forte.
Ho
chiesto a Dio la saggezza e Lui mi ha dato problemi da risolvere.
Ho
chiesto a Dio la prosperità e Lui mi ha dato muscoli e cervello per lavorare.
Ho
chiesto a Dio il coraggio e Lui mi ha dato pericoli da superare.
Ho
chiesto a Dio l’amore e Lui mi ha affidato persone bisognose da aiutare.
Ho
chiesto a Dio dei favori e Lui mi ha dato opportunità.
Non ho
ricevuto nulla di ciò che volevo, ma tutto quello di cui avevo bisogno mi
è
stato dato.
Quando
alla fine della nostra vita ti presenterai davanti a Dio, Lui ti chiederà
solamente
dieci cose :
Dio
non ti chiederà che auto avevi, ma a quante persone hai dato un
passaggio.
Dio
non ti chiederà se era grande la tua casa, ma ti chiederà quante persone
hai
ospitato.
Dio
non ti chiederà se i tuoi abiti erano firmati, ma ti chiederà quante persone
hai
aiutato a vestirsi.
Dio
non ti chiederà in quale quartiere vivevi, ma ti chiederà come trattavi i tuoi
vicini.
Dio
non ti chiederà quante cose hai comprato, ma ti chiederà quante cose hai
venduto
per dare.
Dio
non ti chiederà il colore della tua pelle, ma ti chiederà la purezza della tua
anima.
Dio
non ti chiederà perché hai tardato a cercare la fede, ma Lui ti prenderà con
amore
e ti salverà dalla seconda morte.
La
vita è una sola, quindi non la sciupare.
Ricorda
: Ama e vivrai per sempre.
(ho voluto condividerlo con tutti voi)
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L'Abbraccio del Padre “Ma liberaci dal Male”
di Roberto
Liberaci dal Male o dal
Maligno? Noi preghiamo abitualmente usando la formula: liberaci dal Male,
perché di solito facciamo l'esperienza diretta del Male in tutte le sue forme:
fisiche, morali, spirituali, sociali, piuttosto che l'esperienza del Maligno. Noi
crediamo però che il Maligno esista, ricordando che Gesù ha lottato contro
tutti i mali che incontrava ma che ha pure pregato perché i suoi fossero
custoditi dal Maligno; infatti leggiamo nel Vangelo di Giovanni (Gv 17,16):”
Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal Maligno”.
E pure nel Vangelo di Luca leggiamo una affermazione di Gesù che dice a Simone:”
Simone, Simone, ecco Satana ha preteso di scuoterti come il grano. Ma io ho
pregato per te, perché la tua fede non venga meno”. (Lc 22,31-32). L'immagine
usata da Gesù legata al mondo agricolo è di una forza impressionante; Satana
scuote i discepoli, Gesù li difende, prega per loro, perché non abbiano a
perdere la fiducia in Dio, non abbiano a scoraggiarsi, abbandonando la fede.
Non dobbiamo vedere il demonio presente in ogni angolo, se è vero che pensare
secondo Satana è sinonimo di pensare secondo gli uomini. Ci ricordiamo quando
Pietro cerca di dissuadere Gesù dal dover dare la sua vita per la salvezza
dell'umanità? Gesù, voltandosi, disse a Pietro:” Via da me, Satana! Tu mi sei
di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”. (Mt. 16,
22-23).
Male o Maligno, la preghiera del Padre Nostro termina con questo richiamo
realistico alla nostra condizione fragile, al nostro contesto di lotta; essa è
preghiera concreta, che si confronta con il reale, con la nostra condizione
storica, con il nostro vissuto e vuole trasformarlo, salvarlo, cambiarlo. Non è
preghiera di evasione, ma di impegno, di lotta serena, positiva, coraggiosa.
Gesù ci ha insegnato a pregare:
-sia santificato il tuo nome
-venga il tuo regno
-sia fatta la tua volontà
perché sa che in terra, in questa terra piena di bellezze certo, ma pure di
violenza, di orrori, di paure, di cattiverie e provocazioni, di torture e di
crimini, non stiamo per niente bene. Come si possono chiudere gli occhi di
fronte al male, ai mali individuali: frodi, bugie, menzogne, furti, invidie,
gelosie, vendette, arrivismi;
ai mali collettivi: come il razzismo, le guerre etniche di religione, di
incivili barbarie, di follie inimmaginabili.
Come è possibile non vedere che il Maligno è in azione? Solo i superficiali
possono restare indifferenti, solo i presuntuosi e gli orgogliosi possono
ritenere di non dover essere aiutati a sconfiggere il Maligno. Noi preferiamo
alzare le mani verso il cielo ed invocare il Padre perché ci liberi dal Male o
dal Maligno; per questo ha mandato Gesù, questo è il senso ultimo del
cristianesimo. Per accoglierlo occorre coltivare umiltà e riconoscerci per quello
che siamo, peccatori; occorre mantenere un atteggiamento di vigilanza critica
che ravvivi la coscienza della propria debolezza; occorre nutrire un
atteggiamento di incrollabile fiducia che eviti la perdita della speranza, il
prevalere della paura e dell'interesse individuale. Il Male ci appartiene, è
dentro di noi, ne abbiamo fatto tutti l'esperienza, magari prendendolo per
bene; per sconfiggerlo bisogna essere umili e vigilanti, nutrire fiducia nel
Signore e pregare perché la nostra fede non venga mai meno.
Sostenuti da questa fede rinnoviamo quindi ogni giorno la nostra preghiera al
Padre ed alla Madonna, Madre di Misericordia perché ci diano aiuto e grazia e
ci soccorrano nelle nostre lotte contro il Male ed il Maligno.
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