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MISTERI
di Don Domenico Lavaggi(prete e vostro conterraneo)
Dopo lo scoppio delle bombe atomiche si videro delle forme
umane stampate contro un muro rimasto casualmente in piedi nelle città
giapponesi colpite. Le autorità affidarono ad esperti fisici nucleari
giapponesi e statunitensi il compito di esaminarne l’origine e la provenienza.
Gli esperti dichiararono che lo scoppio delle bombe nucleari aveva trasformato
i corpi delle persone da materia in energia, facendoli volare ed imprimere nel
muro rimasto in piedi, quindi quelle figure erano le persone che morirono sotto
i bombardamenti. Negli anni 80 del secolo scorso scoppiò una guerra mediatica a
proposito dell’origine e provenienza della sindone. Il Papa Paolo VI affidò lo
studio ad un gruppo di esperti affinchè ne provassero l’autenticità. Questi
esperti dissero al Papa di non aver scoperto l’origine della figura impressa
nel lenzuolo, ma di aver appurato l’origine della tela, che risultava tessuta
con fibre di lino esistente in Israele ed in Medioriente al tempo di Gesù. Fu
il fisico nucleare italiano Antonino Zichichi a definire l’origine e la natura
stampata nella sindone, rifacendosi alla scoperta fatta dagli scienziati
relativa alle figure sui muri giapponesi. Zichichi disse che l’energia espressa
dalla resurrezione di Cristo era pari allo scoppio delle bombe nucleari e che
aveva trasformato il corpo di Gesù da materia ad energia, imprimendola sul
lenzuolo. “Questa”, disse, “ è la mia scoperta scientifica”, ma, da cattolico
praticante, era convinto che la figura impressa nella sindone fosse un mistero.
Insieme ad un gruppo di levantesi mi recai a Torino in occasione
dell’esposizione mondiale della sindone e mi inginocchiai con venerazione,
vedendo in essa il mistero nascosto che parla della resurrezione di Cristo. Ho
proposto il titoli “Misteri” in quanto ritengo che tutte le creature terrestri
siano misteri che parlano di Dio. Spesso trascorro il tempo nella mia stanza
pregando e rileggendo mentalmente i testi scolastici studiati in seminario ed i
libri letti successivamente; guardando dalla finestra osservo una pianta di
limoni che in primavera presenta un’esplosione di fiorellini che piano piano si
trasformano in frutti finchè si colorano
di giallo dichiarando così la loro maturazione e, se mi sporgo dalla finestra
scorgo un gruppo di canne che al minimo soffio di libeccio o di tramontana, si
piegano fino a sfiorare il suolo, ma vedo anche un bosco di castagni che non si
piegano neppure quando soffia un vigoroso vento di libeccio e di tramontana,
avendo essi radici profonde. L’esempio della pianta di limoni mi ricorda il
mistero della vita umana : l’uomo nasce come il suo fiorellino e cresce fino a
maturare per essere spremuto. L’esempio delle canne e dei castagni mi ricorda
mio padre che, avendo lui radici profonde, ( fede e libertà di pensiero) mai si
è piegato al vento di libeccio o di tramontana
e tutto questo è stato per me la forza per rimanere fedele alla mia
vocazione.
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L'ABBRACCIO DEL PADRE
di Roberto
“E non lasciarci soccombere nella tentazione”
Tra gli interpreti della Bibbia è ormai acquisito che la traduzione abituale “e
non ci indurre in tentazione”, “et ne nos inducas in tentationem”, non è
felice, anche se l'abbiamo ripetuta per secoli e nella sua formulazione
originale, greca, potrebbe anche essere accettata, perché il termine greco ha
due significati: tentazione e prova.
Se la tentazione non può venire da Dio, la prova si; in questo caso, prendendo
atto delle nostre fragilità, chiederemmo al Padre di “non indurci nella prova”,
perché non siamo pronti, ci sentiamo deboli, abbiamo bisogno di sostegno.
Ma se resta il significato di tentazione, allora sarebbe meglio adattare la
traduzione: Dio, infatti , non può tentare al male.
L'autore della lettera attribuita a Giacomo lo ricorda. “Nessuno, quando è tentato,
dica: sono tentato da Dio; perché Dio non può essere tentato dal male e non
tenta nessuno al male” (1,13).
Anche Gesù, che conobbe la tentazione, venne condotto dallo Spirito nel
deserto, ma a tentarlo fu il diavolo. Benché la tentazione non sia peccato, è
la porta, la strada che conduce al peccato, se non la si respinge, se non si
resiste.
Qual è la radice della tentazione? Dove sta il motivo per cui siamo chiamati a
fare del male? Nel fatto che non conosciamo pienamente Dio, ne abbiamo una
falsa idea. Pensiamo che il rapporto con Dio sia limitante; Egli è geloso, non
vuole che l'uomo divenga simile a Lui, per questo limita
il nostro bene. La tentazione viene dall'accettare una falsa idea di Dio, dal
crearsi un Dio a nostra immagine: geloso, invidioso, che non desidera il nostro
bene, ma il nostro male. Per questo si cede alle tentazioni, che muovono sempre
dal nostro egoismo, dal mettersi al centro di tutto, dal cercare quello che
riteniamo essere il “nostro bene” invece del bene.
Quello che riteniamo essere, magari in buona fede, il “nostro bene”, non è
sempre il bene. Abbiamo bisogno di aprire mente e cuore alla luce della parola
di Dio, alla conoscenza della verità, alla comprensione della sua Misericordia.
La tentazione è il segno più evidente della nostra umanità; anche Gesù conobbe
la prova della tentazione, segno e garanzia della sua umanità. La nostra
preghiera al Padre, sarà quella che non ci lasci cadere, che non ci abbandoni
nella tentazione, ci sostenga nella lotta inevitabile che la tentazione stessa
porta con sé.
Se è chiaro che la tentazione al male non può venire da Dio, la tentazione in
quanto prova, lotta, cimento: si. La prova della fede può provenire dalla
stessa verità di Dio.
Chiediamo al Signore di non abbandonarci nelle prove di ogni giorno, che
diventano tentazioni per la nostra fede, la nostra adesione a Lui, e per questo
richiedono sempre conversione, preghiera e penitenza. Per non entrare nella
tentazione non bastano le ragioni e i convincimenti umani, occorrono vigilanza
e preghiera: “vigilate e pregate per non entrare in tentazione, per non cadere
nella tentazione”.
Non abbandonarci, o Dio, nella tentazione che la legge debba prevalere
sull'uomo, nella tentazione del castigo e della punizione invece che la
Misericordia e il perdono, nella superficialità di seguire le logiche del mondo
invece che la logica del Vangelo. Maria aiutaci a sciogliere i nodi complicati
di tante situazioni del nostro mondo; Tu che sei Madre di Misericordia, aiutaci
ad essere misericordiosi come il Padre Nostro celeste.
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